Populismo a chilometro zero: il reddito di cittadinanza… in salsa toscana
Dopo il consorzio di bonifica che tutti i toscani conoscono sia i costi che l’ utilità, prepariamoci al consorzio di nulla facenza o cittadinanza regionale, si perché il cosiddetto “campo largo” dimostra ancora una volta che l’unica vera specialità della casa è il riciclo.
Non di rifiuti – purtroppo – ma di vecchie idee che hanno già dato pessima prova di sé. In Toscana, l’accordo tra Pd e M5S per sostenere la ricandidatura di Eugenio Giani prevede l’introduzione di un “reddito di cittadinanza regionale”: una copia sbiadita del fallimentare sussidio grillino, confezionata come se fosse una novità
Il bilancio nazionale del Reddito di Cittadinanza è stato impietoso. La Corte dei Conti, nella sua relazione 2023, ha denunciato un sistema inefficace nella lotta alla povertà e totalmente inadeguato come strumento di inserimento lavorativo. A fronte di miliardi spesi – oltre 8 miliardi l’anno nei picchi di erogazione – solo una minoranza dei beneficiari ha trovato un’occupazione, e spesso di breve durata.
Le politiche attive previste erano rimaste sulla carta: i Centri per l’impiego hanno fallito nel 90% dei casi, e il “navigator” è diventato sinonimo di spreco di risorse pubbliche
Poi, un fatto che i fautori del sussidio evitano di ricordare: da quando il RdC è stato abolito e sostituito da misure più mirate, il mercato del lavoro ha reagito in senso positivo. L’Istat registra un aumento costante dei contratti a tempo indeterminato e la disoccupazione è scesa ai minimi storici degli ultimi decenni.
Un dato che parla da solo e che smentisce la tesi secondo cui il reddito fosse indispensabile per la coesione sociale
Eppure, la sinistra regionale sembra voler ignorare la lezione. In Toscana si propone un nuovo sussidio senza indicare coperture chiare. Giani, che ha già portato l’addizionale IRPEF regionale al massimo consentito, non spiega dove troverà i soldi: taglierà servizi?
Aumenterà ancora la pressione fiscale mascherandola da “rimodulazione”? O semplicemente farà nuovo debito?
Quale altro balzello si inventeranno per coprire queste idee?
Il consorzio di cittadinanza?
O l’ Irpef provinciale?
Una cosa è sicura che se non glielo impedirà qualcuno a livello nazionale o europeo a pagare queste iniziative saranno e saremo sempre gli stessi.
Quel che è certo è che, con questa mossa, la Toscana rischia di diventare un laboratorio del populismo assistenzialista, dove l’unica occupazione garantita è quella di chi dovrà distribuire moduli e timbri
La Toscana con Giani due entra nel regno delle Due Sicilie.
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