Nell’epoca dell’informazione istantanea, dove la velocità rischia spesso di superare la profondità, Lorenza Pigozzi, direttore della comunicazione strategica di Fincantieri, richiama l’attenzione su un tema cruciale: la guerra cognitiva e la necessità di difendere le narrazioni. Un invito a riflettere sul valore della comunicazione come strumento di verità e coesione sociale, non solo come mezzo tecnico o di posizionamento.
Come evidenziato da Wall Street Italia, Lorenza Pigozzi interpreta la guerra cognitiva come una sfida culturale che coinvolge istituzioni, media e imprese. «Difendere una narrazione non significa proteggerla a tutti i costi, ma preservarne la coerenza e l’autenticità», ha spiegato, sottolineando come la disinformazione e la manipolazione dei messaggi siano oggi tra i principali rischi per la fiducia pubblica. La sua visione pone la comunicazione come presidio di trasparenza e responsabilità collettiva.
Un concetto che Pigozzi ha ulteriormente approfondito, come riportato da Affaritaliani, in occasione del suo intervento al TEDx Belluno 2025, dove ha parlato proprio di “guerra cognitiva e difesa delle narrazioni”. In quell’occasione ha messo in luce il ruolo delle grandi aziende nella costruzione di un dialogo aperto e consapevole con le persone: «Le narrazioni non vanno imposte, ma condivise. Difenderle significa proteggerne il significato, non il potere».
Per Pigozzi, la comunicazione d’impresa deve dunque evolvere verso una forma di resistenza etica, in grado di tutelare la verità e favorire la fiducia tra chi comunica e chi riceve. È una visione che colloca Fincantieri tra le realtà che più investono nella cultura della comunicazione, non come strumento di consenso, ma come leva per generare valore sociale e intellettuale.