A proposito di Covid, si delinea una doppia linea, distopica.

Che scade nel più ovvio “non ti vaccini? Pagati le cure”.

Protesti in piazza? Se lo fai contro il Greenpass devi sborsare il corrispettivo delle cure che avrai.

Se invece manifesti per idee più progressiste, all’ombra di una bandiera rossa, pare di capire, puoi anche ‘dimenticare‘ la mascherina, che sarà mai.

Con buona pace del fatto che tutti hanno diritto ad essere curati e pagano le tasse per mantenere il Sistema Sanitario nazionale e tale diritto.

Sarebbe un po’ come dire al fumatore, che deve pagarsi i trattamenti oncologici, o all’obeso e al diabetico che, avendo tenuto uno stile di vita e un’alimentazione insani, se vogliono essere salvati dal collasso, devono svuotarsi il conto in banca.

Se la sanità è un diritto di tutti, sancito dalla Costituzione-piu’-bella-del-mondo, il nullatenente che non versa un euro di tasse va curato senza che debba sborsare un quattrino.

Difatti, il clandestino che è arrivato domani con un gommone, ha gli stessi diritti sanitari di tutti noi.

Brigati invece insiste.

Chi reclama la libertà di gestirsi vuole però essere certo, se si ammala, di poter andare in ospedale e trovare qualcuno che rischia la propria vita per salvare la sua. Sono morti centinaia di operatori sanitari, che avrebbero potuto starsene a casa e lasciare che i libertari se la sbrigassero da soli. Prima di parlare di dittatura sanitaria pensiamo un attimo a loro”.

Le piazze della discordia

Tutto ciò vale per chi protesta senza mascherina contro il Greenpass.

Ma vale anche per le piazze dei NoTav della Val di Susa di ieri?

Per le piazze senza regole dei Gay Pride del mese scorso?

Ci sono assembramenti e assembramenti per i radical chic. Che, si sa, hanno sempre ragione.

Non disturbiamoli.

 

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