Per Natale tutti in lockdown

Le incaute parole del Premier gettano un'ombra sulla festa in famiglia per definizione

Sarà un Natale solitario quello del 2020? A sentire il governo e il Bis-Conte parrebbe di sì.

Quanto mai fuori luogo sono apparse le previsioni dell’avvocato del popolo autodefinitosi tale.

Ma forse queste boutade, servono per fare abituare i sudditi..pardon cittadini.

Nei regimi si fa così in effetti.

Saranno quindi tavolate natalizie da non più di sei persone, con divieti di spostamento?

Solo ieri Conte, davanti ai livelli di nuovi positivi, dei quali la maggior parte asintomatici, si è lasciato sfuggire parole inappropriate.

Nella sua boriosita’, il capo del Governo, che assicura di non voler mandare, bontà sua, le Forze dell’ordine a casa degli italiani, ha però evocato una chiusura per Natale.

Numero dei positivi da record 

I positivi avanzano ogni giorno a livelli addirittura superiori a quelli di aprile.

Le terapie intensive, però, non sono affatto sotto pressione, se non in Campania, da sempre in affanno per quanto riguarda la gestione della Sanità.

Ma le fonti governative continuano a parlare di “contagiati“, parola  volutamente spaventevole, tacendo che i positivi sono tanti per i moltissimi tamponi eseguiti, dieci volte quelli di marzo-aprile e sono nella stragrande maggioranza asintomatici.

Di fronte a questo scenario, gli esperti sono però pessimisti.

Lo stesso Giuseppe Conte non esclude più il lockdown a Natale evocato dagli scienziati

«Molto dipenderà dal comportamento dei cittadini. Noi continueremo ad aggiornarci costantemente con le regioni, i presidenti hanno la possibilità di introdurre misure più restrittive se necessario».

La linea è quella di lasciar fare ai governatori.

Ma se aumentassero molto i contagi, il lockdown non riguarderà le attività produttive: fabbriche e aziende non richiuderanno.

Secondo fonti di governo, si procederebbe eventualmente a ritroso rispetto alle riaperture dopo il lockdown di primavera: fermando prima cinema, teatri e palestre, poi parrucchieri e centri estetici, quindi ristoranti e bar, ultimi i negozi.

Senza considerare che evocare tali scenari significa frustare le speranze di ripresa in questo tragico 2020.

Significa togliere a priori una delle poche fonti di guadagno ancora rimaste, come ultime spiaggia prima della chiusura, per tante aziende che vedono nelle feste natalizie l’incremento del loro fatturato.

Consumistico come pensiero? Forse, ma non più di quello che ha sostituito la dizione di festività di fine anno o di “vacanze” ai tradizionali auguri  per il Santo Natale.

Abolire il Natale, il sogno dei “progressisti”

Sono giorni che i membri del Governo ci deliziano con le loro opinioni su cosa sia fondamentale per i cittadini e cosa no.

Secondo i loro capricci, causa Covid, tolgono solo il “non necessario” agli italiani, contando addirittura sulla loro collaborazione e delazione.

Domani il “non necessario” sarà appena sopra la sopravvivenza.

Dichiarazioni degne della DDR.

Gli scenari sono quelli di uccidere il sentimento tradizionale della popolazione, annullare le riunioni a casa, limitare il sentimento religioso e persino la pietà per i defunti, come già è successo a marzo scorso.

Nelle Rsa è di nuovo vietato fare visita ai propri cari ricoverati, per ‘salvaguardare’ la loro salute. Ma quanto dolore produce non avere una visita per un anziano malato? Morirà di solitudine invece di Covid.

Quanto dolore produrrà non potersi riunire a Natale per nonni e zii che attendono queste Feste per riabbracciare figli e nipoti?

Quale vulnus sarà ancora portato al sentimento religioso degli italiani mettendo loro un freno a Messe, o anche solo a mangiare cibi tradizionali sotto il vischio e tornare ai loro paesi di origine?

Tutto questo non è preso in considerazione dagli “esperti”.

Tanto è “non necessario”.

Chiuderci in casa, magari nella solitudine, non ci salverà.

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