PD e 5s allegramente insieme a spese nostre
Giani due l’esperimento del campo largo della bancarotta.
La ricandidatura di Eugenio Giani non è nata sotto il segno di un progetto chiaro, ma sotto quello di un compromesso: il PD che cerca di tenere insieme tutto ciò che può per non rischiare la Regione, il M5S che pretende bandierine da sventolare come trofei, e Conte e Schlein che, dopo mesi di frecciatine, si scoprono improvvisamente alleati.
Più che un campo largo, sembra un campo minato.
Il “reddito di cittadinanza regionale” è l’esempio perfetto: una formula altisonante che non dice nulla su chi paga, chi riceve, e soprattutto se può esistere davvero dentro i vincoli di un bilancio regionale
Ma bastava infilare la parola “reddito di cittadinanza” per rendere felici gli iscritti grillini e blindare la consultazione online. Politica dei titoli, più che delle soluzioni.
La riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario appartiene alla stessa categoria: promessa senza bussola. La Toscana, a meno di poteri straordinari nascosti nello Statuto, non può modificare il diritto del lavoro. Ma l’importante era scriverlo, non realizzarlo.
Più concreto, almeno sulla carta, il salario minimo a 9 euro: la Regione ci ha provato con una legge sugli appalti pubblici, immediatamente impugnata dal governo nazionale.
Qui l’impressione è di una misura pensata più per la campagna elettorale che per durare: annunciare la conquista, poi scaricare la colpa su Roma quando viene bocciata. La responsabilità è salva, il titolo sui giornali pure
E poi il rigassificatore di Piombino: PD e M5S lo vogliono fuori entro il 2026. Un modo elegante per dire “non durante la nostra campagna elettorale”. La chiusura non è mai stata sul tavolo: si parla di trasferimento, con il dettaglio non irrilevante che nessuna Regione vuole ospitare il trasloco. Promettere oggi, scaricare domani.
Il programma del campo largo in Toscana sembra scritto più per tenere unita la coalizione che per governare la Regione.
È la classica lista della spesa elettorale: un po’ di slogan identitari per il M5S, qualche posizione di principio per il PD, il tutto condito da obiettivi impossibili da realizzare localmente. Una grande operazione di marketing politico travestita da piano di governo
Nel campo largo non sanno che nessun pasto è gratuito, e in ogni caso il conto lo faranno pagare sempre ai soliti.
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