Passaggio al Bosco e la frattura Occidentale: quando il dissenso rivela il declino dell’egemonia culturale
La polemica esplosa alla fiera “Più libri più liberi” intorno alla casa editrice Passaggio al Bosco è ben più di un episodio periferico del dibattito culturale italiano. È il sintomo di una faglia che si sta aprendo nell’intero spazio pubblico europeo.
Da una parte, un ecosistema culturale che continua a proclamarsi custode del pluralismo e della democrazia; dall’altra, la reazione rabbiosa e sproporzionata contro un editore che pone domande scomode
Una dinamica ormai ricorrente, ma che assume oggi un rilievo particolare alla luce delle parole ,durissime ,contenute nel nuovo documento di strategia nazionale degli Stati Uniti, nel quale il presidente Donald Trump descrive l’Europa come una civiltà in declino, logorata proprio da quelle stesse strutture culturali e ideologiche che per decenni la sinistra continentale ha celebrato come “punti di forza”.
“Se le tendenze attuali continueranno — si legge nel testo americano — l’Europa rischia di non essere più riconoscibile entro vent’anni “
È un giudizio senza precedenti, che accusa il continente di essere soffocato da un’“egemonia ideologica autoreferenziale” e incapace di tollerare il dissenso.
Una descrizione che sembra calzare perfettamente al clima che ha investito Passaggio al Bosco.
Il paradosso dei “difensori della democrazia”
Nel caso dell’editore toscano, la reazione di una parte della sinistra appare quasi caricaturale: proteste rituali, accuse di eresia culturale, libri coperti, boicottaggi più performativi che politici.
Un linguaggio che rivela non forza, ma fragilità
Per anni, l’area progressista ha vantato come vessilli identitari la tolleranza, la pluralità, il dialogo, l’idea di un continente aperto, colto, inclusivo. Oggi, invece, è proprio da quell’area che emerge la maggiore intolleranza verso ogni deviazione dal canone dominante.
Il documento statunitense, con sorprendente franchezza, ribalta questa narrazione: ciò che la sinistra considera segno di modernità — dai modelli culturali globalizzati alle politiche migratorie, dal rifiuto delle identità alla dissoluzione dei confini — sarebbe invece, secondo Washington, “un punto di debolezza strutturale che sta trascinando l’Europa verso un declino storico”
E quando la principale potenza occidentale individua nell’egemonia culturale europea una delle cause della sua fragilità, diventa difficile ignorare i segnali che emergono anche nel nostro piccolo scenario nazionale.
Il “pericolo” delle idee alternative
È in questo contesto che Passaggio al Bosco diventa, suo malgrado, un simbolo.
La casa editrice diretta da Marco Scatarzi propone una mappa di titoli che affrontano temi controversi , identità, radici culturali, criticità sociali contemporanee ,cioè proprio quelle questioni che, nella narrativa egemonica, non devono essere discusse se non entro confini rigidamente prestabiliti
Non sorprende, dunque, che l’editore sia percepito come un “pericolo”.
Lo è, ma non per la democrazia; lo è per chi teme il confronto.
Come nota il documento americano, «le società che temono il dissenso sono quelle più vulnerabili alle crisi di identità». La reazione al caso Passaggio al Bosco ne è la prova plastica: chi difende un paradigma solido non necessita di censurare il suo interlocutore.
Il risveglio che scuote la stagnazione culturale
L’Italia ha pagato per decenni una destra poco presente sul piano culturale, incapace di produrre narrazioni alternative. Ma oggi qualcosa si muove: la domanda di nuove prospettive cresce, e quel che accade in fiera lo dimostra.
Mentre alcuni stand coprono i libri per protesta, lo spazio di Passaggio al Bosco viene preso d’assalto dal pubblico.
Il gesto più semplice ,comprare un libro, diventa un atto di rifiuto dell’uniformità intellettuale.
E qui si manifesta il paradosso finale: coloro che predicano apertura, accoglienza e pluralità finiscono per incarnare la forma più rigida di chiusura
Mentre il presidente degli Stati Uniti parla apertamente di “civiltà europea minacciata da un’ideologia incapace di reggere la realtà”, l’establishment culturale italiano continua a replicare i suoi rituali autoreferenziali, come se nulla fosse cambiato.
Un segnale da non ignorare
La vicenda Passaggio al Bosco non è un incidente isolato.
È uno dei tanti indicatori di una crisi culturale più ampia, riconosciuta persino da oltre Atlantico. Una crisi che si alimenta nella rimozione del dissenso e nella paura di perdere un’egemonia usurata.
Il dibattito, comunque, è iniziato
E ,come spesso accade nella storia , non saranno i custodi dell’ortodossia a determinarne gli sviluppi, ma chi ha il coraggio di porre domande nuove
Passaggio al Bosco lo sta facendo.
Ed è questo, oggi, il suo vero “pericolo”.
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