Parlando di Craxi

Intervista al Segretario Metropolitano del PSI

Parlando di Craxi.Maurizio Folli segretario metropolitano  del PSI di Firenze, a pochi giorni dal ventiquattresimo anniversario della morte di Bettino Craxi, lo abbiamo intervistato per i lettori di Ad Hoc News.

Da quanto tempo dura la tua militanza socialista?

Ho aderito alla Federazione Giovanile Socialista alla fine degli anni 70, per poi aderire al Psi 

Quindi hai avuto un ruolo anche durante la segreteria di Bettino Craxi ed il suo governo. Come lo ricordi?

Nel PSI facevo parte della Sinistra socialista di Riccardo Lombardi, ricordo molto bene il periodo della Segreteria di Bettino Craxi sia come segretario Regionale dei Giovani Socialisti, sia perché nel periodo dal 1982 al 1984 era Vice Segretario del partito Valdo Spini con cui collaboravo. Come ben ricordo gli importanti interventi quale presidente del Consiglio.

Quali credi siano stati i risultati più importanti di Bettino Craxi?

È stato uno degli uomini politici più rilevanti e influenti nella storia della Repubblica italiana, in particolare negli anni ottanta.

A lui si deve il merito di aver riportato il Partito Socialista al centro della politica italiana

Quale primo Presidente del Consiglio socialista importante è stata la svolta che ha dato al paese, si pensi ai tagli dei tre punti della scala mobile, il decreto di Sa Valentino, il crollo dell’inflazione dal 12,30% al 5,20% con uno sviluppo dell’economia italiana e una crescita dei salari che portò l’Italia a diventare il quinto paese industriale avanzato nel mondo.

Importante è stata anche l’attività di Craxi in politica estera, si prenda per esempio il suo intervento al Consiglio europeo di Milano nel 1985; grazie al suo stile, autorevolezza e convinzione riuscì a convocare la Conferenza intergovernativa che portò all’Atto unico europeo: il Trattato che spianò la via alla completa realizzazione del Mercato unico.

 Ma che le scelte autonome dell’Italia in politica estera, il convinto appoggio alla causa palestinese.

Ed infine, il nuovo concordato con la Sede Apostolica per una revisione dei Patti Lateranensi:

Avendolo conosciuto personalmente cosa ti viene da dire di lui come persona?

Un uomo di grande spessore politico che ha sempre avuto a cuore le sorti del nostro paese e che ne ha profondamente segnato la storia e ne ha esaltata la grandezza. Una intelligenza ed una lungimiranza politica di cui molte volte si sente la mancanza nel panorama politico italiano.

In quest’epoca di atlantismo, viene alla mente la notte di Sigonella…

E’ stato uno dei momenti più importanti della politica estera italiana che ha dimostrato il grande decisionismo di Craxi ed il suo attaccamento all’Italia. 

C’è una frase di Craxi che ben sintetizza il suo spirito in quell’intervento che dette orgoglio all’Italia: “Nella vicenda di Sigonella io allora difesi il principio di sovranità nazionale. Pensavo all’Italia come una Nazione con tutti i suoi diritti, e non come ad una Italietta”.

Un argomento spinoso: tangentopoli

Credo che questo brutto periodo della nostra storia si possa sintetizzare in questa frase di qualche anno fa di Antonio Di Pietro “Abbiamo costruito il consenso sulla paura delle manette”», una frase che ci fa capire molto di quel periodo e che fa rabbrividire in uno Stato di diritto, non comprendo di quale consenso abbia bisogno la magistratura.

Credo che dopo trent’anni sia giunto il momento di capire che cosa è successo, di chiarire perché alcuni partiti politici sono stati “spazzati via” ed altri no.

E’ ormai chiaro che vi è stato un uso politico della giustizia. Dopo tanti anni credo sia giunto il momento di nominare una Commissione d’inchiesta su tangentopoli per fare  chiarezza su cosa è accaduto, su la tecnica con cui venne portata avanti l’inchiesta su Mani Pulite.

Dopo ci fu la diaspora socialista SDI, Nuovo PSI ad un certo punto Bobo a sinistra e Stefania a destra. Una tua opinione a riguardo?

Purtroppo molti hanno abbandonato il Psi. Si parla molto di una prospettiva di unità dei socialisti, ritengo sia necessario lavorare per allargare i confini del PSI, ritengo che questo si possa fare solo con un Congresso Costituente  aprendo un dibattito sulle idee, sulle necessità che devono essere al centro di una moderna agenda socialista. Si è socialisti se si hanno idee socialiste inserite nel contesto storico in cui viviamo e non perché si è avuto la tessera del Psi. Nel futuro vedo un partito Socialista moderno che non guardi solo al PD ma cerchi di aggregare una grande area socialista, liberale, riformista.

Sei mai andato a trovarlo da Hammamet, sulla sua tomba?

No ma voglio andarci.

Secondo te la storia tra qualche anno che giudizio darà di Craxi?

La storia ricorderà Bettino Craxi come:  lo statista, il Presidente del Consiglio dal 1983 al 1987,  l’uomo di partito, il parlamentare dal 1968 al 1994, il leader del Socialismo italiano dal 1976, il Capo di un Governo,  duraturo e stabile, che  seppe innanzitutto interpretare un ruolo attivo dell’Italia sulla scena internazionale,  per la sua politica economica.

Ma verrà ricordato anche per eventi che sembrano di secondo piano, ma che non lo sono, come  l’aiuto ai cileni dopo il regime di Pinochet o il grande supporto a Falcone e Borsellino e a tutta la magistratura che lottava contro la mafia.

Si pensi come sarebbe cambiata la storia del nostro paese se durante il rapimento Moro si fosse seguita la linea indicata da Craxi. 

Quanto è attuale oggi Craxi?

Moltissimo basta pensare al suo progetto di riforma istituzionale volto al presidenzialismo e di riforma elettorale, temi ancora oggi al centro del dibattito politico.

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