Papa Leone XIV: la Tradizione, l’Equilibrio e la Sorpresa del Conclave
Quando Donald Trump postò sui social una foto che lo ritraeva vestito da Papa, non poteva certo immaginare che lo Spirito Santo aleggiante sul Conclave avrebbe raccolto il suo implicito suggerimento.
Ed invece ecco arrivare l’elezione del Cardinale statunitense Prevost al soglio di Pietro! Senza voler indulgere a ridicoli complottismi, è un fatto che l’uscita mediatica di Trump ha portato bene a Prevost, diventato Papa Leone XIV
La cui elezione è stata comunque inaspettata, tanto da sconvolgere calcoli e previsioni. A dimostrazione che lo Spirito Santo soffia sempre dove vuole lui. Nei prossimi giorni capiremo sicuramente meglio il senso della scelta compiuta dai Principi della Chiesa riuniti in Conclave. Ora possiamo solo affidarci alle impressioni suscitate dalle prime parole di Papa Leone.
Il quale ha parlato di pace, di unità della Chiesa ma di una Chiesa sinodale, e della missione nel mondo sul cammino tracciato da Cristo ma nel segno della apertura agli altri.
È evidentemente una traccia di programma che punta ad armonizzare e compattare le diverse sensibilità presenti nel mondo cattolico.
Facendo di Prevost, le cui doti di equilibrio erano già note, un Papa Mediatore
Sorretto peraltro da un bagaglio teologico di tutto rispetto, come conviene ad un agostiniano seguace del grande Dottore della “grazia” divina. Il rigore intellettuale del teologo, la fede del missionario attento alla dimensione sociale oltre che spirituale, e il rispetto della tradizione cattolica sono tutti caratteri che si ritrovano nel nome scelto: Leone.
Un nome antico, che sottolinea il legame con la Tradizione affermando al contempo la forza stessa della Tradizione
Insomma quella di Prevost si presenta senz’altro come una figura interessante e complessa, difficile da racchiudere in una unica definizione. Facendo un paragone improprio direi che mi ricorda Aldo Moro. In ogni caso vedremo e valuteremo in seguito l’operato di Leone XIV e l’incidenza della sua influenza sugli equilibri geopolitici. Sta di fatto che l’opinione pubblica è stata molto colpita dall’entusiasmo col quale Trump ha immediatamente salutato l’avvento di Prevost, dicendosi onorato di avere un Papa americano e preannunciando un incontro col nuovo Pontefice.
Tuttavia a me, da laico inveterato abituato ai ragionamenti della politica, è rimasta ancora la curiosità per il viaggio romano del Vice Presidente cattolico degli Stati Uniti, Vance
Un viaggio effettuato allorché appariva chiaro che Papa Francesco stava vivendo i suoi ultimi giorni. E che è stato presentato come una semplice gita di famiglia, quando ha forse nascosto più di qualche importante incontro teso a chiarire e suggerire. D’altronde lo stato delle finanze vaticane pare aver bisogno dell’aiuto economico della potente chiesa a stelle e strisce. Nulla di scandaloso, per carità. Siamo nella normalità di relazioni tra soggetti autorevoli. Vance peraltro è stato molto discreto e rispettoso.
A differenza di Macron che ha pubblicamente brigato per avere un Papa francese, finendo, come sempre gli capita, nel ridicolo. In compagnia stavolta di quegli esponenti del Pd, che, pur dichiarandosi non cattolici, auspicavano a gran voce la elezione a Papa del Cardinale Zuppi
Sol perché questi è solito caldeggiare l’accoglienza degli immigrati irregolari! Consola perciò il fatto che i vari castelli di carta eretti dalla politica possano essere facilmente abbattuti, in un Conclave, dal forte soffio di quel vento paracleto che è lo Spirito Santo. Il quale non finirà mai di sorprenderci. Come è accaduto oggi con un Papa americano di nome Leone la cui prima parola è stata: « Pace ».
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