Otto Skorzeny, dalla liberazione di Mussolini al 007 nella Rete Gehelen. Storia dell’SS che faceva comodo agli americani

Otto Skorzeny è stato un personaggio molto particolare, che ha rivestito un ruolo di rilievo più che altro dopo la Seconda Guerra mondiale. Soldato del Terzo Reich, acquistò grande notorietà durante guerra per aver partecipato alla liberazione di Mussolini dalla sua prigionia sul Gran Sasso nel 1943, grazie all’Operazione Quercia – uno dei blitz più audaci della storia. 

Aderì ancora studente al partito nazista austriaco nel 1930, e otto anni dopo fu un entusiasta spettatore dell’Anschluss. Proprio in questo periodo si procurò una ferita al volto durante un duello studentesco, un taglio lungo e profondo, che unito alla sua corporatura gigantesca , lo rese un uomo temuto al primo sguardo. Nel 1939 giunse a Berlino ed entrò nelle fila delle SS, divisione Das Reich. 

La guerra lo vide protagonista sia sul fronte occidentale, sia su quello orientale, ma Skorzeny era destinato a ben altro. Promosso al grado di SS-Sturmbannführer e decorato con la Croce di Ferro, a Skorzeny fu affidato il comando della sezione S (“operazioni speciali”) del Sd, il servizio segreto delle SS.

Nel 1945 fu catturato dagli americani, con i quali nacque da subito un’intesa destinata a durare per trent’anni, fino alla sua morte avvenuta a Madrid nel 1975. Gli Alleati avevano un nuovo nemico da combattere: il Comunismo.

Otto fu formalmente trattenuto in Austria, ma in realtà fu lasciato andare nella Spagna franchista, dove divenne il punto di riferimento europeo degli americani. A Skorzeny venne assegnata una villa sulle colline di Madrid, con tanto di servitù e… linea diretta con la Casa Bianca.

 

Nasceva la Rete Gehelen (dal nome del fondatore e capo Reinhard Gehelen), con sede fuori Monaco e ramificazioni ovunque. Scopo della segretissima Rete era di mantenere un vita un efficientissimo servizio di spionaggio in Europa – finanziato dagli americani – per monitorare le infiltrazioni bolsceviche nel tessuto socio-politico del Vecchio Continente. In Italia il ruolo chiave non poteva che essere affidato al Principe Nero, Junio Valerio Borghese. Il fondatore della Xª Flottiglia MAS, oltre che essere amico di Skorzeny, era animato da un anticomunismo viscerale (molto apprezzato dagli americani), e da tutte le entrature necessarie in Vaticano, sede della Rete Gehelen italiana.

Dal suo ufficio madrileno Skorzeny tenne le redini dell’anti-comunismo sotterraneo, lavorando a stretto contatto con quelli che in realtà avrebbero dovuto essere i nemici, più che i datori di lavoro: gli statunitensi. La Storia del resto non ha mai seguito linee rette. 

 

 

 

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