Orrore in Emilia, elettrochoc ai minori per darli in affido: arrestato sindaco Pd

I Carabinieri del nucleo investigativo di Reggio Emilia, sotto il costante coordinamento della Procura reggiana e del pm Valentina Salvi, in queste ore stanno dando corso all’operazione ‘Angeli e Demoni’, con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di politici, medici, assistenti sociali e liberi professionisti che, da diversi anni, avevano messo in piedi un illecito e redditizio sistema di ‘gestione minori’, il cui radicamento sull’intero territorio nazionale è tuttora in fase di sviluppo investigativo. Agli arresti il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti in forza al Pd, al secondo mandato, e assistenti sociali nonché psicoterapeuti di una nota onlus di Torino, perquisita questa mattina.

Sedute di psicoterapia a base di lavaggi del cervello anche con l’uso di impulsi elettrici, in modo da “alterare lo stato della memoria in prossimità dei colloqui giudiziari”. Sono alcune contestazioni che emergono dall’inchiesta ‘Angeli e Demoni’ sulla rete dei servizi sociali della Val D’Enza, nel Reggiano che ha portato a misure cautelari per diciotto persone, tra cui appunto il sindaco Pd di Bibbiano (Reggio Emilia).

Immagini tratte dal profilo Facebook del sindaco Pd

 

 

 

 

 

 

 

E dire che Andrea Carletti ai bambini ci teneva tanto, ma proprio tanto. Basta dare un’occhiata al suo profilo Facebook per capire quanto fosse in prima linea per i diritti umani. Un bel profilo con tutti gli ingredienti necessari per essere un vero dem: bambini, ANPI, antifascismo, costituzione italiana, LGTB, arcobaleni, girotondi, progetti per la solidarietà a tutto il genere umano, a quello animale, alla fauna, e chi piu ne ha ne metta. Un uomo giusto e buono che ama gli altri insomma, specialmente i bimbi. 

Niente a che vedere con quegli orribili orchi della destra che violano i diritti umani, chiudono i porti e non amano i bambini. Loro, i destroidi, sono cattivi. Quelli del Pd, invece, sono tanto umani ed hanno sempre piena fiducia nella magistratura. O almeno l’avevano.

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