Onofrio Cutaia, nuovo commissario del Maggio Musicale Fiorentino

cutaia

Onofrio Cutaia si presenta alla città: un teatro all’insegna della sostenibilità e della accessibilità.

Un incontro con Firenze all’insegna della serenità e dell’ottimismo, senza per questo nascondersi la gravità e la complessità dei problemi. Si potrebbe definire così il senso della conferenza stampa tenuta l’altro ieri (5 aprile) dal Commissario straordinario del teatro del Maggio Musicale Fiorentino Onofrio Cutaia per la presentazione del programma aggiornato dell’85ª edizione del Festival del Maggio Musicale.

Un aggiornamento resosi necessario in seguito alle note vicende che hanno portato alle dimissioni di Alexander Pereira da Sovrintendente, in seguito a una gestione che se era stata senza dubbio caratterizzata da spettacoli di alto livello, non si è però rivelata altrettanto oculata sul piano delle spese.

E infatti sostenibilità è una delle parole chiave del commissario Cutaia, per cui il ruolo, la dignità e l’importanza sul piano culturale di una istituzione come il Maggio devono essere comunque salvaguardate e difese, ma tendendo sempre conto delle risorse disponibili, che sono tra l’altro in buona parte pubbliche e quindi richiedono prudenza e attenzione.

Le dichiarazioni di Cutaia

“Le condizioni del Teatro sono molto complesse. Questi miei primi 15 giorni sono stati importanti per capire alcune cose fondamentali: non è un paradigma necessario avere grandi risorse per fare grandi progetti. Dobbiamo ripensare questa macchina da musica nell’ambito della più piena sostenibilità; è fondamentale lavorare con la Città di Firenze ed è nostro dovere dare ai fiorentini un modo più accessibile di poter venire al Maggio.

“La situazione è ovviamente spinosa, ma il cuore stesso del nostro progetto è questo: perseguire l’equilibrio finanziario del Teatro e renderlo un’istituzione culturale che possa quindi rapportarsi in modo più semplice verso la sua città.”

Importanti poi, anzi fondamentali la massima trasparenza nei bilanci e nella programmazione. Senza mai scendere sul piano della polemica, il commissario ha voluto però sottolineare con forza la necessità di un cambiamento di rotta: “Non ci metteremo molto affinché il bilancio di questo Teatro e la sua programmazione diventino una casa di vetro”, ha dichiarato.

Firenze come parola chiave

La seconda parola chiave è dunque Firenze: un teatro il più possibile aperto e disponibile verso la città che lo ospita, e questo ovviamente al di fuori di qualsiasi dimensione grettamente municipalistica. Cutaia al contrario ha ben chiaro che il Maggio ha un’importanza che va ben oltre le mura cittadine, o anche i confini regionali e nazionali.

Ma sono comunque le istituzioni politiche e culturali fiorentine e toscane le prime con cui doversi rapportare: “In questo tempo abbiamo una questione aperta sul progetto culturale del Teatro. Avremo di sicuro grandi direttori e grandi voci con noi, ma non devono essere il solo perno artistico intorno al quale ruotare. Le esperienze degli ultimi anni più interessanti sono legate però anche a idee di messe in scena, regia e cantanti che non necessariamente sono legate alle grandi stelle. Lavoreremo naturalmente anche con altre istituzioni come l’Ort, il Teatro della Pergola e la Scuola di Musica di Fiesole.

“Il Maggio deve tornare inoltre ad essere ‘luogo di casa’ per gli allievi dei Conservatori. Sarà cruciale il rapporto con le altre realtà fiorentine, ciò che si muove ‘nelle viscere’ del territorio è davvero importantissimo, una linfa vitale anche per le grandi istituzioni come il Maggio”.

Prezzi contenuti

E proprio in questa prospettiva di apertura massima verso la città il commissario annuncia una decisione senza dubbio coraggiosa dati i tempi e le circostanze: una riduzione importante  dei prezzi dei biglietti. Si tratta di un taglio significativo per cui  i prezzi che oscilleranno da 20€ fino a un massimo di 70€ per i concerti sinfonici in Sala Mehta. Mentre per le rappresentazioni liriche in sala grande saranno compresi fra i 15€ e i 110€.

Dopo la chiusura della biglietteria proprio per permettere lo studio della sostenibilità della programmazione, il botteghino del Maggio riaprirà la vendita dei biglietti martedì 11 aprile. Entro sabato 8 aprile verranno comunicate al pubblico tutte le dinamiche della biglietteria e le modalità per gli eventuali e doverosi ristori a valle della più favorevole politica dei prezzi e della rimodulazione del programma artistico.

Privilegiare il pubblico

Emergono dunque chiaramente da un lato la piena consapevolezza della crisi e della sua gravità, ma dall’altro anche la ferma decisione di non farne ricadere il costo sulle spalle del pubblico, ma anzi di cercare di riavvicinarlo e di coinvolgerlo il più possibile.

Tagli, sacrifici e riposizionamenti saranno inevitabili­: i due festival “satelliti” ad esempio è probabile che non saranno mantenuti. Il commissario ha inoltre espresso grande apprezzamento e fiducia ne direttori Zubin Mehta e Daniele Gatti,  nell’orchestra e nel coro del  Maggio e in generale in tutto lo staff e il personale del teatro, insistendo molto sullo spirito di collaborazione e di squadra.

“Questo luogo è un’eccellenza grazie alle importantissime forze interne ad esso. Anche le parti tecniche, il Coro e l’Orchestra sono davvero fantastici: poter lavorare di squadra in questo modo è davvero un privilegio. Perché non credo al concetto dell’uomo solo al comando. Il nostro è un lavoro di squadra dove ognuno dà sempre il meglio che ha.

La programmazione del festival

Nella seconda parte dell’incontro, il segretario artistico Giovanni Verona ha poi illustrato la programmazione del festival ormai imminente. Per la parte operistica confermati i primi due titoli entrambi diretti da Zubin Mehta. Il Don Giovanni, di Mozart, opera inaugurale del Festival che dopo l’anteprima per gli Under 30 del 26 aprile va in scena dal 30 aprile al 12 maggio nell’allestimento del Festival di Spoleto con la regia di Giorgio Ferrara. E l’atteso Otello, di Verdi, che per la prima volta, dopo lo spettacolo a porte chiuse del novembre 2020 trasmesso da Rai Cultura su Rai 5, è proposto al pubblico fiorentino nella Sala grande, con la regia di Valerio Binasco.

L’ultima opera del Festival, inizialmente individuata in Die Meistersinger von Nürnberg di Wagner, è invece un altro dei titoli prediletti dal direttore principale del Maggio Daniele Gatti: Falstaff, di Giuseppe Verdi. L’ultimo, grande, capolavoro della produzione verdiana dunque, diretto da Daniele Gatti, che nel corso della sua carriera ne ha fatto un vero e proprio fiore all’occhiello del suo repertorio. L’allestimento è quello messo in scena al Maggio nel novembre 2021 con la regia di Sven-Eric Bechtolf, le scene di Julian Crouch, i costumi di Kevin Pollard.

Le compagnie di canto schierano molti grandi artisti già annunciati e quindi confermati nei primi due cast, qui citati solo alcuni nei ruoli principali: Luca Micheletti (Don Giovanni), Markus Werba (Leporello), Jessica Pratt (Donna Anna), Anastasia Bartoli (Donna Elvira) e Benedetta Torre (Zerlina) nel Don Giovanni; Fabio Sartori (Otello), Anastasia Bartoli (Desdemona) e Luca Salsi (Jago) in Otello; per l’opera FalstaffMichael Volle (Falstaff) e Markus Werba (Ford), Claudia Huckle (Meg Page), sarebbero stati impegnati in Meistersinger, a loro si affiancano Eva Mei come Alice, Adriana Di Paola come Mrs Quickly, Sara Blanch come Nannetta.

La stagione sinfonica

La programmazione sinfonica passa da 8 a 11 concerti. Il maestro Gatti, come annunciato, darà il via – sabato 22 aprile prossimo – all’85ª edizione del Festival con un concerto sinfonico con composizioni di Richard Wagner e Richard Strauss.

Altra importante tappa è quella del 10 maggio, giorno dedicato al progetto “Viva Verdi” messo in cartellone per contribuire all’acquisto da parte del Ministero della Cultura di Villa Sant’Agata, la casa-museo di Giuseppe Verdi, e un fuori programma il 17 giugno, al Visarno Arena con l’Orchestra del Maggio impegnata con i leggendari The Who.

Il Festival chiuderà i battenti il 13 luglio con i Carmina Burana di Carl Orff, sul podio Paolo Carignani e i solisti dell’Accademia del Maggio. Restano in cartellone praticamente tutti i concerti precedentemente annunciati e che vedranno sul podio Zubin Mehta il 29 aprile e il 25 maggio e Myung-Whun Chung il 5 maggio.

Alcune cancellazioni

A seguito della cancellazione, da parte sua, del maestro Orozco-Estrada, il concerto del 19 Maggio verrà diretto da Diego Ceretta giovane neo direttore principale dell’Orchestra della Toscana. Si segnala anche l’autonoma cancellazione del maestro Philippe Jordan, che avrebbe diretto il concerto il 29 giugno. Al calendario sinfonico sono stati aggiunti il concerto del 10 giugno con l’Orchestra Giovanile Italiana diretta da Daniele Giorgi e un ulteriore importante impegno del maestro Daniele Gatti che affronta per la prima volta l’integrale delle sinfonie di Pëtr Il’ič Čajkovskij in tre concerti: il 22 giugno, il 28 giugno, e 1 luglio alle ore 20 in Sala Mehta.

I solisti impegnati a fianco dei Direttori sono Julia Hagen con Ceretta, Andrea Lucchesini con Zubin Mehta il 25 maggio e Christiane Karg e Michèle Losier, ancora con il maestro Mehta, nel concerto del 29 aprile.

Per gli spettacoli per bambini, le scuole e le famiglie continua la feconda collaborazione con Venti Lucenti che con Manu Lalli metterà in scena La Historia de Carmen, tratta da Carmen di George Bizet, in programma dall’1 al 7 giugno in sala Mehta, con l’Orchestra Giovanile Italiana diretta da Giuseppe La Malfa.

 

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