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Occidente senza futuro

di Francesco Petrone
26 Agosto 2025
In Attualità
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occidenatali
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Occidente senza futuro

Fra le varie cause dell’evidente inadeguatezza delle classi dirigenti occidentali, in special modo europee, la principale risiede nel fatto che i politici attuali sono impossibilitati a prendere decisioni rilevanti, sia in politica estera che in politica economica.

Soprattutto non possono più mettere in discussione nessun sistema politico vigente in un mondo che sembra inalterabile

Gli Stati hanno perso quasi totalmente la propria sovranità. Ormai il potere decisionale risiede tutto in ristrette centrali di potere sovranazionali, avulse dagli Stati e non più controllate dal cittadino. Le democrazie sono diventate solo formali come formale ed illusoria è la libertà di stampa e d’informazione dei grandi media.

L’illusione della democrazia sembra aver avuto termine dopo due secoli di convulsioni e lotte in cui il famoso tanto decantato demos sembra aver avuto la peggio. Il potere effettivo sembra ormai nelle mani di un’oligarchia finanziaria non eletta da alcuno

A questo proposito è bene ricordare ciò che disse Craxi, nel momento in cui la situazione politica sembrava oscurarsi a causa di fosche nubi minacciose. Preoccupato, il leader socialista, espresse la convinzione che senza un forte ruolo politico, determinati poteri sarebbero diventati incontrollabili e avrebbero minacciato lo Stato e la stessa vita democratica.

Chiaramente, dopo lo tsunami che travolse tutta una classe dirigente dell’ epoca, la classe politica attuale, osserviamo essere formata da personaggi di secondo piano, burocrati e passacarte, mezzibusti della politica

I personaggi veramente di valore si guardano bene dal partecipare all’ormai inutile teatrino della politica. Lo stesso discorso vale per i rappresentanti della cultura e generalmente dell’intellighenzia, i quali si aggirano come comparse da un premio Strega ad un premio Bancarella, da un Leone d’oro, ad un David di Donatello, fino, magari, alla Biennale di Venezia, come negli anni Settanta frequentavano i salotti e le terrazze romane, tutti in cerca di visibilità e di finanziamenti o almeno di una comparsata televisiva per pubblicizzare il libro della stagione.

Ormai nella società attuale nessuno cerca personaggi autentici che abbiano qualcosa di nuovo da dire come accadeva nel quarantennio fra il XIX e il XX secolo

Il mondo sembra andare avanti a forza di slogan come quelli utilizzati dalla pubblicità. Altro fatto drammatico è quello della natalità crollata. Di conseguenza, la popolazione invecchia velocemente e nessuno, in questo mondo ormai senile desidera, di conseguenza, alcun cambiamento. In fondo nessuno spera che si realizzi una vera democrazia e la massa, si accontenta della parvenza perché questa dà pur sempre una certa sicurezza, almeno per il momento presente perché tutti sanno che il futuro non prospetta più niente.

Molti hanno talmente timore del futuro che rinunciano ad avere anche figli pur avendo l’agiatezza per costituire una famiglia. Sembra di assistere alla diffusione di una specie di tanatofobia collettiva

Una paura della morte che avrebbe pervaso tutto l’Occidente o meglio  della percezione dell’inutilità e vanità del ciclo vitale. Nessuna speranza nel rinnovamento, una “morte emotiva” nel senso freudiano, che procura forme di apatia. Questo, mentre nella bolgia infernale di Gaza le donne continuano a rimanere incinte e a desiderare, essendo la vitalità l’unica arma che hanno, come i bambini palestinesi hanno la sola possibilità di lanciare inutili ma simboliche pietre contro l’esercito più moderno del mondo.

In Occidente, in appena un secolo, siamo passati dalla filosofia dell’azione, alla filosofia della rassegnazione. Addirittura in pochissimi anni, l’Occidente è passato dalla corrente dell’estetismo di Walter Pater, John Ruskin, Oscar Wilde, e del vitalismo di Gabriele D’Annunzio e la sua concezione della vita stessa come opera d’arte, alla “merda d’artista” di Piero Manzoni e all’orinatoio di Marcel Duchamp reintitolato”fontana”

Oggi la società è talmente invecchiata anche psicologicamente che non sente nemmeno più il bisogno di provocazioni come quelle, i famosi sassi nello stagno per creare scandalo e muovere le acque fra i benpensanti e questo perché di benpensanti non c’è né sono più.

Non ci sono più nemmeno conservatori da sconcertare ma solamente gli indifferenti come i mesti personaggi dell’omonimo romanzo di Alberto Moravia

Un libro che fece veramente scandalo a suo tempo come romanzo nichilista e che oggi può essere riletto come un campanello d’allarme in una società ancora sana, uno sguardo sull’abisso verso cui la modernità sta portando la società

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Tags: CLASSI DOMINANTIfuturoIN EVIDENZAMONDOOCCIDENTE
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