Nubi sempre più scure sul futuro dell’economia italiana

Ma per il Governatore Visco la situazione è grave ma non seria

Nubi

ECONOMIA

Nubi minacciose all’orizzonte, ma la Banca d’Italia esalta il ruolo di governo e UE. E Visco cita, a sproposito, Keynes.


Un Governatore della Banca d’Italia che cita Keynes. Ci voleva una pandemia e una crisi economica globale senza precedenti perché succedesse il miracolo. Anche se le Considerazioni Finali di Ignazio Visco sembrano contraddire nei fatti la citazione sulla giustizia sociale e sull’eliminazione delle diseguaglianze. Ma andiamo con ordine e vediamo cosa ha detto di importante il numero uno di Bankitalia e quali sono le nubi che si addensano sull’Italia. 

IL CALO DEL PIL

Più che un calo oseremmo dire un crollo. Un crollo “drammatico” perché dalle prime previsioni pessimistiche di una flessione del 9% adesso siamo già passati al 13%. Numeri che non sono sterili percentuali, ma che corrispondono a centinaia di migliaia, se non milioni, di posto di lavoro perduti per i quali ci vorranno anni per recuperare i livelli pre-crisi.

LE CATTIVE E LE PESSIME NOTIZIE. GLI ELOGI AL GOVERNO

Magari in molti penseranno che la previsione del tracollo del prodotto interno lordo fosse la notizia peggiore che poteva essere data. A nostro avviso quella era la cattiva notizia, poi sono arrivate le pessime, sotto forma di elogi al governo e all’Unione Europea. L’azione del governo, secondo Visco, è stata “appropriata”. E, non contento, ha sottolineato che “Il governo italiano si è mosso secondo le medesime priorità che hanno guidato gli interventi a livello internazionale”. Peccato che il governo non abbia messo un solo euro di liquidità rimettendosi ad un “atto d’amore” delle banche. A differenza dei principali stati europei. E peccato che gli incentivi fiscali per le imprese siano tutti sotto forma di crediti d’imposta. Crediti che ci chiediamo con quali imposte potranno essere compensati visto che Visco ha ammesso, quasi di sfuggita, che le piccole e medie imprese subiranno “una forte riduzione del fatturato”. E se cala drasticamente il fatturato, la principale conseguenza è che l’impresa andrà in perdita e non avrà imposte da compensare. Ma evidentemente l’economia aziendale non è la materia principale a Palazzo Koch.

LA SECONDA PESSIMA NOTIZIA. GLI ELOGI ALLA UE

Non contento di aver plaudito al governo, il Governatore ha guardato anche oltre confine. Così ha definito il recovery fund una “opportunità importante per predisporre una risposta comune che, al pari delle misure monetarie, sia proporzionata alla gravità della crisi”. Aggiungendo però “che “al di là dei calcoli di convenienza finanziaria di ciascun paese, la rilevanza della nuova iniziativa della Commissione risiede nell’idea che, in circostanze eccezionali, la capacità di spesa del bilancio comunitario possa crescere mediante il ricorso al debito, per intervenire quando e dove necessario”. Cioè non è importante che si ottenga il risultato. Non è neppure importante che quei fondi siano vincolati alle direttive di spesa di Bruxelles. Tanto meno è importante che, come detto chiaramente dal Commissario Dombrovskis, prima l’Italia dovrà fare le riforme e poi otterrà i capitali. Riforme che prevedono tagli alla spesa pubblica, in primis sanità e pensioni. Come sempre, del resto, negli ultimi 30 anni.


LA TERZA PESSIMA NOTIZIA. GLI ELOGI ALLA BCE

Neppure la BCE si è “salvata” dai complimenti di Visco. Che ha definito “senza precedenti” le misure di politiche monetaria adottate dalla Banca Centrale Europea per far fronte alla crisi scatenata dalla pandemia di coronavirus. Misure, aggiungiamo noi, per adesso solo annunciate e che non si comprende cosa attenda la Lagarde a mettere in atto. Lagarde che, peraltro, fino ad oggi pare essersi messa in mostra solo per le improvvide dichiarazioni contro l’Italia in piena pandemia. Dichiarazioni che rischiarono di provocare una crisi finanziaria senza precedenti. E che riuscirono a svegliare da un torpore istituzionale ormai cronico persino il Presidente della Repubblica.

E SE LA CURA, INVECE, FOSSE IL MALE?

Insomma, pare la famosa e triste battuta “l’intervento è tecnicamente riuscito, il paziente è morto”. Cioè tutti hanno svolto il proprio compito in maniera egregia, ma l’Italia è sull’orlo della catastrofe. Viene da chiedersi se la situazione è così drammatica proprio perché coloro che dovrebbero tirarci fuori sono la causa del dramma stesso. Una BCE inerte e che non può svolgere, per statuto, il ruolo di prestatore di ultima istanza. Una UE divisa al propri interno che, forse, ci farà avere i 170 miliardi promessi, nel 2021. E a quale prezzo. Un governo che promette di tutto, ma poi resta sulla porta delle istituzioni comunitarie con il piattino ad elemosinare capitali che potrebbe e dovrebbe, reperire in altro modo.

KEYNES SENZA SOVRANITÀ. CHE SENSO HA?

E in tutta questa situazione Visco cosa fa? Cita Keynes. Citazione coraggiosa, quasi eretica. Ma citare Keynes essendo consapevoli che l’Italia è priva della leva fiscale e monetaria è quanto meno curioso. Perché Keynes fondò la propria dottrina economica su un massiccio intervento statale. Però lo stato italiano da un lato si è privato della sovranità monetaria rinunciando alla moneta nazionale. Dall’altro lato, quello della leva fiscale, si è legato le mani con il fiscal compact e con il principio di pareggio di bilancio in Costituzione. Potrebbe, il Governatore, spiegarci come Keynes potrà rivelarsi utile in una situazione del genere?

 

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