Nordio il ministro silente. Dice poco ma fa

giustizia

Nordio il ministro silente. Dice poco ma fa.

“Indagate sui pm di Firenze”.
Nordio si fa vedere ogni tanto. Magari anche nei momenti più difficili, quando viene messo in discussione. Lui con i suoi progetti di legge.

Ma quando esce allo scoperto ha sempre qualcosa di molto interessante da discutere ed espletare. Fra le ultime uscite, lo scontro coi pm di Firenze .

“Violata la legge”. E il ministro avvia azione disciplinare.

Troppi, davvero troppi sono stati i casi eclatanti di giustizia sommaria. Basti ricordare i tempi di tangentopoli, dove la maggior parte degli imputati fu assolto con formula piena. Ho visto amici messi alla gogna e portati in cella. Per pochi giorni, certo, ma una esperienza troppo traumatica per chi ha sempre condotto una vita integerrima.

Ricordo che erano socialisti e democristiani.

E’ dunque ora, finalmente, che i giudici paghino per i loro errori.
Certo, il rovescio della medaglia sarebbe il pericolo che non assolvano più gli imputati, già condannati in prima istanza, anche davanti a prove favorevoli all’imputato, o in caso di ragionevole dubbio sulla reità. Pur di non essere puniti qualora fosse pronunciata la sentenza di assoluzione.

Del resto vige la legge 117/1988 sulla responsabilità civile del magistrato, che risponde non più soltanto in caso di dolo frode o concussione, ma anche per colpa grave.

Occorre davvero molto equilibrio per uscire da questa empasse. Ma è ipotizzabile, conoscendo la sua esperienza e competenza, che il Ministro della giustizia li possegga.

«grave violazione di legge determinata da ignoranza grave e inescusabile». questa l’accusa per il procuratore aggiunto della repubblica, di Firenze, Luca Turco insieme al suo sostituto Antonino Nastasi. Per Turco anche l’addebito di «comportamenti abitualmente o gravemente scorretti nei confronti delle parti e dei loro difensori».

Ovviamente Nordio si pone in rotta di collisione frontale con l’Associazione nazionale magistrati.

Finalmente.

L’impeachment delle due toghe fiorentine è reso inevitabile dall’esito dell’ispezione che lo stesso Ministro dispose lo scorso dicembre, con i suoi investigatori, alla procura di Firenze.

Da tempo questa ispezione era richiesta da Matteo Renzi, indagato principale dai due suddetti PM.

Come ormai tutti sanno l’ex premier era sotto inchiesta a Firenze per finanziamento illecito, insieme a Matteo Carrai e Enzo Manes, per i i fondi versati alla fondazione Open, controllata da Renzi e considerata dai pm a misura di un partito politico.

Renzi è impegnato da tempo in uno scontro con una veemenza che gli è congeniale con gli inquirenti, a causa, a suo dire, di un accanimento per motivi politici e ideologici, inventando una inchiesta a valenza ipotetica, mentre violavano le regole. Come dargli
torto?

Tra le violazioni più clamorose, quella eclatante e inaudita di copiare e trattenere i contenuti dei computer di Carrai nonostante la Cassazione avesse annullato il sequestro e ordinato di restituire tutto all’indagato senza copiare alcunché.

Nonostante l’attacco durissimo dell’Associazione Nazionale Magistrati, durante l’ispezione sono state acquisite le carte dell’inchiesta Open, chiesti chiarimenti sia agli uffici giudiziari di Firenze e Genova, dove le denunce presentate da Renzi contro i suoi presunti persecutori erano state rapidamente archiviate. Negli ultimi giorni l’Ispettorato ha consegnato la relazione al ministro, il quale, senza dubbio alcuno, ha deciso di sottoporre a procedimento disciplinare Turco e Nastasi.

Il computer di Carrai, era stato restituito, dopo aver fatto copia degli atti acquisiti , inviata poi al Copasir , Comitato parlamentare di vigilanza sui servizi segreti, e rendendola di fatto pubblica. depositandola. poi, addirittura, in un altro procedimento, «divulgando dati e notizie sensibili e riservati».

Analoghe denunce di Renzi erano già state archiviate, dalle procure di Firenze e di Genova.

Gli accertamenti di Nordio hanno incluso anche quegli atti.

Il Ministro , inoltre aveva già attivato gli ispettori di via Arenula in diverse occasioni.

Fra le altre, la scarcerazione e la conseguente fuga dell’imprenditore amico di Putin, Artem Uss. L’indagine Aemilia sull’infiltrazione delle cosche della ‘Ndrangheta al Nord, per valutare se fossero stati ignorati i presunti contatti con il PD.

E per il caso dell’ ergastolano di mafia Salvatore la Motta che aveva ucciso due donne durante un permesso premio.

Per la procura di Firenze è una nuova botta, “dopo la sentenza della Corte Costituzionale che, dando ragione al Senato aveva dichiarato illegittima l’acquisizione delle mail e delle chat di Renzi, effettuata da Turco e Nastasi senza chiedere l’autorizzazione al Parlamento”.

II clima ora è più incandescente che mai. Il gioco delle bocce si fa duro.

La palla passa alla Procura generale della Cassazione, che avvierà l’indagine disciplinare e poi sottoporre le sue conclusioni al Consiglio Superiore della Magistratura.

Un particolare rende astrusa la vicenda in quanto a processare i suddetti pm, sarà l’avvocato Fabio Pinelli che presiede la sezione disciplinare.

Ma, da avvocato e prima di accedere al Csm, ha difeso sia il presidente della fondazione Open Alberto Bianchi sia il Senato nello scontro con la procura di Firenze. Chissà se chiederà di essere rimpiazzato per incompatibilità….

Per finire.

E’ ora che i magistrati paghino, in modo equo ma doveroso e appropriato, i loro errori.

Tanto per…Un esempio. Chi risarcirà Laura Bovoli e Tiziano Renzi dopo tutta la sofferenza e la tribolazione subite?

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