Nessuna nuova, buona nuova …?
Attendiamo trepidanti il verdetto del Movimento 5 Stelle toscano: Giani o non Giani?
Campo largo, campo stretto, campo intercluso o campo azzerato?
Se davvero, come pare la Toscana voterà il proprio governo regionale tra poco più di due mesi, un governo che dovrà porre attenzione sulle questioni spinose del lavoro e della casa, della sanità e del turismo, per non parlare delle questioni legate alla crisi dell’export e della manifattura e l’atavica questione dei rifiuti e dell’impiantistica, lo speranzoso elettore riformista confida che, Giani o non Giani, la nostra Regione avrà un timoniere capace di affrontare con polso fermo le questioni che impattano tutti i giorni sulla vita dei toscani.
La discussione sulle alchimie elettorali, sulla vastità degli schieramenti, gli esperimenti in vista delle elezioni politiche del 2027, le fughe in avanti, il totonomi, appaiono oggi, 30 Luglio, all’elettore moderato riformista, dopo mesi e mesi in cui i giornali hanno riportato tutto ed il contrario di tutto, questioni quasi noiose, quasi da gossip estivo
Ma gossip non è, perché ce n’è tanta di differenza, tra l’affaire Bova, che al più impatta dolorosamente su una famiglia sbattuta sulle copertine delle riviste, e l’affaire Toscana che impatta sulle future politiche di una delle regioni italiane motore d’Italia.
Il moderato elettore riformista, che non dimentica che la Toscana è terra di diritti e libertà, è interessato a conoscere, Giani o non Giani, dagli schieramenti che si proporranno al giudizio elettorale, quali sono gli strumenti che metteranno in campo per governare le sfide che ci attendono e che anzi, forse, non attendono più
Al di là dei nomi e delle coalizioni costruite più o meno a tavolino, occorrerà una prospettiva chiara di costante condivisione delle politiche future e di serietà di governo: non basterà compattarsi su un ipotetico salario minimo o reddito di inclusione regionale (come se non avesse già fatto danni a livello nazionale), né basterà sventolare la bandiera dell’antifascismo, che è necessariamente e naturalmente patrimonio comune di ogni cittadino, tanto più delle forze politiche che governano il Paese, le Regioni e le Città, per governare 5 anni la nostra Regione.
Occorrerà quindi dire chiaramente all’elettore che si vuole conquistare, non per appartenenza partitica ma perché ci si propone come forza di governo seria e capace di affrontare le difficili sfide presenti e future, cosa ne sarà per i prossimi 5 anni delle infrastrutture regionali; del piano rifiuti; della sanità pubblica e delle liste d’attesa; del turismo che erode la residenza, per non parlare, per noi fiorentini, della pista o non pista dell’aeroporto di Peretola
Lo speranzoso elettore moderato riformista attende, sotto l’ombrellone, o nel traffico di Firenze, invasa dai cantieri, risposte, possibilmente argomentate e non preconfezionate.
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