Natalie Portman è contro Israele

Natalie Portman è contro Israele

È tornata alla ribalta in questi giorni una nota attrice di Hollywood, Natalie Portman, ma questa volta non per motivi legati al mondo artistico, ma a causa del suo inaspettato diniego a ricevere un’importante onorificenza, il premio Genesis che è a causa del prestigio è chiamato anche il “Nobel ebraico”.

Portman ha motivato il proprio rifiuto con la netta disapprovazione delle azioni che il governo israeliano sta compiendo nella striscia di Gaza. Vogliamo ricordare insieme il personaggio che il grande pubblico ha conosciuto nell’ormai lontano 1994, al tempo in cui, quasi bambina, ebbe successo col film “Léon”

In quel periodo aveva appena 13 anni ed interpretava la parte di Mathilda, una bambina di 12 costretta dalle tragiche vicissitudini a crescere precocemente. Il film era francese, curato dal regista Luc Besson e la giovanissima Natalie recitava con un valente Jean Reno, che interpretava Leon.

Era un film molto particolare, descrive un affetto tanto forte quanto primitivo.

Vediamo nascere tra i due un sentimento forte e confuso, specialmente nell’adolescente in cui le emozioni sono ancora non troppo ben definite

Il rapporto acquista un sapore ancor più inquietante perché è un’amicizia fra un killer e una dodicenne fuggitiva rimasta drammaticamente priva di affetti e di famiglia. Il loro è un attaccamento in cui nessuno dei protagonisti, in special modo Reno, vorrà mai conoscere la natura.

In seguito la Portman interpretò altri film di successo ed ebbe premi come per “Il cigno nero”. Reciterà anche nella saga di “Guerre stellari”. Interpretò Jacqueline Kennedy nel film biografico.

Pur lavorando prevalentemente negli USA, sappiamo che non era nata negli Stati Uniti d’America ma era nativa di Gerusalemme da una famiglia israeliana che per ragioni di lavoro si era trasferita in America quando lei era ancora bambina. Oltre ad aver recitato, attualmente si cimenta anche come produttrice cinematografica ed attivista per i diritti. Col tempo si è sensibilizzata in particolar modo contro la sessualizzazione delle donne nel cinema e gli eventuali abusi, ha detto che lei stessa è stata utilizzata per ruoli chiaramente con richiamo erotico.

Probabilmente si riferiva ad alcuni film dal sapore quasi hard che aveva girato da ragazza

L’impegno della Portman si estende anche alla difesa dell’ambiente ed a ogni tipo di violenza anche familiare sulle donne e sui minori. Attualmente possiede la doppia cittadinanza perché ha ottenuto anche il passaporto statunitense.

La famosa attrice, proprio in questo momento critico, rifiuta platealmente l’onorificenza, che le era stata proposta, nonché la cospicua somma che ammontava ad un milione di dollari che avrebbe dovuto andare a riscuotere in Israele con una speciale celebrazione.

La decisione della Portman ha portato alla cancellazione della cerimonia di premiazione

Il rifiuto del prestigioso Genesis Award, fatto da un personaggio di rilievo internazionale, ha gettato ulteriore ombra, non solo sul governo Netanyahu ma anche su tutti i sostenitori anche esterni del governo israeliano che sostengono sempre con più disagio Israele, di fronte ad azioni che sconcerebbero ogni persona di buon senso con un minimo di coscienza umana.

In questo momento, che un personaggio noto, del mondo di Hollywood, per giunta una cittadina israeliana di religione ebraica, si rifiuti di essere strumento, anche se indiretto, di sostegno alle iniziative che vorrebbero essere di promozione di questo governo e rinunci ad un milione di dollari per mantenere i principi a cui si era votata, contro ogni tipo abuso e violenza, rende molto più difficile la posizione di coloro che nel mondo si vedono costretti per ragioni diplomatiche, ad appoggiare questo governo giustificando tutto con la storia del popolo vittima

Proprio per questo danno di immagine, la Knesset, il parlamento israeliano, ha chiesto la revoca della cittadinanza all’attrice, nota attivista dei diritti. La Portnam aveva detto che non voleva apparire un supporto della politica di Netanyahu e che aveva visto in Israele “un porto sicuro per le vittime dell’Olocausto, ma i maltrattamenti di coloro che subiscono le atrocità di oggi non rientrano nei miei valori ebraici”.

Se venisse accettata la proposta di privare della cittadinanza la Portman, potrebbe rivelarsi un boomerang per l’intero Stato e la sua politica.

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