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Home Firenze

Nardella scopre il problema della sicurezza a Firenze

di Simone Margheri
8 Novembre 2025
In Firenze
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firenze
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Nardella scopre il problema della sicurezza a Firenze

La sicurezza delle città è prerogativa del Governo, ma non si garantisce solo con più agenti: serve il coraggio di chiedere leggi e pene più severe. Chi chiede più sicurezza al Governo deve anche assumersi la responsabilità di queste richieste.

Firenze e Milano sono oggi ai vertici della criminalità denunciata. L’Associazione Caponnetto e le opposizioni lo denunciano da tempo, spesso bollate come faziose e per questo ignorate

Le giunte locali di centrosinistra sembrano individuare come unica soluzione al problema la richiesta di più forze dell’ordine. Ma la sicurezza si regge su due pilastri: la prevenzione e la repressione.

Il primo è rappresentato dalla presenza visibile delle forze dell’ordine, che agisce da deterrente. Tuttavia, si tende a ignorare il secondo aspetto: quello repressivo, che è il presupposto stesso dell’efficacia del primo. In quest’ottica resta aperta la questione della certezza della pena e della gestione inefficiente dell’accoglienza

È evidente che negli ultimi anni due città simbolo dell’Italia urbana e turistica — Milano e Firenze — siano arrivate ai vertici delle classifiche nazionali della criminalità denunciata. Pur non potendosi affermare un nesso diretto tra politiche di accoglienza e criminalità, il sospetto che esista una relazione, anche indiretta, è oggi difficile da ignorare. Alla luce dei pessimi risultati ottenuti, si riaccende così il dibattito sul rapporto fra accoglienza, gestione sociale e sicurezza urbana.

Secondo il più recente Indice della criminalità elaborato dal Sole 24 Ore e aggiornato a fine 2024, Milano è la città con il maggior numero di reati denunciati in Italia (6.952 ogni 100.000 abitanti), seguita da Firenze con 6.507 denunce. Nella sola Firenze i reati sono aumentati del +7,4% rispetto al 2023 e del +3,3% rispetto al 2019, periodo pre-pandemico. Il dato più significativo è che il 75-80% delle denunce riguarda reati predatori — furti, scippi, truffe, borseggi e danneggiamenti — mentre solo una minima parte riguarda reati violenti. Eppure, scippi e borseggi possono essere comunque traumatici per le vittime, al pari di rapine o aggressioni.

Un altro dato da non sottovalutare proviene da una rilevazione del portale Firenze Dintorni: il 56% dei denunciati a Firenze è di nazionalità straniera, a fronte di una popolazione residente non italiana pari al 17%. È un dato che impone di interrogarsi sulla qualità dei percorsi di accoglienza e integrazione promossi dalla politica locale

Nel 2024, in Italia, i furti hanno rappresentato il 44% delle denunce totali, con un incremento medio del +3% rispetto all’anno precedente; i furti in abitazione sono cresciuti del +4,9%, secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Interno e riportati da ANSA. Milano registra la maggiore incidenza di reati contro il patrimonio, seguita da Firenze, Torino e Bologna — tutte città amministrate da tempo dal centrosinistra.

Il caso fiorentino è particolarmente rilevante: con meno di 400.000 residenti, la città registra oltre 64.000 denunce in un anno, pari a quasi una ogni sei abitanti. E questo nonostante molti cittadini e turisti rinuncino a denunciare per mancanza di fiducia o per non perdere tempo. Va inoltre ricordato che la riforma Cartabia ha reso obbligatoria la denuncia per poter procedere, motivo per cui molti reati minori, specie ai danni dei turisti, non vengono neppure formalizzati.

Le politiche di accoglienza mal gestite

Le politiche di accoglienza diffusa, introdotte negli anni Duemila per superare i grandi centri di raccolta, si basano su strutture di piccola scala gestite da cooperative o fondazioni locali. Negli ultimi anni, però, sono emersi casi di mala gestione, appalti al ribasso e controlli scarsi.

Alcuni servizi televisivi, come quelli di Fuori dal Coro su Rete 4, hanno documentato giovani ospiti dei centri SAI e CAS lasciati senza formazione né monitoraggio, costretti a vivere di espedienti o coinvolti in ambienti a rischio. Il legame tra accoglienza mal gestita e microcriminalità non è diretto, ma evidente: un giovane che arriva solo, senza lavoro e senza guida, diventa facilmente preda — e spesso autore — della criminalità.

Così Firenze e Milano diventano laboratori di una stessa contraddizione: città aperte e accoglienti che finiscono per produrre nuove sacche di marginalità e insicurezza, con zone a rischio nel pieno centro storico, dove turisti e residenti sono spesso vittime di furti e aggressioni.

L’evoluzione della posizione di Nardella

Nel 2018 l’allora sindaco Dario Nardella sosteneva che la sicurezza fosse “un problema di percezione” alimentato dalla propaganda politica. All’epoca Firenze occupava posizioni più basse nella classifica dei reati. Oggi, dopo i furti subiti nella sua stessa abitazione e l’escalation della criminalità, Nardella ammette l’esistenza del problema e chiede al Governo “200 agenti in più per Firenze”, ricordando che “i sindaci non comandano polizia, carabinieri o esercito”.

La sua posizione evidenzia tuttavia una contraddizione politica di fondo

Chiedere più agenti senza sostenere la creazione di nuovi centri di permanenza o strutture di rimpatrio è un cortocircuito logico. È come invocare più poliziotti ma negare loro gli strumenti per gestire i delinquenti. Non a caso, qualcuno ha ironizzato dicendo che “a forza di opporsi ai CPR, i poliziotti dovranno portarsi a casa i fermati”.

Questa incoerenza si riflette anche nel continuo sospetto verso le forze dell’ordine. Non si può pretendere sicurezza da chi serve lo Stato, se poi lo si processa mediaticamente ogni volta che è costretto a usare la forza.

È il caso del maresciallo che, la notte di Capodanno, fu costretto a sparare a un uomo armato di coltello per difendere i passanti, finendo comunque sotto processo per eccesso di legittima difesa, salvo poi essere prosciolto dopo 11 mesi

La sicurezza, dunque, non si costruisce soltanto con più uomini e mezzi, ma anche con una giustizia più rapida, pene certe e regole chiare.

Un problema politico, non solo sociale

La sinistra chiede più agenti ma si oppone alla costruzione dei CPR, spostando così il problema senza risolverlo. Servono più strutture carcerarie, più polizia penitenziaria, e leggi più severe. La percezione di impunità, anche per i reati minori, alimenta la recidiva e la sensazione di disordine urbano.

Le città che negli ultimi vent’anni hanno investito di più in accoglienza diffusa e politiche di solidarietà sono oggi quelle con il maggior numero di reati denunciati.

Non si può dire che esista una causalità diretta tra immigrazione e criminalità, ma è difficile ignorare la correlazione fra accoglienza incompiuta, mala gestione e insicurezza urbana

Il problema non è ideologico ma amministrativo: un sistema che accoglie ma non integra finisce per generare marginalità. Firenze e Milano, per vocazione e storia politica, hanno scelto l’inclusione, ma con controlli deboli e gestione inefficiente, i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Conclusione

Le soluzioni esistono e sono note:

rafforzare i controlli sugli enti gestori dell’accoglienza;

monitorare gli esiti dei progetti di integrazione;

investire nella polizia di prossimità;

riformare la giustizia per garantire la certezza della pena;

rendere trasparente la filiera dell’accoglienza, evitando che diventi un business.

Milano e Firenze sono oggi due facce della stessa medaglia: città multiculturali, aperte, ma vulnerabili

L’aumento dei reati non è solo un problema statistico, ma un problema di fiducia civile. Un furto o una rapina minano la percezione stessa di vivere in una comunità sicura.

La sfida politica, quindi, non è scegliere tra accoglienza e sicurezza, ma saperle far coesistere con rigore e realismo. Purtroppo, la politica locale sembra più interessata a discolparsi che a collaborare. Solo riconoscendo la realtà dei fatti e abbandonando l’approccio ideologico, Firenze potrà tornare ad essere una città sicura — per i suoi cittadini e per i turisti che la amano.

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Tags: COMUNE DI FIRENZEDARIO NARDELLAIN EVIDENZAPDSICUREZZA
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