Nardella e Co.: abbattete lo Stadio di Firenze

Un appello accorato per un nuovo Campo di Marte

Stadio

Lo Stadio di Firenze ha già cambiato tre nomi nella sua vita di quasi novant’anni: da Giovanni Berta, ad Artemio Franchi.

Passando da Stadio Comunale.

Così io l’ho conosciuto, lo chiamo e continuerò a chiamarlo.

Da tifoso viola e da Fiorentino.

Già perché sono oltremodo legato a quella struttura, le voglio talmente tanto bene da volerlo raso al suolo.

Belle arti o non Soprintendenza, monumento o non monumento.

È già stato straziato, stravolto; giace ferito e senza cura né manutenzione. Non vi accanite: tiratelo giù.

Mia nonna abitava sopra l’allora Armeria Squillantini, quanti pomeriggi ho passato alla radiolina a sentire gli “effetti sonori” da lontano.

Poi l’adolescenza, i primi abbonamenti, da Antognoni e Socrates, ed il gol di Monelli da centrocampo davanti ad un Maradona attonito, alle prime incursioni in Fiesole.

Roberto Baggio, e la Uefa a Perugia nell’89-90, fino alla Fiorentina -Juve del suo ritorno l’anno dopo, di sabato, appena uscito dal Liceo sciarpa al collo e Forza Viola.

Nardella vuole snaturarlo, ancora una volta

Già nel 1990 lo Stadio era inagibile: c’erano i mondiali ed il mai tanto vituperato Montezemolo snaturo’ quella splendida architettura di Nervi con l’interramento del campo, eliminazione della pista di atletica, che con il suo rettilineo di 200 metri gli conferiva la tipica forma a D. Quantomai evocativa nel ventennio.

Dario “Attila” Nardella, non pago di aver metastatizzato Firenze con un treno stridente che presto passerà sui viali, condannando tutti noi ad un traffico bloccato, vuole snaturare lo Stadio ancora una volta.

Primi lavori per 2 milioni di euro, mentre la successiva fase, per il miglioramento sismico, costerà 7 milioni a Palazzo Vecchio.

A seguire sarà organizzato il concorso internazionale di idee per la progettazione del nuovo Franchi, con l’obiettivo di iniziare i lavori di restyling (che prevederanno, tra l’altro, curve più vicine al campo), entro inizio 2024.

Copertura, nuove curve, servizi, spazi commerciali all’interno e all’esterno. Abbiamo un quadro molto chiaro, definito e completo. Possiamo prenderci l’impegno e rassicurare i tifosi: finita l’emergenza, potranno tornare a entrare in sicurezza“, ha aggiunto Nardella. “Ringrazio i tifosi, li coinvolgeremo per raccogliere indicazioni per la progettazione della ristrutturazione”.

La novità è poi sugli spazi commerciali che nasceranno dentro e fuori dal ‘nuovo’ Stadio .

Nella delibera di giunta di martedì abbiamo previsto la possibilità di realizzare fino a 15 mila metri quadri fuori dallo stadio, più o meno l’area interessata dai campini, oltre agli 8-10 mila metri quadri all’interno dello stadio. La Fiorentina potrà tranquillamente valutare il livello di redditività quando saranno definite le misure”. 

L’ obiettivo è iniziare i lavori finali ad inizio 2024.

Finire i lavori nell’anno del poi del mese del mai.

Ho gioito in quello Stadio, ai mille gol Viola, la notte aspettando una Coppa Italia, ho vissuto anche pagine personali indimenticabili.

Ho pianto in quello Stadio per l’infortunio e l’addio di Batistuta.

Ho visto battere il record di reti in viola di Kurt Hamrin, che negli anni 50/60 era l’idolo di mio padre. Che lo acclamava ancora ragazzo sempre da quegli spalti. Che mi parlava di un Fiorentina Real Madrid in notturna che gli era rimasto nel cuore. Il cuore della città e del Campo di Marte.

Un intervento così impegnativo e complesso, come quello voluto da Attila Nardella riguarderebbe irrimediabilmente tutto il quartiere di Campo di Marte.

Due Papi e Madonna

Già: il quartiere di Campo di Marte.
Sequestrato e imprigionato ogni qualvolta che c’è un evento sportivo o musicale. Mia nonna si ritrovò due lacrimogeni sulla terrazza in scontri di tifosi e polizia negli anni’80.

Ma anche due Papi, Giovanni Paolo II nel 1986, e Papa Francesco trent’anni dopo nel 2015.

Ed anche due apparizioni di Madonna, una nel 1987 e poi nel 2012.

Tutti eventi scolpiti indelebilmente nel mio cuore.

Il mio cuore dice abbattetelo

Sono troppo legato a quella gradinate per vederle ancora stravolte.
E proprio per questo, per l’estremo amore che ho per quella architettura ardita che sogni che venga fatto riposare in pace.

Calcestruzzo sapientemente plasmato in un’epoca nella quale il Campo di Marte era periferia, non il cuore della città.

Dove la Torre di Maratona e le scale elicoidali erano degli azzardi, ma mai come la copertura della tribuna in aggetto, dalla quale le maestranze si rifiutarono di togliere i sostegni di legno perché erano sicuri che senza pali sarebbe crollata. È ancora là. Sfregiata dalle pensiline di ferro che la rovinano.

E allora di questo si tratterebbe? Di realizzare nuove curve, lasciando vuote ed arretrate le attuali?

Imprigionare in gabbie di metallo le strutture eleganti ed ardita di Nervi? Inchiodare e condannare un intero quartiere con nuove strutture commerciali, con l’immancabile treno osceno della tramvia che si porterà via come una iattura, tutto il viale dei Mille alberato?

Abbattete lo Stadio Comunale.

Lasciate magari la Torre di Maratona e la sua scala inaugurata in un’epoca dove si costruiva e si costruiva bene.

Riqualicate la zona, giardini, centri residenziali.
Date respiro ad uno dei quartieri più belli e caratteristici della città gigliata.
Perché uno stadio come quello o si preserva come era o si ricostruisce da un’altra parte.
Rimodernarlo vuole dire distruggerlo. E allora tanto vale tirarlo giù.

Dal Comunale di Firenze è tutto. A te Ameri.

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