Napoli: muore rapinatore di 17 anni armato

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Napoli – La saggezza dei vecchi proverbi è sempre attuale: chi va al mulino si infarina. Se vogliamo attualizzare, possiamo dire che c’è stato il rischio imprenditoriale.

Pertanto se alle 4.30 di notte sei in giro per Napoli, su uno scooter, insieme al figlio di Genny ‘a Carogna, armato di pistola… beh, il rischio di essere preso a pistolettate è abbastanza alto.

Questo è il resoconto abbastanza sommario di quello che è accaduto a Luigi Caifa, 17 anni. Se invece andiamo nello specifico possiamo notare che il fu Caifa aveva già precedenti penali e il padre ai domiciliari. Lo scooter su cui viaggiavano era provento furto, che la pistola anche se giocattolo, era stata privata del pallino rosso e quindi scambiabile per una vera. In tutto e per tutto.

E non è che viaggiavano per strada e basta. No: si sono fermati davanti a una macchina parcheggiata, su cui c’erano tre persone, hanno brandito la pistola e tentato una rapina.

La sorte ha voluto che in quel momento passassero i “falchi” della Polizia di Stato (agenti n borghese) e, vista la situazione, abbiano fatto fuoco.

Io, onestamente non vedo niente di straordinario in questa cosa. Dei lavoratori che stavano svolgendo la loro professione sono venuti a contatto. Un ladro si prodigava in una rapina a mano armata e dei poliziotti che sventavano tale rapina.

Come in tutti i paese del mondo, se un poliziotto interviene a sventare una rapina e il malvivente ha una pistola, il poliziotto spara. E si spera che il malvivente rimanga per terra. Secco. Ripeto: si chiama rischio imprenditoriale.

Se il Caifa, invece che andare in giro a fare rapine a notte inoltrata, in compagnia di ‘a Carogna junior, fosse rimasto a casa, ci sta che sarebbe ancora vivo.

E i colleghi sinistri non mi vengano a rompere le gonadi perché ho solo ragione.

 

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