Milan l’è semper un gran Milan. Ma puru Palermu s’havi a fari

Milan l’è semper un gran Milan. Ma puru Palermu s’havi a fari

A Milano è scoppiata una grana enorme. Investe le fondamenta dell’estabilishment meneghino.

Tocca interessi profondi. Dall’archistar agli acquirenti degli immobili, alle imprese ,agli artigiani, ai dipendenti.
Una sorta di tempesta multistrato.

Il comparto interessato è quello più vulnerabile di ogni amministrazione : urbanistica e edilizia

Milano da circa un ventennio è oggetto di interventi urbanistici importanti.

Da dopo Milano Expo (2015) i piani realizzativi hanno avuto una significativa accelerazione.

L’iter degli interventi hanno vissuto i primi passi con sindaco Letizia Moratti ( centrodestra) .

Hanno proseguito con Giuliano Pisapia ( Rifondazione Comunista e Sinistra Democratica). Hanno preso uno slancio più marcato con Giuseppe Sala, uomo di centrosinistra, sindaco dal 2016

Lecito criticare.Verdismo d’accatto,più apparente che reale, sofferenza dei ceti allontanati dalle zone trasformate per il vistoso rincaro del costo immobili, speculazioni, velocizzazione degli iter che hanno sacrificato i controlli amministrativi e democratici.

Come possono esserci state possibili corruzioni, faccendieri , asservimenti della funzione pubblica a interessi privati.

Quando le imprese programmano i lavori stradali nei costi sono già previsti i probabili sinistri, il numero presunto di feriti e di decessi

È realismo d’impresa. Qualcuno morirà per rimettere in sesto quel ponte o per le interruzioni di traffico.

Lo stesso realismo dovrebbe guidare chi prende in esame progetti urbanistici e edilizi come quelli milanesi.

Casi di corruzione sono fisiologici e inevitabili

Senza meraviglia per nessuno.Con il dovere di tutti di individuarli e sanzionarli.
Errato sarebbe non fare per evitare la corruzione.

Sbagliato anche asseverare che è tutta una palude corruttiva.

Si prendono i casi e si interviene, senza pregiudicare il quadro generale

Che anzi dovrebbe trarne vantaggio.
Quando la funzione giurisdizionale funziona si dovrebbe fare così.

Per gli immemori c’è da ripescare dal semirecente passato lo scontro durissimo alla Procura di Milano fra il procuratore generale Edmondo Bruti Liberati e l’aggiunto Alfredo Robledo.

Il primo ‘ toga rossa ‘ a tutto tondo

Il secondo partigiano della magistratura con la mission della salvaguardia della Costituzione.

Mission che imporrebbe alla Magistratura la funzione ‘ moralizzatrice ‘ e le conseguenti scelte politiche.

Tutto parte da lì. Con un Bruti Liberati che difende la libertà di scelta della politica e nega la funzione del pm interventista.E Robledo che sostiene il contrario

Siamo tornati a Robledo e soprattutto al teorema Borrelli.

Nel provvedimento giudiziario di perquisizione, si evidenziano la “degenerazione della gestione urbanistica dell’amministrazione comunale di Milano i cui uffici, piuttosto che presidio di tutela dell’interesse pubblico e centro della pianificazione urbanistica sono stati asserviti alle utilità di una cerchia ristretta ed elitaria di soggetti privati che hanno imposto programmi e interventi di un’imponente e incontrollata espansione edilizia della città”.

Il giudizio politico impasta il provvedimento

Le valutazioni della procura per adesso rinvenibili non sono di segno diverso.
Aumento dei prezzi e sostituzione dei residenti storici (cd gentrificazione ).Pianificazione troppo orientata al profitto immobiliare. Cementificazione mangia verde pubblico.Scarsa trasparenza democratica dei processi decisionali.

Qui entra in ballo quanto si sostiene da anni

Non ci sono ‘ toghe rosse’ che svolgono il loro ministero per far fuori quelli che definiscono ‘ fascisti ‘o giù di lì .

C ‘è invece un numero indefinito di magistrati che intendono la propria funzione come veicolo di spodestamento delle istituzioni di rappresentanza.

Istituzioni da sostituire con un governo dei giusti, cioè il loro

Fu Borrelli,procuratore generale a Milano al tempo di ‘ mani pulite ‘ quello che ipotizzò di fatto di potere ricoprire il ruolo di presidente del consiglio ‘ come servizio di complemento ‘ se tutto ‘ fosse crollato ‘.

L’ambizione rimane la stessa e i colpi per far ‘ crollare tutto ‘ continuano . Nella sicurezza dell’ impunità

Dopo Berlusconi, Renzi, poi Salvini , poi di nuovo la sinistra milanese, poi ancora Salvini.

Già perchè anche Palermo continua indefesso nel picconamento, sotto le vesti di un ricorso in Cassazione legittimo in sè ,quanto improprio e persecutorio.

In attesa che tutto crolli.

Poi ci penseranno loro.

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