Mi difendo da solo

legittima difesa

Mi difendo da solo

Nel mondo al contrario nel quale ci tocca vivere, essere non è più difendersi e tra i diritti non figurano più la vita, la sicurezza, la difesa di sé, della famiglia, delle proprie cose.

Non pochi ne sono addirittura soddisfatti: sono stati denaturati, sottoposti a un bombardamento culturale che ha estirpato orgoglio, senso di appartenenza, identità, il dovere, un punto d’onore, da sempre, di difendere ciò che è nostro

Nel caso della criminalità, ci viene detto da governi di ogni orientamento che il fenomeno non è grave, che la nostra è un’errata percezione di insicurezza alimentata da paure irrazionali diffuse ad arte.

Lo dicessero alle donne aggredite, ai controllori dei mezzi pubblici intimiditi, agli anziani scippati della pensione, a chi teme a uscire di casa in quartieri non più suoi, passati alla criminalità o alla sostituzione etnica, altro concetto negato, come se i nostri occhi vedessero lucciole per lanterne.

“Si, ma le statistiche dicono questo”. ” Si, ma le percentuali…”, “Si, ma i numeri….”

Non mi interessa molto delle statistiche, delle percentuali e e dei numeri se davanti a me ho un criminale che minaccia me e la mia famiglia.

La conseguenza è che bande spadroneggiano, mentre chi, aggredito in casa o nel proprio legittimo commercio, osa difendersi è messo sotto processo, rovinato, addirittura denunciato da delinquenti per ottenere risarcimenti, come se fosse il malcapitato ad aver invaso la proprietà e la famiglia altrui.

Nella Costituzione americana c’è un diritto sacro che condivido ed e’ sancito dal Secondo Emendamento: “Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata milizia, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto”.

Risentiva del momento fondante della nazione, certo, ma riconosceva che non si è cittadini fino in fondo se non si partecipa direttamente alle istituzioni, una delle quali è la “milizia”, ovvero la difesa in armi di sé e dello Stato.

Proteggere se stessi, i propri cari, il bene materiale più caro, la casa, è la premessa per costruire una comunità

La perdita di vigore morale fa dire alle maestrine dalla penna rossa che così si alimenta il Far West, stucchevole espressione priva di senso.

Chi diffonde violenza, il cittadino che, faticosamente e dopo aver superato ostacoli burocratici di ogni genere, detiene un arma , o i delinquenti che minacciano, rapinano, uccidono, armati illegalmente?

Chi viola il domicilio e terrorizza persone pacifiche, bambini compresi, i delinquenti di professione o chi si difende?

Eppure, per una certa cultura chi si attrezza con un arma per necessità difensiva in assenza del potere “legittimo” è un assassino potenziale, un carnefice strutturale in quanto tutela ciò che ritiene suo: vita, figli, famiglia, abitazione, lavoro.

Questo e’ il pensiero “buonista”, pronto a trovare attenuanti, esimenti, torti ancestrali subiti, colpe collettive nelle attività di chi delinque.

L’esistenza dello Stato presuppone l’esclusiva nell’uso della forza, il monopolio della violenza legittima.

Presuppone anche che il potere sia in grado di proteggere vita e interessi dei membri della società, stando risolutamente dalla parte delle persone pacifiche, laboriose, quella che una volta si chiamava gente per bene.

Uno Stato che non controlla il territorio e permette che le armi siano in mano dei mascalzoni non può perseguire chi è costretto a difendersi da sé.

Se permette che bande di ladri o rapinatori possano addirittura pretendere risarcimenti per i danni riportati, e’ uno Stato debole non in grado di proteggere la nostra sicurezza.

E dove non arriva lo Stato deve poterci arrivare il cittadino.

Leggi anche: Giulia e i ricatti emotivi

www.facebook.com/adhocnewsitalia

SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT

Exit mobile version