Mes sì, Mes no. Il grimaldello per mettere le mani nelle tasche degli italiani

Il dibattito sui controversi strumenti del Recovery Fund e Mes pone scenari sulla tenuta dei governi in tutta Europa

Mes

Il Mes e i Recovery Fund sono il vero tema sul tappeto su cui si gioca la tenuta del governo Conte Bis.

Ormai il passaggio della conferenza stampa di due giorni fa, nel quale Conte si è pronunciato contro il meccanismo europeo di stabilità ha svelato i retroscena.

Siamo l’unico Paese UE che ne ha fatto un cavallo di battaglia politico, considerandolo alcuni un cavallo di Troia per svendere quello che resta della nostra sovranità, per altri un cavallo che può aiutare a tirarci fuori dalle sabbie mobili in cui siamo finiti per colpa del Covid-19 e non solo.

Le dichiarazioni sul Mes

In questi tre giorni il dibattito sui soldi che l’Europa ci presterebbe per uscire dalla crisi da Covid-19, si è fatto a quanto mai incandescente.

Non si può liquidare il tema con una battuta alla stampa. Il Mes va discusso in Parlamento“.

A dirlo è stato il leader del Pd, Nicola Zingaretti, che ha commentato così la decisione del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, di rifiutare, almeno per il momento, i soldi del Mes, il cosiddetto fondo Salva-Stati europeo.

La risposta del premier è arrivata durante la conferenza stampa sulla manovra a Palazzo Chigi.

Ieri ho chiarito perché il Mes non può essere la panacea di tutti i nostri problemi. Mi sembra di essere stato chiaro e non ritorno su questo. Non è che la questione è stata risolta ieri in conferenza stampa: ci sono le sedi opportune per parlarne”.

Dello stesso avviso di Zingaretti anche Matteo Renzi.

Dicendo No al Mes il Premier Conte fa felici Meloni e Salvini ma delude centinaia di sindaci e larga parte della sua maggioranza. Il tempo dimostrerà come questa decisione sia un grave errore politico e soprattutto un danno per gli italiani”.

Così il leader Iv Matteo Renzi critica su Facebook il no del premier all’attivazione del Mes.

Gli fa eco il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri,  che a Radio 24 si è  detto anche egli favorevole al meccanosmo europeo.

Dico le stesse cose da maggio: sono favorevole al Mes anche perché l’ho negoziato io e so bene che non presenta nessun tipo di condizionalità. Spiego un fatto tecnico che il presidente del Consiglio ha spiegato, che il beneficio per l’Italia dell’utilizzo del Mes non sono 37 miliardi aggiuntivi ma sono i risparmi di interessi, 300 milioni all’anno. Ovviamente anche 300 milioni per un ministro dell’Economia sono una cifra significativa, quindi io sono favorevole all’utilizzo“.

Da ultima, in un’intervista alla Repubblica, la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa.

Capisco bene che, soprattutto a causa del Covid, la priorità politica in questo momento è tenere unita la coalizione di governo. Ma i fondi del Meccanismo europeo di stabilità ci occorrono e devono essere spesi bene. Ci vuole una discussione approfondita in Parlamento”.

La Spagna ci osserva. Sì o no al Mes

Il governo spagnolo, che non sta messo meglio dell’Italia, ha deciso di rifiutare il Recovery Fund, se anche il governo italiano rinuncerà al MES e forse allo stesso Recovery Fund, secondo quanto riferito dal sito ben informato Affari Italiani.

Se l’Italia che a maggio rischiava di non poter pagare le pensioni, e virtualmente sarebbe a rischio default se ci fosse un crollo delle entrate fiscali (cosa non inverosimile con due milioni di disoccupati in più previsti per fine anno e un crollo del PIL in caduta libera, di cui non si parla più), perché adesso tanto ottimismo?

Ci si permette addirittura di rimandare il pagamento delle cartelle esattoriali di fine ottobre, a dicembre.

Sono questi segnali essere indice del fatto che molti governi, a fronte del crollo della loro economia, sanno di avere le spalle coperte per i loro bilanci?

Se la pur pelosa carità europea viene rifiutata, non sarà un indizio che qualcuno starebbe forse finanziando, magari a fondo perduto, i governi affinché tengano in piedi la contestata “seconda ondata”?

Forse questo spiega la forte stretta che tutti i governi, anche quelli refrattari di Visegrad, stanno portando ora con coprifuochi, chiusure e restrizioni ulteriormente economicide.

Se le cose stanno come pensiamo di poter interpretare, allora è molto preoccupante: vuol dire che i finanziatori del Grande Reset (principalmente World Economic Forum), hanno aumentato il volume di fuoco sull’Europa per forzare la mano, e l’operazione di false flag sanitario non finirà

I veri obiettivi di distruzione economica 

Facile prevedere una stretta delle misure anticovid che metteranno in ginocchio la già precaria economia nostrana.

All’Europa, già pronta a concederci prestiti condizionati al meccanismo della Troika, non è sfuggita la situazione di risparmi e proprietà immobiliare del tutto peculiare del nostro paese.

Già da anni caldeggia l’introduzione di una patrimoniale e il reinserimento della prima casa nell’Imu, come anticipato dal commissario europeo Gentiloni.

Le cifre di risparmi 

Nel 2019 i risparmi degli italiani sono cresciuti di 45 miliardi di euro, arrivando così a 4.445 miliardi.

Di cui 1440 liquidi nei conti correnti bancari.

Sono i dati principali che emergono dall’indagine del sindacato bancario Fabi dal titolo “Le riserve e i risparmi delle famiglie italiane nel 2019”.
In dettaglio, è salito di 56 miliardi il saldo dei conti correnti bancari e di oltre 25 miliardi è aumentata la quota di investimenti in polizze assicurative e fondi pensione. Le scelte di allocazione dei risparmi, da parte dei consumatori, confermano la fiducia nelle banche e mostrano l’esigenza di cercare protezioni da rischi futuri e imprevisti vari, osserva la Fabi.

Il 75,2% delle famiglie, tre su quattro, risiede in una casa di proprietà.

Nel 2016 la superficie media di un’abitazione è pari a 117 mq e il suo valore medio è di circa 162 mila euro (1.385 euro/mq).

In generale, le abitazioni possedute da persone fisiche hanno un valore complessivo, includendo anche le relative pertinenze, di 5.526 miliardi di euro, mentre il valore complessivo del patrimonio abitativo supera i 6mila miliardi.

Una montagna di soldi infruttifera secondo i canoni voraci dell’Unione, che si appresta a mettere nel mirino, tramite l’esca avvelenata del Mes. Che diverrà irrinunciabile nel momento in cui venisse disposto ancora un nuovo lockdown.

 

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