MEGLIO TARDI CHE MAI LA FUNARO CI RIPE SA E PRENDE LE DISTANZE DA FRANCESCA ALBANESE
È un fatto assieme inusuale e salutare che la sindaca Sara Funaro abbia finalmente voltato pagina e preso una posizione netta nei confronti della proposta di conferire la cittadinanza onoraria alla relatrice ONU Francesca Albanese.
Dopo che per mesi la città di Firenze era finita sotto i riflettori per una scelta che, come oggi appare evidente, si rivelava politicamente divisiva e potenzialmente pericolosa per la sua credibilità istituzionale, Funaro ha deciso di ripristinare un minimo di buon senso, anche se fuori tempo massimo a due giorni dalla votazione
Nel luglio 2025 un gruppo consiliare — Sinistra Progetto Comune — aveva presentato una risoluzione per conferire la cittadinanza onoraria a Albanese, motivandola con il riconoscimento del suo lavoro come relatrice speciale dell’ONU sui diritti umani nei territori palestinesi. Il voto inizialmente previsto per l’8 ottobre 2025 è però saltato — la commissione comunale “Pace e diritti umani” è stata annullata poche ore prima della convocazione ufficiale.
Eppure non si desistette: l’idea restava sul tavolo e qualcuno sembrava disposto a insistere sul riconoscimento. Un doppio azzardo, perché la figura di Albanese era già al centro di forti divisioni interne alla maggioranza fiorentina e generava forti perplessità da parte di molti
Poi è arrivata la nota di Funaro del 1° dicembre 2025: la proposta viene ufficialmente respinta. Funaro dichiara che «su quanto è accaduto alla redazione de La Stampa non ci può essere una condanna con un “ma”. Non possono esserci moniti al giornalismo che è libero ed è presidio di democrazia»; per questo «non condivido e prendo le distanze dalle dichiarazioni di Albanese».
Un atto di coerenza, che smaschera per una volta la retorica buonista di certi ambienti politici disposti ad usare il brand “pace” e “solidarietà” come specchietto per le allodole — magari per distrarre da problemi concreti che la città affronta ogni giorno: sicurezza, traffico, degrado, gestione urbana.
È proprio quando si è impreparati su politica internazionale che si tenta di usare temi globali per ottenere visibilità facile, dimenticando che un buon sindaco deve occuparsi prima di tutto delle condizioni reali dei cittadini
Quel “dietrofront” di Funaro non è solo un rifiuto formale: è — o sarebbe dovuto essere — un’ammissione implicita di errore. Ammettere di avere considerato per ben due volte l’idea di dare le chiavi della città ad Albanese significa riconoscere che si stava per realizzare una scelta sbagliata. Una cantonata colossale, che avrebbe offerto a Firenze un’immagine divisiva e controversa, non certo quella di «città di ponti e di pace» che si pretendeva.
Ma attenzione: non basta dirsi contro adesso. Serve che questa lezione — che purtroppo arriva tardi — serva davvero: che la politica fiorentina smetta di usare la diplomazia internazionale e le divisioni in Medio Oriente come trampolino di visibilità, e torni a concentrarsi sui problemi quotidiani di Firenze, che si torni a dare le chiavi della cittàa chi ha fatto qualcosa per il buon nome della Città e al di là del caso Albanese ci sentiamo di dire che anche le chiavi consegnate ad un cantante che per quanto noto non ha mai fatto o detto niente per Firenze potevano essere risparmiate
Detto ciò siamo convinti che solo così una amministrazione comunale può dimostrare di essere degna della fiducia dei cittadini — e non un semplice megafono per questioni che poco o nulla hanno a che vedere con la vita reale nella nostra città.
Ecco perché, in questo caso, Funaro ha fatto bene. Ma resta l’amaro in bocca per tutte le settimane in cui quella doppia ipotesi è stata sul tavolo: un’amarezza che sarebbe stato giusto evitare — a tutela della dignità della città e di chi la abita.
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