Maudsley, il serial killer che deve scontare l’ergastolo in una cella di vetro

MOUDSLEY

Robert Maudsley, uno dei serial killer più pericolosi del Regno Unito deve trascorrere il resto dei suoi giorni all’interno di una cella trasparente in vetro realizzata nei sotterranei del carcere inglese di Wakefield. La giustizia britannica -come riporta Ansa – ha respinto infatti il ricorso dei legali di Maudsley, 68 anni, che voleva passare gli anni rimanenti del suo ergastolo con gli altri detenuti. E’ stata ribadita la sua estrema pericolosità e deve essere quindi ancora controllato a vista, come il personaggio di Hannibal Lecter nel film ‘Il silenzio degli innocenti’.

Maudsley, originario di Liverpool, è responsabile dall’assassinio di quattro uomini tra il 1974 e il 1978. La cella, protetta da un vetro antiproiettile, misura 5,5 x 4,5 metri, ed era stata costruita appositamente per lui nel 1983. Trascorre al suo interno 23 ore al giorno, oltre alla cosiddetta ora d’aria, dorme su una lastra di cemento e usa servizi igienici che sono imbullonati al pavimento. Ha a disposizione un tavolo e una sedia in cartone compresso per evitare che possa usare qualsiasi oggetto come arma contro le guardie.

Panopticon

Insomma, in Inghilterra hanno trasformato in realtà il Panopticon (o panottico); ovvero il carcere ideale progettato nel 1791 dal filosofo e giurista Jeremy Bentham.

Il concetto della progettazione è di permettere a un unico sorvegliante di osservare (opticon) tutti (pan) i soggetti di una istituzione carceraria senza permettere a questi di capire se siano in quel momento controllati o no. Il nome si riferisce anche a Argo Panoptes della mitologia greca: un gigante con un centinaio di occhi considerato perciò un ottimo guardiano.

L’idea del panopticon, come metafora di un potere invisibile, ha ispirato pensatori e filosofi come Zygmunt Bauman e Michel Foucault. Nel suo saggio Sorvegliare e punire, Michel Foucault prenderà il panopticon come modello e figura del potere nella società contemporanea. Ma anche lo scrittore britannico George Orwell nel romanzo 1984, la cui Psicopolizia è legata a doppio filo al controllo panottico.

 

 

 

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