Malnazidos. La Spagna supera i fantasmi della guerra civile…. con gli zombie!

In Malnazidos di Alberto de Toro e Ruiz Caldera, fascisti e repubblicani uniscono le forze per una Spagna senza zombie

 

Spagna, 1938. Guerriglieri del POUM (Partido Obrero Union Marxista) ed un pugno di soldati nazionalisti uniscono le forze per combattere i mostri di un esperimento nazista, condotto a ridosso del fronte. Zombie, o morti viventi se preferite, cui uno spietato scienziato delle SS ricorre per vincere la guerra. 

Questa, in sintesi, la trama di MALNAZIDOS di Alberto de Toro e Javier Ruiz Caldera, storpiatura “nazi” di – malnacidos -, cioé – figli di… –

Un bastardi senza gloria alla paella e non morti, prodotto da TeleCinquo con il finanziamento del governo spagnolo, talmente folle che funziona. 

Il capitano Jan Lozano ed il soldato Decruz, entrambi ritenuti poco affidabili dai comandi superiori, sono incaricati di consegnare un dispaccio ad una postazione avanzata, correndo il rischio di essere uccisi o catturati. Lungo la strada, nel tentativo di soccorrere un pilota italiano abbattuto, i due militari vengono fatti prigionieri da “Sergente”, da “Ammazzapreti” e dai loro compagni, variegato gruppo di anarchici che va dall’ex campione di motociclismo al russo naturalizzato spagnolo fino all’intransigente e fanatico commissario politico. 

Attaccati dai morti viventi, gli anarco-nazionalisti trovano rifugio in una cascina già occupata peraltro da altri sopravvissuti: la battagliera suor Flora, il sottotenente della Falange spagnola Jurel ed il fuciliere musulmano Rafir (le unità marocchine di Franco, per intenderci). Ne nascono battutacce e polemiche spicciole… mentre fuori i cadaveri si ergono dalle tombe!

“Ehi fascista!”, “Pace all’anima sua, anche se è un rosso” ed altre più colorite che non riportiamo, guardatelo!

Da civile, la guerra diventa una lotta per la sopravvivenza e per sconfiggere un male più grande, zombie creati da un gas che, se in mano ad una delle due fazioni, diffonderebbe la piaga dei morti viventi a tutto il paese. 

“Viva la Spagna!” Grida il falangista Jurel prima di farsi saltare in aria. “La mia Spagna o la tua?” Gli domanda l’anarchico Mecha, prima di concordare per una qualunque Spagna senza zombie. E boom, i due che saltano in aria. 

La morte di Jurel e di Mecha è fra i momenti più toccanti della pellicola: le due Spagne, quella di Franco e quella dei repubblicani, una accanto all’altra: si conoscono, imparano ad apprezzarsi, decidono di morire insieme per sconfiggere un nemico più grande, parto della follia nazista.

Il filone horror-bellico non nasce certo nella Penisola iberica: DeathWatch, Overlord, Fantasmi di guerra sono solo alcuni dei titoli di un genere che coniuga la storia militare alle atmosfere di Romero e di produzione britannica e statunitense.

In genere, infatti, l’originalità e la capacità di coniugare tematiche così diverse appartiene ad Hollywood…

Malnazidos va però oltre, toccando un argomento raramente considerato dal genere, il fatto che armi di distruzione di massa non debbano appartenere a nessuno, neanche a chi combatte per la libertà. A questo si aggiunge l’appartenenza alla comunità nazionale e la comune critica a quel passato che per gli spagnoli è stato difficile dimenticare. 

Malgrado i grandi passi avanti dal 1975 ad oggi, il retaggio franchista è ancora parte della Spagna contemporanea fra antifascismo e nostalgismo. 

Se è vero che il cinema è influenzato dal mondo reale e dalle sue tendenze, il tentativo di de Toro e Ruiz è importante perché la società spagnola pare ormai riconoscere che la guerra civile non ha avuto vincitori:

Ciascuno di noi in questa guerra ha fatto cose di cui non andare fieri” commenta, amaro, il repubblicano “Sergente”. 

Come d’altronde nessuna guerra civile. 

In Italia accade il contrario: nella speranza di rendere popolare ed appetibile ad un pubblico sovente ignaro della nostra storia, la Resistenza è ridotta ad una specie di farsa come in Ritorno al crimine (la Banda della Magliana che affronta la Gestapo rasenta il ridicolo) ed in Freaks out. 

Chissà che, anche in Italia, non occorra un’orda di zombie per riuscire finalmente a raccontare ed a raccontarci con maggiore lucidità e senso critico. Ed a poter dire, sul grande schermo e fuori dal cinema, che pure da noi “in quella guerra sono state fatte cose di cui non andare fieri”. 

 

 

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(Immagine di sfondo: due personaggi di Malnazidos. Fonte: IMDB)

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