Malinen: “Italia e Finlandia colpite severamente dall’Euro”

Malinen

Lo scorso 11 agosto su Byoblu il giornalista Edoardo Gagliardi ha intervistato il professore ed economista finlandese Tuomas Malinen. In questa intervista esclusiva il professor Malinen ha spiegato il perchè l’Italia e la Finlandia dovrebbero uscire il prima possibile dall’Euro. In poche righe proveremo a riassumerne i tratti essenziali.

L’Euro ha fallito

“Nella storia ci sono state oltre duecento unioni monetarie che sono fallite. Il punto è che se si vuole avere un’unione monetaria sostenibile bisogna avere un’unione federale, oppure i paesi che formano l’unione devono essere molto vicini economicamente in modo tale da poter adottare lo stesso regime monetario”, ha affermato il professore. Inoltre, in una recente intervista ad un quotidiano italiano, Malinen ha dichiarato che le economie di Italia e Finlandia sono state severamente colpite dalla permanenza nell’Euro.

Una moneta unica per economie diverse

Il professore facendo riferimento alla Teoria dell’area ottimale della moneta ha spiegato il perchè è impossibile far funzionare una moneta unica in economie profondamente diverse. Questa Teoria sancisce quali siano i criteri necessari per entrare o formare una unione monetaria che realmente funzioni. Pertanto, guardando i paesi dell’Eurozona, solo pochi soddisfano tali criteri.

Sull’economia italiana e sul MES

Per quanto concerne la situazione dell’economia italiana Malinen non ha dubbi. Essendo alto il debito pubblico anche quello del settore bancario risulta molto instabile. Per cui il rapporto debito-ricchezza delle aziende non finanziare risulta molto elevato. “Penso che il vostro sistema bancario non sia attrezzato per sopportare uan crisi economica. Possiamo aspettarci una seria crisi del settore bancario italiano durante il prossimo autunno”, così il professor Malinen. Riguardo il MES, invece, ha esternato delle perplessità. “Penso che sia la via ottimale da percorrere se uno ha problemi con l’acquisizione del debito dal mercato finanziario. Cosa che non penso che voi abbiate.”

Eurexit

“Inizia tutto con la volontà politica poi si dovrebbe stilare un piano segreto per il controllo dei capitali, infine annunciare che da quel momento in poi gli euro che si utilizzano in Italia sono euro italiani. Le cose si muoverebbero di conseguenza da quel momento in poi”, ha spiegato Malinen. A ciò, l’economista ha affiancato delle questioni tecniche: la necessità di azionare un sistema di pagamenti interno e il predersi cura del settore bancario. Per di più, incalzato dalla domanda del giornalista – “Se uscissimo dall’Euro rischieremmo di diventare un paese del terzo mondo?” – Malinen ha risposto in maniera secca e pungente. “Si tratta di bugie! Potrebbero esserci situazioni economiche difficili per i primi due anni, ma avere una moneta propria renderebbe sostenibile l’economia.” Per il professore sarebbe necessario tornare alle monete nazionali provando a sostenere il progetto di cooperazione tra gli Stati membri dell’UE.

La Finlandia

“I finlandesi non vogliono diventare finanziatori di tutti gli altri paesi della zona euro. Ogni paese ha la responsabilità di doversi occupare della propria economia. Non spetta all’UE occuparsi fiscalmente degli altri paesi. Questo è scritto nel TFUE.” Secondo Toumas Malinen l’attenzione dell’opinione pubblica finlandese, rispetto al tema di una possibile uscita dall’Euro, risulta poco elevata. Tuttavia, qualcosa sembrerebbe essersi mossa con la presentazione del Recovery Fund. In più, anche in Finlandia il lockdown è stato abbastanza severo. Il governo ha chiuso caffè, bar, grandi assembramenti per oltre due mesi.

Crisi economica in arrivo

Secondo Malinen le crisi economiche sono prevedibili. Ciò è possibile perchè dalle crisi bancarie spesso emergono delle vulnerabilità economiche (ad esempio le bolle finanziarie). In sostanza, Malinen spiega che prima si attende lo schock e poi, nel momento in cui esso si verificherà, si manifesterà la crisi. Il professore, infatti, ha chiarito che rispetto al 2008 – la crisi colpì principalmente il settore finanziario – questa volta la crisi dovuta al Covid colpirà duramente l’economia reale. Quali saranno le contromosse? Lo scopriremo già dal prossimo autunno. Nel frattempo siamo stati caldamente avvertiti.

 

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