Magistrati scioperano avvocati rispondono

riforma cartabia

Riforma Cartabia – A fronte dello sciopero proclamato dai magistrati dell’A.N.M. Il 16 maggio contro la riforma Cartabia, si sta mobilitando un vasto movimento di opinione. Gli avvocati sostengono che L’azione dei magistrati, costituisca una indebita intromissione nella politica del governo che tenta di riformare la giustizia e di riequilibrare i poteri dello Stato.

Gli avvocati inoltre, pur affermando l’insufficienza della riforma Cartabia apprezzano gli sforzi riformatori del Governo. Lo sciopero sarebbe legittimo se adducesse al rapporto di lavoro tra lo stato e i magistrati. Invece l’agitazione vuole incidere sulle competenze del Parlamento o dei cittadini attraverso il referendum. 

Alcuni magistrati si oppongono

Contro l’A.N.M. anche un gruppo di circa 50 magistrati che nella mailing list dell’A.N.M. critica i vertici dell’associazione. Nell’appello si afferma che ”Dopo lo scandalo Palamara nulla è stato fatto per risolvere il problema delle correnti”.

Secondo i dissidenti lo sciopero potrebbe ritorcersi contro i magistrati stessi. Con la credibilità all’esterno messa in dubbio e la compattezza interna fortemente lacerata. 

Sia chiaro, può capitare che una riforma sia sgradita a qualcuno, specialmente a chi la vive sulla sua pelle. Ma nella divisioni dei poteri che governa uno Stato sovrano, non può essere l’ordine giudiziario a invadere il campo che appartiene al parlamento ed al governo nella formazione delle leggi. I

l CSM colpito duramente dal caso “Palamara” ci ha mostrato delle pratiche che mai vorremmo riscontrare in chi amministra la giustizia, pratiche contro cui pochi hanno il coraggio di lottare.

L’A.N.M. contraria alle riforme

Al netto di tutte le considerazioni, infatti, tutti tentativi di riforma dell’ordine giudiziario sono stati respinti. questo porta ad una considerazione. O tutti i governi che si sono succeduti nel tempo perseguivano l’obbiettivo di sminuire e frustrare l’operato dei magistrati e di sottometterlo. E giustamente la categoria non lo ha permesso.

Oppure caparbiamente l’ANM non accetta nessuna riforma dell’ordine giudiziario che non gli sia gradita. E questo mi pare più semplice e quindi più probabile. Il CSM non è la terza camera della nostra Repubblica.

Il CSM è l’organo di autocontrollo dei magistrati e gode di una fortissima autonomia che non deve essere usata per distribuire incarichi o influenze.

Il Consiglio Superiore della Magistratura fu creato per proteggere la giustizia dalle interferenze della politica. Non deve essere uno strumento di privilegio di alcuni magistrati. 

A chi scrive preme concludere dicendo che da questo osservatorio privilegiato quanto emerso dal caso Palamara e quanto ne è seguito non rispecchia assolutamente l’alto valore degli uomini, delle donne e della categoria che rappresentano. Non gettiamo il bambino insieme all’acqua sporca. 

 

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