Classico o composizione contemporanea? È intrigante la domanda che si pone il maestro Markus Stenz, che dirigerà l’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino in Der Junge Lord, opera comica in due atti di Hans Werner Henze (1926-2013), secondo titolo operistico dell’87° festival del Maggio Musicale Fiorentino. L’opera andrà in scena domenica 25 maggio alle ore 17: per Firenze si tratta di una prima assoluta, mentre per l’Italia è la prima in lingua originale; in italiano infatti, nella versione ritmica di Fedele D’Amico, andò in scena all’Opera di Roma nel dicembre 1965, lo stesso anno della prima assoluta che si era tenuta alla Deutsche Oper di Berlino il 7 aprile. Due le repliche previste: mercoledì 28 (ore 20) e sabato 31 maggio (ore 15:30). Il cast è formato dall’attore Giovanni Franzoni nella parte di Sir Edgar e – nella corposa compagnia di canto – da Levent Bakirci come Sein Sekretär (il suo segretario; da Matteo Falcier nella parte di Lord Barrat; Marily Santoro veste i panni di Luise; Caterina Dellaere interpreta Begonia; Andreas Mattersberger è Der Bürgermeister e Marina Comparato interpreta la Baronin Grünwiesel. Marily Santoro è Luise e Antonio Mandrillo è Wilhelm. Un grande numero di talenti ed ex talenti dell’Accademia del Maggio completa la compagnia di canto: Yurii Strakhov è Oberjustizrat Hasentreffer; Gonzalo Godoy Sepúlveda è Ökonomierat Scharf; il Professor von Mucker è interpretato da Lorenzo Martelli; Aloisia de Nardis veste i panni di Frau Oberjustizrat Hasentreffer, Nikoletta Hertsak interpreta Ida; Letizia Bertoldi è Ein Kammermädchen; Ioanna Kykna è Frau von Hufnagel e Davide Sodini è Ein Lichtputzer. La regia è di Daniele Menghini, al suo debutto assoluto sulle scene fiorentine. Il maestro del Coro del Maggio è Lorenzo Fratini; la maestra del Coro di voci bianche dell’Accademia del Maggio è Sara Matteucci.
In questo nuovo allestimento le scene sono di Davide Signorini, i costumi di Nika Campisi e le luci di Gianni Bertoli. Protagonisti inoltre i ballerini della Compagnia KOMOCO che danzeranno sulle basi della coreografia curata da Sofia Nappi; l’assistente alla coreografia è Adriano Popolo Rubbio.
In seguito a una commissione ricevuta dall’opera di Berlino, Henze aveva pensato inizialmente a Love’s Labour’s Lost (Pene d’amore perdute) di Shakespeare; abbandonato il progetto, il compositore si rivolse alla poetessa austriaca Ingeborg Bachmann, sua amica, che prese spunto da una favola di Wilhelm Hauff, autore tedesco morto a soli 25 anni nel 1827. La poetessa inserì nuovi personaggi rispetto all’originale e compose un testo poeticamente molto complesso. Ebbe inoltre l’idea, molto efficace sul piano teatrale, di fare del personaggio del gentiluomo inglese un personaggio muto (che è infatti interpretato da un attore e non da un cantante) che parla esclusivamente tramite il suo segretario. Questa in sintesi la vicenda: In un’immaginaria cittadina tedesca di provincia la vita degli abitanti viene stravolta dall’arrivo di un nobile inglese, l’enigmatico Lord Edgar con il suo improbabile seguito di personaggi bizzarri. Tra essi vi è anche il nipote, il giovane Lord Barrat, che attrae e inquieta gli altri protagonisti dell’opera con i suoi strani modi di fare. Pur di tenere il passo dei nuovi arrivati, gli abitanti cercano di compiacere in ogni modo il giovane Lord, salvo poi scoprire solo alla fine di essere stati ingannati: nei panni di Lord Barrat si cela infatti una scimmia ammaestrata di un circo.
Sia il libretto che la musica ebbero una gestazione molto veloce: il primo venne scritto in poche settimane, mentre la musica fu composta tra il gennaio e l’agosto del 1964: la prima rappresentazione (7 aprile 1965), sotto la direzione di Christoph von Dohnányi, fece così tanto scalpore che l’opera fu ben presto allestita nei maggiori teatri europei.
Nella produzione di quel periodo mancava al compositore un’opera comica; e come lui stesso ebbe a dichiarare, sentiva la necessità di avvicinarsi al genere comico, a questo punto della sua carriera, dopo un periodo caratterizzato da musiche piuttosto angosciose e aspre. [1] E così l’opera si ispira alla grande tradizione buffa soprattutto mozartiana e rossiniana, con un occhio però anche al Falstaff e al Rosenkavalier; l’organico strumentale è sostanzialmente quello di una orchestra di primo Ottocento, con rafforzamento delle percussioni. Nonostante però la presenza di questi elementi che le conferiscono un’apparente leggerezza, l’opera di Henze è tuttavia una riflessione amara sull’ipocrisia della società benpensante e sull’emarginazione dell’individuo, tematiche tradotte in una scrittura a tratti corrosiva e tagliente anche se inserita nel rassicurante ambito della tonalità. “L’intreccio tra stilemi tonali, atonali e politonali determina una estrema plasticità teatrale, sostenuta da un continuum orchestrale nel quale si inseriscono, con un ruolo di intensificazione drammaturgica, gli Interludi. Henze inventa un realismo etico che denuncia il sottile egoismo, la presunzione, la falsa sollecitudine e la crudeltà sociale di ogni rigido e immobile codice sociale, politico ed estetico.” [2]
Per tornare dunque alla domanda di partenza: “Credo che Der junge Lord sia già definibile un classico e non una composizione contemporanea. È anche un delizioso esempio di opera buffa, creata con il prezioso contributo della librettista Ingeborg Bachmann; amo inoltre che quest’opera sia veramente puro teatro e che vada decisamente oltre a quelle che sono le nostre aspettative del mondo digitale moderno: ristabilisce il concetto del ‘fare teatro per il teatro’. Tutti gli effetti speciali sono naturali e creati dalle persone stesse e il palcoscenico è colmo: ci sono attori, il coro, i giovani del Coro delle voci bianche e i figuranti. Quest’opera è il massimo del divertimento insomma, ma al contempo è anche impressionantemente profonda. Lavorare con Daniele Menghini è stato molto stimolante, apprezzo molto la sua visione dell’opera, è sì capace di raccontare questa storia esattamente per quello che essa vuole trasmettere ma è stato anche in grado di farlo con tanta creatività: questo permette di capire l’opera senza la necessità di conoscerla prima e la storia, semplicemente, si sviluppa davanti agli occhi del pubblico.” Così il maestro Markus Stenz, mentre il regista Daniele Menghini osserva: “È una gioia e un onore poter debuttare in questa edizione del Festival del Maggio e lo è ancor di più poterlo fare con un’opera come Der junge Lord, che conferma lo spirito pionieristico di un Festival che ha sempre cercato di scovare titoli inediti e fuori dagli schemi classici del repertorio. In quest’occasione viene fatto con la meravigliosa opera che Henze compose insieme alla poetessa Ingeborg Bachmann, partendo da una novella tedesca dell’800 grazie alla quale ha composto un vero e proprio capolavoro dai tratti decisamente irriverenti che ci rivela tutte le nostre ipocrisie e tutte le nostre nevrosi che tutti noi spesso facciamo fatica a riconoscere e ammettere. È un’opera corale, imprevedibile e a tratti scorretta che – se da un lato guarda alla tradizione – dall’altra la deforma con quel cinismo grottesco che solo i tedeschi sanno trasmettere. Il finale, inaspettato, indirettamente ci fa domandare: che cosa siamo disposti a sacrificare della nostra civilissima umanità per apparire meno bestiali e brutali di quanto siamo in realtà?”.
DER JUNGE LORD
Musica di Hans Werner Henze
Nuovo allestimento
Prima rappresentazione in Italia in lingua originale
Maestro concertatore e direttore Markus Stenz
Regia Daniele Menghini
Maestro del Coro Lorenzo Fratini
Maestra del Coro di voci bianche dell’Accademia del Maggio Sara Matteucci
Scene Davide Signorini
Costumi Nika Campisi
Luci Gianni Bertoli
Coreografia Sofia Nappi con i danzatori “KOMOCO”
Arthur Bouilliol, Leonardo de Santis, Glenda Gheller, India Guanzini, Paolo Piancastelli, Senne Reus, Julie Vivès
Assistente alla coreografia Adriano Popolo Rubbio
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Sir Edgar Giovanni Franzoni
Sein Sekretär Levent Bakirci
Lord Barrat Matteo Falcier
Begonia Caterina Dellaere
Der Bürgermeister Andreas Mattersberger
Oberjustizrat Hasentreffer Yurii Strakhov
Ökonomierat Scharf Gonzalo Godoy Sepúlveda
Professor von Mucker Lorenzo Martelli
Baronin Grünwiesel Marina Comparato
Frau von Hufnagel Ioanna Kykna
Frau Oberjustizrat Hasentreffer Aloisia de Nardis
Luise Marily Santoro
Ida Nikoletta Hertsak
Ein Kammermädchen Letizia Bertoldi
Wilhelm Antonio Mandrillo
Amintore La Rocca James Kee
Ein Lichtputzer Davide Sodini
Circensi Giulia Cammarota; Andrea Fantauzzi; Marco Migliavacca
Figuranti speciali Filippo Beltrami; Vittorio Bentivoglio; Dario Tamiazzo; Leonardo Paoli; Simone Ticci
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Coro di voci bianche dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino
[1] https://www.gbopera.it/2022/04/hans-werner-henze-1926-2012-der-junge-lord-il-giovane-lord-1965/
[2] https://www.operamanager.com/cgi-bin/process.cgi?azione=ricerca&tipo=OP&id=10891