Macron il mediatore per l’Ucraina

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Oggi Macron sta giocando un ruolo importante, andando a fare da mediatore occidentale tra l’America di Biden e la Russia di Putin. Ciba sicuramente da francese. Molto più che da europeo, poiché, a conti fatti, l’Europa non resta nulla di più di una costruzione astratta.

L’Italia prende tempo, o forse perde tempo. Siamo lontani dalla politica estera coraggiosa degli anni ’50, che ha toccato picchi importantissimi nei primi anni ’60 per arrivare fino alla notte di Sigonella. Ma siamo ancora anni luce da quegli anni in cui, se ne faccia una ragione la sinistra, Berlusconi riusciva ad essere ospite gradito della Dacia privata di Putin e nel ranch privato e George Bush junior.

L’Italia che fu qualcosa

Oggi è poco più del nulla sullo scenario internazionale. Un presidente del consiglio che ha una certa credibilità, un paese che l’ha perduta. Il problema comunque e che questa guerra conviene a nessuno, men che meno all’Europa.

Il costo dell’energia può metterci veramente in ginocchio. Già le sanzioni agroalimentari hanno particolarmente massacrato l’Italia.

Quando da Washington si parla di dure sanzioni, a tremare non sono più solo tutte le aziende che avevano forti rapporti commerciali con la federazione Russa, ma l’intero tessuto sociale del paese. Questa guerra di logoramento rischiamo di pagarla noi.

Una guerra che non va bene a nessuno

Non conviene agli ucraini che nel bene o nel male la perderebbero e sono anche essi stremati. Non conviene a tutto l’occidente ed alla nato perché certo la Russia potrà essere meno potente dell’Alleanza Atlantica, ma il rafforzamento di un asse e la creazione di un’alleanza militare forte con la Repubblica Popolare Cinese metterebbe in discussione gli equilibri geopolitici del pianeta.

E non la vogliono neanche i russi che chiedono semplicemente di non avvicinarsi troppo ai loro confini con alleanze delle quali non sono affini.

E per assurdo non conviene neanche agli americani, che non avrebbero più solo il problema cinese e che sanno benissimo di non potersi permettere la guerra su due fronti. Praticamente un rispetto delle aree di influenza che ha evitato lo scontro nucleare lo scorso secolo.

Quindi non sarebbe meglio che la ragione prevalesse e che l’interventismo americano fosse mitigato, se non dalla lucidità perduta da Biden, almeno un po’ di coraggio dei partner europei che non dovrebbero accettare di essere trascinati verso l’escalation per un conflitto che porterebbe solo disastri a loro stessi in primis?

 

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