L’uomo della provvidenza

La Chiesa cattolica: un altro argine al potere assoluto di Mussolini

chiesa

L’influenza della Chiesa si sente in ben due articoli della costituzione repubblicana. La struttura della Santa Sede in Italia ha sempre pesato. L’Italia ad oggi non può dirsi un paese acattolico.

Il non éxpedit che inibiva il voto ai cattolici per le elezioni politiche del Regno d’Italia e l’assunzione delle cariche ad esse connesse, era de facto una mutilazione per ila legittimità del paese stesso. La stragrande maggioranza della popolazione era cattolica. Il voto però i cattolici potevano liberamente esercitarlo negli enti locali che i sacerdoti definivano il paese reale. Contrapposto a quello legale.

Dunque nei comuni il peso dei cattolici c’è sempre stato. Successivamente anche a livello nazionale vista la necessità del famoso Patto Gentiloni, tramite il quale si mediava la possibilità di partecipazione in aiuto dei deputati liberali che si impegnassero a non intraprendere battaglie anticattoliche al fine di arginare i socialisti.
Però è indubbio che la Breccia di Porta Pia pesava come un macigno nei rapporti tra il Regno d’Italia e la Santa Sede.

Il Papa si riteneva prigioniero a Roma

Per cinquantanove anni nessuno risolse il problema alla radice. Il Papa si riteneva prigioniero in Roma.
Benito Mussolini riuscì a realizzare un’accordo tra Stato e Chiesa che nel 1929 riconciliò definitivamente i rapporti.

Il patto stabiliva che il Papa tornasse ad avere piena sovranità sulla Città del Vaticano, che diventava un vero e proprio stato estero.

Un esultante Mussolini ebbe ad asserire:
Lo stato fascista rivendica in pieno il suo carattere di eticità: è cattolico, ma è fascista, anzi soprattutto, esclusivamente, essenzialmente fascista. Il cattolicesimo lo integra, e noi lo dichiariamo apertamente, ma nessuno pensi, sotto la specie filosofica o metafisica, di cambiarci le carte in tavola“.

Questo però rispondeva molto parzialmente alla verità, poiché il concordato affermava chiaramente
l’insegnamento della dottrina cristiana secondo la forma ricevuta nella tradizione cattolica, che lo stato ufficialmente riteneva fondamento e coronamento dell’istruzione pubblica.

Il risarcimento alla Chiesa

La Questione Romana era stata sanata risarcendo in buona parte il papato che aveva perduto l’indipendenza formale di capo di uno stato indipendente.

Mussolini fece buon viso a cattivo gioco con la fortissima influenza della Chiesa Cattolica in Italia. Però l’Italia veniva al contempo riconosciuta e legittimata dal capo spirituale della religione che formalmente restava, sin dallo Statuto Albertino l’unica dello Stato.

Un simile tentativo di conciliazione dei rapporti era avvenuto anche nel lungo periodo dello stato liberale ottocentesco. Infatti la famosa espressione “libera Chiesa in libero Stato” coadiuvata dalla scelta di portare avanti le leggi guarentigie erano tentativi di ricercare tale conciliazione. Che aldilà di importanti espropri garantivano la libertà della chiesa ed il sostegno dello Stato ad essa.

Avevano rappresentato certo degli atti di forza unilaterali dello stato italiano verso la Santa Sede, che non li aveva sottoscritti. Ma poi quello stesso stato le aveva sempre comunque dovute temperare con un carattere di garanzia e supporto dell’istituzione ecclesiastica.

Pare proprio che per più volte, Mussolini venne tentato dal varare leggi non in linea con gli interessi della chiesa. Magari ispirato dal ricordo delle sue esperienze socialiste. Caratterizzate da un forte anticlericalismo tanto da renderlo autore di un opera apertamente provocatoria quale “L’amante del cardinale. Claudia Particella”.

Mussolini non riusciva ad imporsi con la Chiesa

Addirittura Piero Calamandrei, intervenendo all’Assemblea Costituente arrivò ad affermare che un tale impegno in riferimento al matrimonio civile si presentava “troppo penetrante, troppo profonda, della sovranità dello Stato italiano”.

In queste parole c’è tutta la portata del problema. Addirittura il capo di un regime autoritario non riusciva ad imporsi con la Santa Sede che influenzava lo Stato nella propria sfera di competenza. Non c’è nulla di anormale se le decisioni di un legislatore vengono influenzate dalla sensibilità religiosa della maggioranza.
Però è una cosa che avviene meno nei regimi che in democrazia.

Questo riprova che la Chiesa era un altro argine al potere assoluto che, pur non potendo impedire eccessi di decisionismo, comunque spesso riusciva a mitigarli e tal volta a dissuadere.

Però sicuramente bisogna ammettere che Mussolini portò un forte successo politico e di legittimazione del proprio prestigio con i Patti Lateranensi. È importante capire che la chiesa mitigava il potere assoluto.

Però i patti Lateranensi accreditarono Mussolini che ottenne un importantissimo endorsement direttamente dal Santo Padre Pio XI: “Ci voleva anche un uomo come quello che la Provvidenza ci ha fatto incontrare; un uomo che non avesse le preoccupazioni della scuola liberale, per gli uomini della quale tutte quelle leggi, tutti quegli ordinamenti, erano altrettanti feticci e, proprio come i feticci, tanto più intangibili e venerandi quanto più brutti e deformi”.

 

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