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L’Unione Europea un superstato socialista e woke

di Francesco Terracciani
5 Settembre 2025
In Attualità
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L’Unione Europea un superstato socialista e woke
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L’Unione Europea un superstato socialista e woke

Giustamente, i conservatori di America First considerano l’Unione Europea un superstato socialista e woke e hanno lamentato la repressione da parte degli stati membri dei partiti di destra, dei valori tradizionali e dell’identità nazionale.

Ma l’accelerazione della diplomazia americana sulla questione Russia-Ucraina il mese scorso ha suscitato maggiore irritazione nei confronti del vecchio continente

Molti conservatori americani e realisti in politica estera ritengono che i leader europei stiano procedendo lentamente, se non addirittura ostacolando, il processo di pace.

L’amministrazione Trump è d’accordo, a giudicare da un rapporto di Axios pubblicato questo fine settimana intitolato “Scoop: la Casa Bianca ritiene che l’Europa stia segretamente impedendo la fine della guerra in Ucraina”.

Per gli americani, la storia e’ l’ennesima prova che l’intransigenza europea sta prolungando una guerra brutale e inutile

Infatti, gli europei sembrano davvero ostacolare la strada della pace. Si pensi, ad esempio, alla tragicommedia della spinta europea a fornire all’Ucraina “garanzie di sicurezza” postbelliche.

Almeno da febbraio, Gran Bretagna e Francia hanno proposto un dispiegamento di soldati europei in Ucraina.

Ma, hanno aggiunto, questa “forza di rassicurazione” avrebbe bisogno di un “aiutino” americano sotto forma di supporto aereo

Il Cremlino, giustamente, si oppone allo stazionamento di truppe NATO in Ucraina e la Casa Bianca ha resistito al coinvolgimento militare degli Stati Uniti, quindi la “proposta di pace” è sembrata a molti analisti più una pillola avvelenata. Ciononostante, il Presidente Donald Trump ha ceduto, offrendosi il mese scorso di supportare le forze di pace europee per via aerea e affermando che Mosca era aperta alle garanzie fornite dall’Occidente.

Eppure, mentre i funzionari europei si preparano a incontrarsi questa settimana a Parigi per discutere della guerra in Ucraina, tutti i segnali suggeriscono una crescente divisione sulla possibilità, o meno, che i loro paesi dispieghino truppe sufficienti a scoraggiare la Russia

Quando si è diffusa la voce che Washington avrebbe contribuito con le garanzie di sicurezza, subito i paraculi europei hanno preso la palla al balzo.

Infatti, Londra ha ridimensionato i suoi piani di invio di truppe, e Berlino ha affermato che probabilmente non ne avrebbe potuto inviare, poiché il dispiegamento di una singola brigata in Lituania aveva messo a dura prova l’esercito tedesco.

È una situazione imbarazzante

Fortunatamente, esistono altre soluzioni che le capitali europee possono intraprendere per aiutare Washington ad avvicinare questa guerra a una soluzione.

In primo luogo, e soprattutto, gli europei devono adottare una visione più realistica del conflitto e delle relative capacità militari dei belligeranti. La triste realtà è che la Russia sta vincendo la guerra. Prima finisce, meglio è per l’Ucraina.

Il rapporto di Axios affermava che gli europei stavano spingendo Kiev a resistere in attesa di un “accordo migliore” di quello che Trump aveva contribuito a ottenere, piuttosto che fare concessioni territoriali a Mosca

Le fonti di tale affermazione erano funzionari americani scontenti dell’Europa, ma è in linea con la retorica pubblica dei leader europei.

È un consiglio pessimo. Se Kiev vuole mantenere uno Stato sovrano, seppur frammentato, dopo la guerra, allora dovrebbe accettare l’accordo imperfetto che Trump sta cercando di ottenere.

L’alternativa più probabile è più combattimenti, più perdite ucraine e un accordo molto peggiore, se non la capitolazione totale

I prossimi passi riguardano garanzie di sicurezza che sarebbero più credibili delle promesse di truppe europee: 1) invitare l’Ucraina ad aderire all’Unione Europea come parte di un accordo di pace e 2) fare pressioni affinché l’Ucraina mantenga e anzi accresca il proprio deterrente militare nella misura massima tollerata da Mosca.

La carta fondativa dell’Unione Europea include una clausola di difesa reciproca, che obbliga tutti i paesi membri, quando uno di loro viene attaccato, a “aiutarlo e assisterlo con tutti i mezzi a loro disposizione”

A differenza dell’articolo 5 della NATO, questa clausola non impone agli Stato membri di combattere direttamente l’aggressore, ma semplicemente di sostenere la nazione attaccata. Negli ultimi tre anni, gli europei hanno ampiamente dimostrato la loro disponibilità a inviare aiuti militari all’Ucraina in caso di invasione russa, quindi un tale impegno sarebbe credibile.

Non è chiaro se il Presidente russo Vladimir Putin permetterebbe all’Ucraina di partecipare al regime di mutua difesa dell’Unione Europea, sebbene abbia accolto con favore l’idea dell’adesione di Kiev

Né è chiaro se l’Unione Europea accetterebbe di ammettere l’Ucraina, con diversi membri diffidenti e l’Ungheria fermamente contraria. Trump sta giustamente spingendo il Primo Ministro ungherese Viktor Orban a riconsiderare tale posizione.

I leader europei dovrebbero anche usare la loro influenza diplomatica per frenare la “smilitarizzazione” dell’Ucraina, un obiettivo bellico russo che offre un margine di manovra sufficiente per negoziati produttivi. E dovrebbero impegnarsi a finanziare il riarmo ucraino dopo la guerra.

Mosca quasi certamente esigerà limiti alle forze armate ucraine, come restrizioni alla gittata di missili e artiglieria, e saranno necessari compromessi. Ma gli europei otterranno risultati più diplomatici se si concentreranno su questo aspetto, piuttosto che su strampalati progetti di una “forza di rassicurazione”

I leader europei dovrebbero usare la diplomazia invece che sostenere una guerra ad oltranza che allungherebbe solo l’agonia dell’Ucraina.

Durante la guerra, hanno teso a proporre misure sempre più severe a Mosca per costringere Putin a sedersi al tavolo dei negoziati, e invariabilmente questo si traduce in un altro pacchetto di sanzioni inutili, attualmente stanno preparando la numero 19.

Infine, i leader europei devono gettare le basi per una sorta di modus vivendi con la Russia per il dopoguerra.

Se lo devono ficcare in testa

La guerra in Ucraina è, in fondo, un conflitto tra Russia e Occidente, e qualsiasi soluzione stabile dovrà consolidare le relazioni tra i due Paesi.

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Tags: IN EVIDENZAREPUBBLICANISOCIALISTIUNIONE EUROPEAWOKE
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