L’ora del decreto: da oggi sul Green Pass non si scherza più

decreto

È finita la vacanza, il decreto entra in vigore. Il governo ha fatto quello che doveva fare? Oppure ha abusato del proprio potere? È un problema che investe non soltanto la sfera dell’amministrazione ordinaria, ma anche la sfera dei diritti dei cittadini e la compressione della costruzione che si è fatta in questi mesi.

In Italia la Costituzione viene spesso compressa. Oggi da un governo non eletto, da un governo di emergenza.
Se la Costituzione esiste però, ha veramente un senso sono nel caso in cui si debba agire entro i suoi limiti. Una carta fondamentale che ha valore non se viene invocata come la più bella del mondo nei momenti in cui si presenzia ad una cerimonia, nel momento in cui si partecipa ad una commemorazione. Ma ha un senso reale se nei momenti di emergenza, la Costituzione resta forte.

Se i limiti da essa stabiliti nell’esercizio dei vari poteri dello Stato, sono rispettati dal governo, dal parlamento, da tutti gli attori che essa disciplina nella vita politica.

Se vogliamo una Costituzione reale, tutti questi attori debbono attenersi ad essa. Soprattutto nei momenti di emergenza.

Sicuramente la compressione è avvenuta. Però il Green Pass in un certo senso è stato una via di mezzo che ha consentito di riaprire.

Nessuno voleva le chiusure

Non potevamo permetterci delle chiusure endemiche, serviva per forza di cose non avere un altro lockdown. Sarebbe stato uno colpo che questo paese già sofferente, già in crisi, già in difficoltà non poteva permettersi.

Però i diritti delle persone persone che il vaccino non lo vogliono fare debbono comunque essere tutelati. I tamponi per andare a lavorare, dovrebbero essere per forza di cose essere offerti a prezzi calmierati. Altrimenti ne pagherebbero le conseguenze i lavoratori più deboli.

Pensiamo alle aziende che, soprattutto medio-piccole, possono trovarsi in crisi di manodopera specializzata. E non sarebbe giusto pensare di scaricare tutti i costi sulle aziende, già gravate da altre problematiche. Il lavoro deve poter essere garantito e qui lo stato deve intervenire.

L’obbligatorietà sarebbe stato qualcosa di eccessivo ed invasivo. Il Green Pass pur forzando la mano rappresenta una via di mezzo. Ma è comunque dovere di una democrazia consentire il pieno sviluppo della persona umana in tutte le circostanze.

Le persone che hanno manifestato nei limiti della legalità, hanno esercitato un pieno diritto costituzionale.
Che io sia vaccinato e provvisto di Green pass, non significa che io possa negare il sacrosanto diritto di dissentire.

Anche perché queste persone che non vogliono vaccinarsi, per le loro convinzioni stanno accettando di essere esclusi da molti importanti contesti sociali come i ristoranti, bar, teatri, musei; ai quali possono accedere comunque dopo fastidiosi tamponi.

Venire incontro alle loro esigenze anche con costi calmierati dei tamponi si va a lavorare è una questione di giustizia sociale e di civiltà.

 

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