L’odioso sfruttamento mediatico della tragedia della Marmolada

Marmolada

La valanga sulla Marmolada è “un disastro inimmaginabile.

Una carneficina tale che solo difficilmente ci permetterà di identificare con esattezza l’identità delle vittime.

I corpi sono stati “sfigurati” dalla colata di ghiaccio e sassi.

E’ quanto riporta l’ANSA dagli inquirenti. Secondo quanto è stato finora ricostruito la valanga ha travolto due cordate da sei alpinisti. Tra le vittime ci sarebbero anche le guide.

Povere vittime che sono già state oggetto di strumentalizzazione mediatica ai fini della propaganda della “transizione ecologica”.

I soccorritori sperano ora in un abbassamento delle temperature di notte per poter riprendere in mattinata le ricerche.

Il distacco, secondo le prime informazioni del Soccorso Alpino, si sarebbe verificato nei pressi di Punta Rocca, lungo l’itinerario di salita della via normale per raggiungere la vetta.

Proprio sabato sulla Marmolada era stato raggiunto il record delle temperature, con circa 10 gradi in vetta.

La procura di Trento ha aperto un fascicolo sul crollo del seracco in cima alla Marmolada che ha causato la morte di almeno sei alpinisti e il ferimento di altri nove, due dei quali in gravi condizioni.

La massa di materiale staccatosi dal ghiacciaio della Marmolada è scesa da una velocità di 300 chilometri l’ora. 

Una parte consistente del ghiacciaio è ancora attaccata alla montagna: si tratta di un fronte di ghiaccio di 200 metri con un’altezza di 60 metri ed una profondità di 80 metri. Se si volesse fare un termine di paragone, dicono gli esperti, si tratta dell’equivalente di due campi di calcio colmi di ghiaccio.

La strumentalizzazione

Fin qui la cronaca. L’aspetto più odioso di questa immane tragedia, rimane però l’uso che se ne sta facendo, strumentalizzato ai fini della cosiddetta green economy, che di green non ha nulla se non il colore del dollaro.

Tutti il circus mediatico fa a gara ad addossare la colpa del rialzo delle temperature all’inquinamento di origine antropica, quando è dimostrato da autorevoli studi che il cambiamento in atto è ciclico, e l’opera dell’uomo, sicuramente nefasta per l’ambiente ma non per il clima, incide al più per il 5%. Ma nulla: la moda dell’inquinamento che cambia il clima non si arresta nemmeno di fronte a povere vittime così martoriate.

Così abdichiamo all’industria dei motori endotermici in favore di quelli elettrici, di monopolio cinese, pensando che l’elettricità verrà prodotta con l’imposizione delle mani. Invece sarà solo un sovraccarico della rete già boccheggiante, alimentata parimenti a combustibile fossile.

Ipocrisie del nostro tempo, che non arretrano nemmeno innanzi alla immane tragedia della Marmolada.

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