L’itinerario di Mussolini

Il continuo spostamento di un prigioniero scomodo

mussolini

Dopo il colloquio con il Re Mussolini fu fatto salire su un autoambulanza dai carabinieri e portato alla caserma di via Legnano. Il giorno successivo ricevette una lettera di Badoglio che gli garantiva che quelle misure restrittive erano messe in atto solo ed esclusivamente a causa di un presunto complotto contro la sua persona.

Il nuovo capo del Governo gli chiedeva anche di indicargli una località dove volesse essere scortato. Mussolini, assicurandogli piena collaborazione e lealtà al Re, si rallegrò nella continuazione della guerra a fianco dei tedeschi. Chiese di essere condotto alla sua residenza a Rocca delle Caminate.

Pare che il prefetto di Forlì abbia direttamente sconsigliato, preoccupato per l’ordine pubblico, di trasferire Mussolini in Romagna. Così il capo del Fascismo venne inviato a Ponza, dove visse in totale isolamento anche dagli altri confinati. Senza alcun mezzo di informazione esterna.

Da Ponza alla Maddalena

Ma il soggiorno a Ponza durò poco. Poiché il governo Badoglio, preoccupato dalla possibilità che i tedeschi tentassero di liberare Mussolini con un colpo di mano, decise di trasferirlo alla Maddalena in Sardegna.

Qui fu alloggiato in una villetta. Riuscì anche a ricevere le edizioni complete di Nietzsche rilegate, dono particolare di Hitler per il suo compleanno.

Ma anche nella nuova località di confino, il Governo temeva che i tedeschi avessero la possibilità di liberarlo. Così venne trasferito nuovamente. A bordo di un aereo della Croce Rossa, con scalo a Bracciano venne portato direttamente al Gran Sasso. Lì un imponente contingente dei carabinieri vegliava su di lui.

Gli scritti di quei giorni che ci sono pervenuti e che sono stati resi pubblici, mostrano chiaramente che fu in quei giorni che iniziò a crearsi in Mussolini l’idea di essere stato tradito e vittima di una congiura.

La mattina del 25 luglio si era recato dal Re abbastanza tranquillo di poterne trovare l’appoggio. Ma anche del fatto che i fascisti non fossero in grado di metterlo in discussione e l’opposizione fosse troppo mal strutturata per porre in essere azioni efficaci.

Ma da una parte la lettera di Badoglio che parlava apertamente di congiura contro di lui, dall’altra il suo isolamento dal mondo esterno, lo fecero radicare nella convinzione del complotto premeditato da tempo. Il fascismo era totalmente disorganizzato senza la sua figura, ed i tedeschi erano sempre più convinti della necessità di liberare Mussolini.

Per questo i servizi di informazione si mossero per scoprire la località della sua detenzione ed organizzare un piano per liberarlo.

 

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