L’estromissione dei paratleti russi e bielorissi

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Paratleti e paralimpiadi – Un uomo del nostro tempo non si dovrebbe più meravigliare del fatto che ci sia molta ipocrisia in questo mondo. Eppure io resto ancora stupito nel momento in cui altissime istituzioni, di valore storico etico e culturale, che dovrebbero illuminare l’umanità per condurla su sentieri che la portino a livelli più alti, e non farsi trascinare dalla corrente, si facciano trascinare ancor peggio della massa.

Qualcuno mi deve spiegare come può non essere indecentemente schifoso estromettere gli atleti russi e bielorussi dalle paralimpiadi.

In primo luogo è una cosa indegna perché antitetica all’istituzione olimpica nei suoi principi basilari. Nella Grecia antica era in vigore una pratica, detta ἐκεχειρία, letteralmente una vera e propria tregua. Tutti, atleti e spettatori, dovevano essere rispettati. E la competizione doveva rimanere internamente entro le regole sportive.

Si fermavano le ostilità

Davanti ad un simile gesto di esclusione riguardo a dei disabili che si cimentano nello sport, anche e soprattutto come mezzo di inclusione sociale, non si può non rilevare che la misura della civilizzazione tra la nostra civiltà e la Grecia Antica penda nettamente in favore di quest’ultima.

Progredire non significa affatto andare avanti nel tempo. Non è che una società posteriore sia migliore di una società che la precede. Quella grande civiltà può, dall’alto dell’Olimpo della sua gloria eterna, guardare con disgusto la bassezza morale ed all’etica della società dei social.

Magari le siamo inferiori perché loro avevano i filosofi noi gli influencer. A ciascuno il suo!

Non si può pensare che sia giusto colpire i singoli. Già ci sono stati gravi atti discriminatori nel mondo dell’arte, della cultura, nel mondo dello sport in generale. E sono sicuro che ce ne sono altrettante nel mondo del lavoro, in tanti piccoli casi dove i riflettori non riesco ad arrivare, e dove chi è discriminato è meno forte.

Adesso ce la prendiamo anche con dei disabili che riescono a vincere la loro difficile condizione ed a diventare esempi ed atleti di primo piano.

La disfatta dello spirito olimpico

Lo spirito Olimpico avrebbe dovuto illuminare il comitato. Suggerendogli di rispondere ad eventuali nazioni che minacciavano di andarsene in caso non venissero estromessi gli atleti russi e bielorussi, ad andarsene e non presenziare. Tutto pur di salvare il principio che lo sport deve avvicinare anche i peggiori nemici. Deve consentire di ritrovare la pace.

Deve essere un mezzo di pacificazione. Si discriminano queste persone perché non si è d’accordo con la politica del suo governo? Ma non ci vergogniamo dell’ipocrisia e della cialtroneria con cui giustifichiamo le nostre tesi anche poco credibili?

Lo facciamo per la democrazia? Lo facciamo per i diritti umani?

Le olimpiadi sono state spesso ospitate i paesi che non sono democrazie, che hanno posizioni un po’ particolari con i diritti umani. Le olimpiadi si svolgono nella Repubblica Popolare Cinese.

Le squadre dell’Arabia Saudita, degli Emirati Arabi, del sultanato dell’Oman sono mai state estromesse da una competizione perché il loro governo non rispettava i diritti umani?

Giusto difendere le cause in cui si crede, giusto colpire un governo se lo si ritiene colpevole di qualcosa. Ma sicuramente indegno portare questo sul terreno delle Olimpiadi.

Inaccettabile perpetrare, delle discriminazioni dettagliate di persone per la loro appartenenza nazionale. Magari in base a ciò, un atleta Russo contrario alla guerra in Ucraina non può partecipare alle paralimpiadi.
Un modo che rischia di compattare tutto il popolo in favore del governo, anche chi si oppone alla sua politica.

Le discriminazioni nei riguardi dei paratleti, di gente non responsabile delle politiche del suo governo sono atti barbari. Non accettabili in un mondo civilizzato. Nonostante queste discriminazioni colpiscano persone che rappresentano un faro di eccellenza per chiunque, hanno comunque l’effetto pratico di colpire degli sportivi ma anche e soprattutto dei disabili.

Il buonsenso dovrebbe fare levare gli scudi a tutti noi.

 

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