L’economia che verrà: l’immobiliare della Val d’Orcia fra cani e leoni

Per ripartire dal Coronavrus I'Italia si dovrà difendere dagli speculatori

Val d'Orcia

Ha destato non poco scompiglio il recente episodio di cronaca che ha visto come protagonisti un mediatore immobiliare della Val d’Orcia ed un promittente acquirente austriaco, desideroso di fare un ‘affare’ in tempi di Covid-19.

In breve, il potenziale acquirente ha inviato una mail al mediatore per proporre una potenziale offerta di acquisto per una proprietà sita nelle vicinanze di Pienza, nel cuore della Val d’Orcia, ovvero quei luoghi che sono da sempre vanto e simbolo della Toscana nel mondo.

Tuttavia, la potenziale offerta prevedeva un ribasso del 55% sul prezzo richiesta motivato, a detta degli austriaci, dallo stato fallimentare della nostra economia, e dalla presunta ecatombe che ci attenderà all’ uscita dalla quarantena.

L’agente, in uno scatto di sano patriottismo (nonché di tutela nei confronti del Venditore) ha prontamente risposto a tono, che riportiamo per esteso:

La ringrazio per il suo interesse, tuttavia non prevediamo la possibilità di offrire uno sconto del 55% come da lei desiderato. Vede, il nostro paese si è sempre rialzato dalle prove peggiori a cui la Storia lo ha sottoposto, ci rialzeremo anche questa volta. Fra le altre cose, deteniamo oltre il 70% del patrimonio storico, artistico e culturale globale. Nel Mediterraneo inoltre sono fiorite le maggiori civiltà dell’antichità. Civiltà che hanno condiviso cultura, progresso e conoscenza. Credo che anche lei si trovi nella sua abitazione, così avrà sicuramente il tempo di tradurre questa mail, quindi le scrivo in italiano e la invito anche a tradurre questo antico detto: Sui cadaveri dei leoni festeggiano i cani, ma i leoni rimangono leoni ed i cani rimangono cani. Cordialità” (fonte: LaNazione.it)

Oltre che dalla carta stampata, questo aneddoto è stato ripreso anche dai programmi Rai nel fine settimana scorso.

La lezione che ne dobbiamo trarre – oltre alla folcloristica circostanza ed alla piacevole replica dell’Agente – è assai più profonda.

Nell’ immediato post crisi da Covid-19 l’Italia dovrà confrontarsi con le macerie economiche che ci attendono fuori dall’uscio di casa. Il mondo immobiliare, da sempre cardine e fulcro di ogni economia, non sarà certo immune da ripercussioni.

È chiaro che nell’immediato futuro, i primi ‘nuovi’ acquirenti che si affacceranno al mercato Italiano saranno con ogni probabilità ‘squali d’assalto’, desiderosi di fare un affare in una situazione di difficile ripartenza economica.

È altrettanto vero, che diversi mediatori con pochi scrupoli saranno ben lieti di aggiungere questa narrativa al loro ‘storytelling’ commerciale: desiderosi di chiudere più affari possibili al costo di promettere mirabolanti sconti post-pandemia.

Per questo motivo starà ai professionisti del settore – mediatori in affari in mediazione in primis – dover innalzare gli scudi per resistere a questo fenomeno. Tutelare i venditori, specie all’ indomani della quarantena, permetterà di mantenere stabilità nel mercato immobiliare italiano, da sempre fra i più apprezzati al mondo.

Questo, in cambio, servirà a tutelare quegli acquirenti in ‘buonafede’, ossia coloro che si affacceranno (ed investiranno) nel nostro Paese. Il Voler ‘svendere’ la Val d’Orcia, per un mero profitto a breve termine, rischia di danneggiare i tanti proprietari (anche stranieri) che già hanno già investito in questa regione.  

Per gli acquirenti esteri, infatti, il mercato immobiliare italiano non rappresenta certo un mercato storicamente speculativo, ma bensì stabile. Gli Investitori si avvicinano agli asset italiani principalmente per ‘blindare’ i propri risparmi in oggetti che manterranno una crescita stabile ed, al contempo, garantire ai loro proprietari un bene di godimento per poter vivere o soggiornare nel Bel Paese.

Nessuno sa quali saranno le conseguenze di questa inedita crisi. Il ‘credit-crunch’ finanziario del 2008-2011, in Italia, vide una flessione dei prezzi a cui accorsero una serie di categorie di ‘nuovi ricchi’, fino ad allora sconosciuti alla penisola.

Ovunque vi sia liquidità, insomma, c’è voglia di Italia.

Oggi, a dieci anni di distanza, ci confrontiamo con una crisi simmetrica, che affligge ogni Paese in egual misura: azzerando economie e rinchiudendo metà della popolazione mondiale. È un terreno inesplorato. L’Ignoto.

In conclusione, l’unica certezza ci rimane è che ogni categoria professionale dovrà imparare (in fretta!) a fare quadrato se si vorrà tutelare il patrimonio economico italiano, a cominciare da quello immobiliare.  

 

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