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Le ultime ore dell’Ucraina

di Lorenzo Pucci Sassetti Vanzini
29 Luglio 2025
In Attualità
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guerra
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Le ultime ore dell’Ucraina

Nonostante i proclami ottimistici, le conferenze internazionali, gli aiuti militari miliardari e le narrazioni mediatiche sempre più slegate dalla realtà, la verità è brutale nella sua semplicità: l’Ucraina sta perdendo la guerra, e lo sta facendo lentamente, inevitabilmente.

Non per mancanza di eroismo, non per debolezza morale, ma perché sta finendo il tempo, stanno finendo gli uomini, e soprattutto sta finendo la pazienza dell’Occidente.

Una guerra già persa sul piano strategico

L’obiettivo iniziale – ricacciare la Russia entro i confini del 1991 – è ormai un ricordo retorico. Nemmeno gli strateghi più ottimisti oggi lo considerano plausibile. Dopo la fallita controffensiva del 2023, l’Ucraina non ha più la forza per riconquistare i territori occupati, figuriamoci la Crimea.

La linea del fronte è congelata in una lunga trincea statica, dove la Russia, forte di una superiorità demografica e industriale, logora lentamente ma inesorabilmente il nemico.

L’Ucraina ha finito gli uomini, non solo i missili

Molti osservatori continuano a concentrarsi sugli aiuti militari occidentali, dimenticando un dato cruciale: l’Ucraina non ha più chi mandare al fronte.

Le perdite umane superano le 200.000 unità, e il nuovo reclutamento arruola uomini di 50 o addirittura 60 anni, in molti casi contro la loro volontà.

I giovani sono fuggiti all’estero, i volontari sono finiti, e la resistenza si basa ora su riserve esauste.
Le armi moderne non servono a nulla senza soldati addestrati per usarle.

La Russia ha tempo, Kiev no

Putin ha trasformato il conflitto in una guerra di logoramento, perfettamente consapevole che l’Ucraina, demograficamente fragile e economicamente dipendente, non può reggere all’infinito.

Mosca può contare su un bacino di risorse umane e materiali molto più ampio, con il sostegno economico e diplomatico di Cina, India, Iran e Corea del Nord.

Kiev invece è appesa agli umori di Washington e Bruxelles.

Quando l’Occidente si stancherà davvero, la guerra finirà in 48 ore.

L’Occidente è già in ritirata psicologica

I segnali ci sono tutti:

Zelensky è politicamente indebolito, ha rinviato le elezioni e litiga con ex alleati militari.

Gli USA hanno ripreso gli aiuti, ma in forma ridotta e con lentezza.

L’Europa è divisa, assorbita da crisi interne e da un crescente scetticismo dell’opinione pubblica.

Le elezioni americane del novembre 2025 potrebbero portare Trump alla Casa Bianca. E Trump ha già promesso di chiudere il conflitto “in 24 ore”, ossia congelandolo con un accordo di fatto a favore russo.

Un finale già scritto

Non ci sarà una caduta spettacolare, nessuna bandiera russa issata sul centro di Kiev. Ma l’Ucraina, giorno dopo giorno, si sta spegnendo: economicamente, militarmente, moralmente.

E alla fine, come accadde al Sud Vietnam nel 1975, gli alleati si ritireranno in silenzio, gli ambasciatori saliranno sugli elicotteri e i territori cadranno uno dopo l’altro.

A quel punto non resteranno che gli editoriali indignati, le ammissioni tardive e le ricostruzioni postume.

Lezione per l’Occidente

L’Ucraina non perderà per colpa sua. Perderà perché è stata illusa, spinta a credere che avrebbe potuto vincere una guerra asimmetrica contro un nemico più grande, più vicino, più motivato.

Perderà perché l’Occidente ha confuso le emozioni con la strategia, l’ideologia con la realtà, e ha armato un Paese senza dargli una reale chance di vittoria.

Ora il conto si avvicina. Ed è un conto che pagheranno, come sempre, i civili ucraini.

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Tags: GUERRA RUSSO-UCRAINAOCCIDENTEPRIMO PIANOVLADIMIR PUTINZELENSKY
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