Le derive autoritarie dello Stato etico

Oggi lo Stato ci dice cosa sia necessario ed eticamente accettabile. Teorizzato da Hobbes ed Hegel, lo Stato etico è alla base delle criminali esperienze politiche del '900

Lo Stato etico è tornato tragicamente di moda.

Quando il capo del Governo ci dice cosa sia essenziale e necessario per noi e cosa no, quando stabilisce la soglia di reddito che dovremmo avere, o cosa si può comprare e cosa no, sta attuando una scelta su di una base ritenuta etica.

Ogniqualvolta i politici nominano l’etica e la morale che dovrebbe indirizzare le azioni di governance e intervento nella società,  un brivido lungo la schiena dovrebbe pervaderci.

Gli stati etici nell’800 e ‘900 sono stati i più iniqui e sanguinari che la storia ricordi.

Dal Terrore di Robespierre al Terzo Reich, dall’Iran di Khomeini all’Unione Sovietica.

La dittatura sanitaria dello Stato etico. Un precedente pericoloso

Questo Stato Etico, che giustifica come la situazione attuale di pandemia sia un’eccezione, costituisce un pericolosissimo precedente.

Durante altre pandemie, ben più preoccupanti, mai si giunse a rinchiudere le persone in casa, privandolo della propria libertà.

Le modalità con cui è stato istituito, la passività della gran maggioranza di fronte ad esso, non potranno che suggerire ai prossimi governanti di poter manipolare i nostri diritti in nome di una eticità della salute.

O solo di una eticità, magari travestita da ecologia contro i fantomatici “cambiamenti climatici”.

Se in nome della salute pubblica è possibile abolire lo stato di diritto in questa circostanza, quali altre occasioni saranno propizie affinché si ripresenti la stessa opportunità?

E se una larga fetta della popolazione ha accettato di buon grado, o comunque con inerte rassegnazione tali imposizioni, che ne è di secoli di lotte e conquiste sociali?

Non credo di sbagliare dicendo che questa sia, a ben vedere, la più grande abolizione dei diritti fondamentali dai tempi in cui vide la luce la nostra Carta Costituzionale.

Tempi, quelli, in cui si usciva da un altro stato di dittatura.

 

La filosofia 

Si definisce stato etico quella forma istituzionale, teorizzata dai filosofi Hobbes ed Hegel, in cui è  lo Stato il fine ultimo a cui devono tendere le azioni dei singoli.

Lo Stato è depositario di una importanza superiore perché tende alla realizzazione concreta del bene universale.

Dalla loro visione avranno origine tutte le filosofie sociologiche marxiste e socialiste.

Lo Stato si erge, quindi, a portatore dei bisogni dei singoli, e redistribuisce la ricchezza in base a canoni che vorrebbe etici e giusti.

La condotta dello Stato non può essere oggetto di valutazioni morali da parte dell’individuo: lo Stato si pone fine supremo e arbitro assoluto del bene e del male.

Le tragiche esperienze del passato

Lo stesso Hegel considerava lo Stato l’unica realtà etica nella cui eticità si attuava la libertà del cittadino.

È  da questa stessa ideologia che hanno origine malauguratamente tutti i sistemi autoritari.

Sia che l’etica derivi da credenze religiose come nei regimi clericali del tipo della Spagna del generale Franco, piuttosto che da interpretazioni storiche come nelle teorie marxiste e nei regimi comunisti, o da teorie razziali come nelle dottrine naziste hitleriane.

Tutti gli Stati teocratici, come l’Iran di Khomeini sono Stati etici.

Ed è sotto l’occhio di tutti a quali conseguenze portino.

In Europa

Il primo ministro greco Samaras ha suonato un campanello d’allarme.

Antonis Samaras ha dichiarato nell’intervista del 4 ottobre al quotidiano Handelsblatt che la disoccupazione crescente in Grecia mette in pericolo la tenuta della società.

Come già successe in Germania alla fine della Repubblica di Weimar, sicché la Grecia rischia il nazismo.

La seconda è l’accorato appello del già presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a rinnovare il senso dell’etica nella nostra comunità nazionale, di fronte all’inadeguatezza del quadro politico e a fenomeni di degrado del costume e di scivolamento nell’illegalità.

Ma i principi della morale sono per loro natura incerti e non sempre rappresentanti valori condivisi. Proprio perché fra loro conflittuali: si pensi a quelli della vita, della morte dignitosa e della scienza.

I principi della morale, benché riguardino solo la sfera individuale, secondo l’insegnamento di Benedetto Croce sono ben superiori a quelli della politica, con la quale non possono essere confusi.

Né tantomeno possono essere accostati al diritto, il cui scopo non è la disciplina della morale alla quale, salvo ambigui richiami, rimane del tutto indifferente.

Il pericolo dello stato etico

Il pericolo é che purtroppo l’ingresso dei valori etici ha, nella gestione delle crisi internazionali, giustificato spesso il ricorso all’uso della forza e della guerra.

Il pur apprezzabile e necessario richiamo ai principi morali appare che non sia sufficiente a riconquistare i valori laici e condivisi delle democrazie costituzionali, indispensabili per risolvere la crisi.

In tal senso il disfacimento dei valori fondamentali della civiltà occidentale è improvvisamente emerso in modo dirompente, e lo stiamo vivendo sulla nostra esistenza anche oggigiorno.

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