L’assoluzione di Salvini non basta: prosegue il processo?
La procura di Palermo ha impugnato la sentenza di assoluzione che il Tribunale aveva pronunciato sul caso Open Arms dove era imputato Matteo Salvini.
L’ex Ministro degli Interni era stato portato a processo per omissione di atti di ufficio e di sequestro di persona per non aver consentito all’imbarcazione Open Arms (la quale aveva salvato in mare 147 migranti) di attraccare al porto palermitano
Una scelta tutta politica che tuttavia qualcuno ha trasformato in un lungo iter giudiziario contro la politica restrittiva portata avanti dal leader della Lega e dal governo giallo verde . A questo proposito, utile potrebbe essere ricordare quanto riferisce Luca Palamara in merito. Secondo la ricostruzione dell ex magistrato, alcuni magistrati di Palermo proprio a riguardo della azione di Salvini contro l’immigrazione clandestina, ebbero a dire che l’ex Ministro dell’interno “ha ragione, ma va fermato”.
Non che si debba prendere per oro colato tutto ciò che riferisce l’ex capo dell’ANM, ma certamente le sue parole (parole di uno assai ben informato sui fatti) offre uno spaccato abbastanza bizzarro e al contempo indicativo entro cui i pm palermitani si muovevano all’epoca e evidentemente si muovono adesso
Una questione dunque che non è solo giuridica ma che diventa politica e persino ideologica. La decisione della Procura palermitana è dunque destinata ad alimentaeecuno scontro fra magistratura e politica che curiosamente si fa sempre più aspro quando al governo della nazione c’è il centrodestra e che negli ultimi anni trova occasione proprio nella politica di contenimento dell’immigrazione.
Sia ben chiaro, è del tutto legittimo -almeno a legislazione vigente – che la Procura impugni una sentenza di assoluzione pronunciata in primo grado, anche se stupisce un po’ la modalità adottata dai pm. Questi infatti hanno optato per il ricorso immediato in Cassazione che consiste nel non contestare la ricostruzione del fatto ma di concentrare i motivi di opposizione esclusivamente su questioni di diritto
Si tratta del c.d. Ricorso “per saltum” che consente di escludere il giudizio di appello per rivolgersi direttamente al Giudice di legittimità “per violazione di legge”.
Un’impugnazione che non trova molti precedenti nella prassi e che davvero è stato riservato a casi eccezionali e quasi di scuola
Nell’atto di impugnazione si legge che non vi sono questioni di fatto da rilevare poiché queste sono state correttamente valutate dal Giudice di Prime Cure, che tuttavia avrebbe erroneamente considerato le norme di diritto applicabili al caso di specie. .
Sempre secondo i pm, infatti, sono state mal applicate e interpretare le norme costituzionali sulla libertà personale, le norme internazionali sul dovere di soccorso in mare e quindi le norme penali incriminatrici
Vedremo Naturalmente cosa decideranno gli ermellini sul punto e se sarà confermata o meno l’assoluzione di Salvini . Quel che è certo è che lo scontro fra magistratura e politica è destinato a esplodere nuovamente in questa caldissima estate. Uno scontro che giunge nel bel mezzo dell iter che sta conducendo alla riforma dell’ordinamento giudiziario soprattutto in tema di separazione delle carriere, questione che vede il centrodestra unito per la riforma e la magistratura (e la sinistra) sulle barricate in opposizione.
Il ministro Nordio aveva preannunciato il rischio di forti opposizioni e pressioni e non vi è dubbio che l’attacco frontale che parte della magistratura sta portando avanti rispetto al programma di governo potrebbe inscriversi in tale cornice
Proprio lo stesso Nordio che commenta il ricorso della procura siciliana spolverando un altro suo cavallo di battaglia: il divieto di impugnazione delle sentenze di assoluzione. Altro tema che se portato fino in fondo, è destinato a incendiare gli animi.
Fa quadrato attorno al leader del Carroccio tutta la Lega così come Giorgia Meloni che parla di decisione incomprensibile, o meglio, indirettamente di decisione politica
Di contro, la sinistra si schiera con la Procura e coglie l’occasione per attaccare il Governo reo di voler voler ridurre la magistratura sotto il tacco dell’esecutivo.
Ritornano dunque le mai sopite contrapposizioni fra i due poteri dello stato che trova occasione nella legislazione contro il traffico di esseri umani .
Ma la realtà che si nasconde dietro queste schermaglie è sempre la medesima e trae origine nel mai risolto complesso della Prima Repubblica
Una politica debole, delegittimata dal malaffare che trasversalmente investiva quasi tutti i partii che di fatto è stata commissariata dalla magistratura, soprattutto da quella militante che ha pensato di poter condizionare l’opera del legislatore esondando dai poteri che la Costituzione attribuisce all’organo giudiziario.
Dopo più di trent’anni siamo ancora a quel punto.
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