L’anticamera della morte

Il peso dei tedeschi si sentiva anche nelle carceri della RSI

ciano

Ora per Ciano è veramente finita. Sembra che Mussolini abbia pronunciato questa frase appena saputo che due SS erano state messe costantemente fuori dalla cella del genero, al carcere degli Scalzi a Verona, di guardia. Inizialmente Galeazzo Ciano sperava, essendo in mano agli italiani di poter in un certo senso essere più riparato dai tedeschi.

L’unico gesto particolarmente gradito al Conte Ciano fu probabilmente la presenza di una bellissima informatrice dei servizi segreti germanici Hildegard Burkhardt. Un’interprete con un’ottima conoscenza della lingua italiana, passata alla storia come Frau Beetz.

Addirittura per interrogarlo successivamente, ai magistrati della Repubblica Sociale, sarà necessario il preventivo permesso del comando tedesco.

Infatti il giudice istruttore Cersosino non poté effettuare l’interrogatorio senza il provvidenziale intervento proprio di Frau Beetz. Poiché le SS di guardia alla cella del conte di impedirono fisicamente di avvicinarlo, fino all’arrivo del nulla osta del comando tedesco.

C’erano due forze che volevano assolutamente che tutti gli imputati del processo di Verona venissero condannati a morte. Gli estremisti del regime, gli intransigenti quelli nati dalle squadre d’azione, ed i tedeschi.

Le guardie del carcere erano composte da intransigenti della milizia e tedeschi. I pochi Agenti di Custodia non avrebbero potuto opporsi alla forza militare di questi. Probabilmente era sempre più chiaro a tutti gli imputati, e di special modo a ciano che sarebbe stato difficile per Mussolini fermare la macchina dell’esecuzione anche se lo avesse voluto.

 

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