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Home Economia

Landini e lo sciopero

di Francesco Pellati
22 Novembre 2023
In Economia
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Landini e lo sciopero
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Landini e lo sciopero

A “siopero” di Landini (e di UIL e USB) concluso resta da capirne il vero motivo, quanti erano in piazza e quanti hanno incrociato le braccia per davvero.

Il motivo del “siopero” è sfuggente

Ci sarà pure una componente economica, ma pare prevalere l’opa ostile di Landini sul vertice dell’ex partitone oltre alla consolidata e impunita abitudine del sindacato italiano a mettere le mani dappertutto.

Una ipotesi di ribaltone interno al PD che va oltre i singoli attori. Prodi e i DC di sinistra hanno messo all’angolo tutti i reduci del PCI, nel partito e nei governi da Prodi a Gentiloni. Perfino D’Alema (unico comunista DOC a ottenere la Presidenza) fu imbottigliato dai suoi ministri a cominciare dal suo vice Mattarella.

La signora Schlein non è democristiana, ma nel suo labirintico progetto c’è tutta la cultura (e la spocchia) dei radical chic da cui la sua provenienza è certa, c’è di tutto ma c’è poco comunismo.

Landini rappresenta la voglia della componente vetero comunista di riprendersi l’ex partitone

Siamo probabilmente di fronte a un’altra volta in cui “a sinistra c’è sempre uno più puro che ti epura” (Pietro Nenni).
Anche per questo si capisce la presenza del movimentismo della sinistra radicale della USB, mentre non si capisce che cosa ci fa la UIL: mi dicono di molti mugugni interni contro il rumoroso Bombardieri che bombarda con piglio giacobino il governo in carica. Anche lui fa un pensierino ad un futuro politico?

Più chiaro il tema dei numeri: Landini dice che in piazza erano 60.000, la Questura ne valuta poco più della metà: conoscendo questi meccanismi c’è da dare più credito alla neutralità della Questura che alle liturgie degli uffici stampa: i 100.000 leghisti a Pontida, i 50.000 compagni a Roma la scorsa settimana.

Oggi è il turno della CGIL e degli aggregati UIL e USB a sparare numeri in libertà

Ma anche 60.000 sembrano un risultato modesto: gli iscritti CGIL pur in calo, sono oltre 5.200.000, quelli UIL oltre 2.300.000 (dati 2022): 60.000 dimostranti rappresentano circa lo 0.8% del bacino di oltre 7.500.000 iscritti.
In una decina di giorni la sinistra politica (PD + sinistra/sinistra), supportata dal furbaccio Conte, e la sinistra sindacale (CGIL + USB) con l’ausilio di UIL e di tutti gli infiniti soggetti di cui si è dotata, con la grancassa dei giornali e delle TV di “regime”, dice di aver portato in piazza 110.000 manifestanti (la Questura dice che sono stati meno di 50.000): un concerto di Vasco Rossi fa di meglio, non parliamo di quello che provoca un sospiro della signora Ferragni.

Sembra che le verifiche della piazza non abbiano dato grande conforto né ai due contendenti del PD né ai loro iscritti e meno che mai ai loro corifei che – basta leggere e ascoltare – sono sempre più spaventati.

Anche dalle brutte notizie che pervengono da fuori confine: ieri quelle dalla Argentina che si aggiungono a quelle di maggio dal Cile. Staccano il sud dell’America Latina dalle declinazioni del feticcio comunista, compresa la Teoria della Liberazione tanto cara a papa Francesco, che esce (anche lui!) malconcio dal voto dei suoi concittadini.
Infine quanti hanno aderito al “siopero” di Landini?

I numeri sono ancora più impietosi e le fonti ancora più attendibili, per esempio: il 5,48% dei dipendenti pubblici, il 6,56% degli addetti alla scuola

Gli italiani ringraziano: hanno goduto di uno dei rari venerdì per recarsi al lavoro o a farsi i fatti propri senza i consueti disagi così detti sindacali. Speriamo che duri.

Leggi anche: La piazza del PD

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Tags: CGILLANDINIPRIMO PIANOSCIOPEROSINDACATO
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