La Zarina che fa perdere le staffe al Pd

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La Zarina, al secolo Susanna Ceccardi, 31 anni, sindaco di Cascina dal 2016, piglio da combattente e look da femme fatale, consigliera per l’attuazione del programma di governo di Matteo Salvini e, da pochi giorni, anche commissaria della Lega in Toscana. E’ lei la donna che giovedì scorso, al teatro del Maggio di Firenze, ha letteralmente fatto perdere le staffe all’intera nomenklatura dem. Presente alla festa per il trentennale della redazione fiorentina di Repubblica per assistere al confronto tra lei ed il sindaco di Firenze, Dario Nardella.

Il dibattito

Un dibattito definito da qualcuno “tra il sindaco di Firenze e la governatrice della Toscana”, dando forse troppo per scontate le riconferme di Nardella a Palazzo Vecchio nel 2019 e la vittoria della Ceccardi alle regionali del 2020. Fatto sta che il dibattito ha stuzzicato la curiosità di molti in città, ha smosso le folle (il foyer del Maggio non è stato in grado di contenere tutti gli accorsi che, in buona parte si sono visti costretti a riprendere la via di casa o, in alternativa, ad accontentarsi dello streaming sullo smartphone) e mobilitato le claque. A condurre il dibattito Ernesto Ferrara, lucano, da anni cronista della politica fiorentina, arbitro non proprio imparziale del match.

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Che la zarina giocasse in trasferta lo si è capito fin dalla prima domanda, sul caso dei bambini stranieri esclusi dalla mensa di Lodi, per volontà della sindaca leghista. La Ceccardi prova a spiegare che in questo paese esistono ancora delle regole e che se alcuni non le rispettano, italiani o stranieri che siano, non devono essere sempre giustificati, perdonati e scusati. Apriti cielo. Dal pubblico si alzano fischi, urla, offese (qualcuna ben oltre il limite dell’educazione e della decenza), tanto che Nardella deve intervenire per chiedere che si abbassino i toni, prima di mettere a segno un rigore a porta vuota, affermando che a Firenze, “un bambino non sarà mai lasciato fuori dalla scuola o fuori da una mensa, solo per il colore della sua pelle”. Ovazione. “Poi accusate noi di essere populisti…” commenta la Ceccardi. Altri fischi.

Il dibattito prosegue e tocca subito due temi caldi di questi giorni: aeroporto ed alleanze elettorali. Sullo sviluppo di Peretola, argomento che nei giorni scorsi ha segnato una forte contrapposizione all’interno del centrodestra, ma anche all’interno della stessa Lega, la Ceccardi mantiene posizioni moderate: “noi vogliamo la messa in sicurezza di Peretola” e critica le scelte della regione degli ultimi decenni: “la Toscana è indietro anni luce sul piano delle infrastrutture, su quello del trasporto su gomma, sul ferro… Abbiamo una sola cosa che funziona ed è l’aeroporto di Pisa, dobbiamo ripartire da quello”. Poi punta il dito contro Matteo Renzi: “noi non siamo contro Firenze, ma possiamo avere il diritto di rivedere un progetto nato da precise pressioni politiche, che ha trovato centinaia di pagine di prescrizioni? Oppure, dopo che il Pd ha fatto melina per 20 anni, non abbiamo neppure il diritto di muovere obiezioni al progetto?”.

Ferrara

Sulle alleanza elettorali, invece, Ferrara prova a farle dire che la Lega sta cercando di mollare il centrodestra, cercando una convergenza coi cinquestelle. Ma la Zarina di Cascina non cade nel tranello e, sotto gli occhi attenti ed interessati degli alleati. Presenti in prima fila il capogruppo in consiglio comunale di Fratelli d’Italia, Francesco Torselli ed il collega di Forza Italia, Mario Tenerani. Ribadisce che “non esiste nessuna possibilità che la Lega corra alleata dei cinquestelle. Non esiste alcun tavolo di trattativa, né in Toscana, né a livello nazionale. Ho detto, e lo ripeto, che nei comuni al di sotto dei 15.000 abitanti, il centrodestra, se vuol vincere, dovrà aprirsi a tutti. Partendo dalle liste civiche”. Torselli applaude, Tenerani resta impassibile.

“Ma a Firenze…” la incalza Ferrara. “In 6 capoluoghi su 10 della Toscana il centrodestra a trazione leghista governa insieme e governa bene. Il prossimo anno governeremo anche a Firenze” chiude il conto Susanna.

Nardella ride, punzecchia la Zarina leghista sul tema immigrazione: “Dove sono tutte le espulsioni di irregolari che aveva promesso in campagna elettorale? Salvini si sta facendo bello con i risultati che l’Italia sta ottenendo grazie alle politiche di Minniti” e chiude annunciando che entro fine anno entrerà in funzione la Linea 2 della tramvia e subito dopo, in accordo con i cittadini di Firenze Sud, partiranno i lavori per portarla anche a Bagno a Ripoli.

Il finale è scoppiettante, al pari del resto del dibattito

La Zarina prova l’ultimo affondo: “capisco le difficoltà di Nardella a confrontarsi con me, del resto io sono quella che ha vinto un comune in Toscana dopo 70 anni, lui è quello che dopo 70 anni perderà Firenze”, ma il sindaco padrone di casa non si scompone, fa il sornione, risponde a tono alle provocazioni e si gode gli applausi ed i cori da stadio del pubblico. Un pubblico certamente amico, ma che non gli ha fatto certo mancare l’affetto.

Peccato che queste legittime dimostrazioni di affetto, troppo spesso, si siano trasformate in mancanze di riguardo per l’avversaria. In un mondo in cui si fa un gran parlare di rispetto, di tolleranza, di umanità, di difesa della democrazia e del valore imprescindibile del confronto. Dispiace vedere uomini e donne – perfino autorevoli esponenti delle istituzioni – trasformarsi in ultras da stadio, urlando offese contro una donna. Donna che, rappresenterà anche il peggior nemico politico del mondo dem, ma è pur sempre una ragazza di trent’anni. Una ragazza che ha la stessa età delle figlie di coloro le urlavano contro di tutto.

Se questo è il clima che accompagnerà Firenze verso le elezioni amministrative del 2019, purtroppo, ci sarà poco da divertirsi e molto da preoccuparsi.

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