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LA VERSIONE ( FIABESCA) DI IZZEDIN ELZIR

di Kishore Bombaci
30 Dicembre 2025
In Attualità
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LA VERSIONE ( FIABESCA) DI IZZEDIN ELZIR
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LA VERSIONE ( FIABESCA) DI IZZEDIN ELZIR

L’imam di Firenze Izzedin Elzir assume le vesti dell’avvocato difensore di Raed al Sahalat, plenipotenziario della comunità musulmana per l’accoglienza a Firenze dei palestinesi, arrestato nel capoluogo toscano nell’ambito dell’inchiesta genovese sui finanziamenti ad Hamas.
Capi di imputazione assai gravi suffragati da elementi solidi, eppure dall’intervista dell’Imam sulla stampa locale emerge un ritratto ai limiti della beatificazione dell’arrestato: padre e marito amorevole, devoto fedele alla causa palestinese, membro attivo e di rilievo della comunità musulmana fiorentina, benefattore senza macchia e senza paura. Un vero e proprio amico e fratello per l’imam cui va la solidarietà più piena di quest’ultima.
Intendiamoci, difendere gli amici è nobile e appellarsi alla presunzione di non colpevolezza è altrettanto saggio.
Però la santificazione par davvero un po’ troppo.
Insomma presunto innocente sì, apostolo di pace anche no.
Anche perché dagli atti di indagine emerge un ritratto assai diverso.
Al Sahlat, secondo gli inquirenti, è membro attivo di Hamas nel nostro paese e, come referente toscano di una associazione, è protagonista di prim’ordine nel finanziamento dell’organizzazione.
Prove che collidono con il ritratto agiografico descritto da Izzedin. E, sia consentito dirlo, c’è da fidarsi piu delle indagini della procura che non delle parole mielose dell’Imam.
Ma si sa. Firenze è un gioco di specchi. Tutto sembra tenersi in nome di un ecumenismo finto pacifista che coinvolge anche la comunità musulmana e il suo leader. Questi più volte ha espresso ambigui sentimenti rispetto al terrorismo internazionale oscillando fra condanne ferme seguite da immediati distinguo.
E di questa ambiguità di fondo l’imam dà prova anche in questa intervista.

Da un lato sostiene di fidarsi della magistratura e dello stato di diritto e dall’altro invece avanza ipotesi complottiste che starebbero dietro l’inchiesta

Perché la cosa più grave nell’intervista non è la solidarietà al “santo” Al Sahalat, quanto la ricostruzione che l’imam dà all’intera vicenda.
Ed è proprio alle dichiarazioni politiche che dovremmo prestare acuta attenzione.
Per Izzedin Elzir le indagini sarebbero la risposta alle piazze pro pal con la finalità di spaventare chi sostiene la Palestina. Insomma per l’imam non si tratta di una indagine ma di una rappresaglia politica e giudiziaria contro i pro pal.
Siamo al delirio più folle pronunciate con la solita apparente pacatezza.

Menomale si fida della magistratura!!! Pensiamo un po’ se non si fidava che cosa sarebbe giunto a dire!!!
In realtà, quella che ci ripropone l’imam è la solita visione vittimista di un certo islam “chiagni e fotti” per cui tutto è un complotto contro di loro, che invece sono sempre e perennemente tutti buoni bravi e belli

Mai un’autocritica, una messa in discussione, una condanna effettiva dell’estremismo.
E quando giunge inaspettata la verità, semplicemente la si nega offrendo in punta di diplomazia un mondo delle fiabe ammantata di moderatismo.
Ed ecco che le associazioni coinvolte nell’inchiesta sarebbero solo collettori di donazioni per i poveri palestinesi, le persone arrestate, brave persone vittima di un complotto volto a terrorizzare i sostenitori della palestina, i cattivi sono solo quelli che si devono contro i deliri pro pal. Insomma mancano i proverbiali asini che volano e siamo apposto.

Nella visione dell’Imam la realtà cede il passo alla narrazione pelosa di chi da una parte si appella allo stato di diritto e dall’altro difende chi invece quello stato di diritto vorrebbe cancellarlo

E tutto con il bonario sorriso del “musulmani moderato”.
Un capolavoro di ipocrisia niente male, non c’è che dire.

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Tags: HAMASIN EVIDENZAISLAMTERRORISMOUcoi
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