La truffa proporzionale

La truffa proporzionale.Sembra continuare a prendere  piede l’ipotesi di una modifica della legge elettorale in senso proporzionale.

Ipotesi che comprendo.Dal punto di vista dell’interesse di molti partiti. E di molti singoli parlamentari.

Non nell’interesse del paese.

Di cosa si preoccupano i responsabili

Fa sorridere sentire parlare di un momento particolare del paese. Di dover guardare alle esigenze degli italiani.Certi personaggi non sono credibili.

Nel loro caso si potrebbe parlare di psicosi collettiva per la rielezione.Questi personaggi, in gran parte miracolati, che entrando in Parlamento hanno vinto alla lotteria.Prevedono tante sventure del paese se si tornasse a votare.

Mai come in questo momento ha ragione il divino poeta Goethe. L’incendio di una fattoria è una tragedia, la rovina della patria soltanto una frase..

Loro temono solo la non rielezione

L’interesse più alto dei partiti di potere

Il discorso è più profondo, per gli apparati che guidano i partiti di potere.

Qui non si tratta della rielezione.Quella è garantita ai dirigenti di partito di alto livello. Qui si tratta di continuare a rimanere nella stanza dei bottoni.

Preservare un’influenza determinante sugli assetti dei futuri governi, prescindendo dal risultato elettorale.I partiti di potere, quelli che si fanno chiamare responsabili e rispondono a Bruxelles più che alla sovranità degli elettori, pensano ad aggirarne le decisioni.

Peggiorare l’attuale sistema

Il nostro sistema è già per due terzi proporzionale. Solo un terzo del parlamentari infatti sono eletti in collegi maggioritari. Praticamente gli elettori scelgono solo un rappresentante su tre.
Ora invece si vorrebbe arrivare proporzionalizzare del tutto il sistema.

Il beneficio del voto maggioritario, è consentire all’elettore decidere chi debba  governare. Il peggio del proporzionale è che questa scelta è demandata ad accordi nelle segrete stanze.

Accordi che disgustano le persone e le allontanano dal voto. Ma che vanno anche tanto in a genio ai furbacchioni.

Il peggio delle preferenze

Forse sarà comunque difficile ottenere il voto di preferenza. Anche perché i parlamentari sono per la stragrande maggioranza dei nominati. Figuriamoci quanto zelo hanno nel confrontarsi realmente con il consenso popolare.

Ma se anche si ottenesse poi il voto di preferenza,sarebbe la cosa migliore?

Le preferenze storicamente, non hanno dimostrato la forza dei gruppi organizzati rispetto alla maggioranza degli elettori?

Non sono state veicoli di corruzione, di clientela politica?

Si sentiva che hanno favorito personaggi legati a gruppi criminali,soprattutto in determinate aree del paese?

Cosa è peggio

La cosa peggiore è  che il  proporzionale serve a bloccare la possibilità degli elettori di produrre cambiamenti .

Con il proporzionale il governo sarà sempre il parto di accordi delle segreterie di partito. Favorirà Certo il PD, che più difficilmente sarà marginalizzabile. Ma rischia di escludere Fratelli d’Italia.

Il primo partito italiano verrebbe messo fuori. In barba a quello che decidono gli elettori.Tutto questo riporterebbe la gente a votare?

Non determinerebbe alcun problema nella fiducia nel sistema?

Un paese diviso

Oggi c’è una divisione fortissima tra lo Stato, e gli enti locali. Salvo La Valle d’Aosta, tutte le altre regioni eleggono direttamente il presidente. Il presidente viene deciso dagli elettori. Così vale anche per i sindaci. Gli elettori designano a livello locale chi debba essere a governarli.

A Roma il Presidente della Repubblica viene deciso dal parlamento. Il governo lo decido i parlamentari.

Praticamente il paese reale sono gli enti locali. Dove la volontà dell’elettore conta.Dove, piaccia o non piaccia, per ambire a governare bisogna convincere le persone. Il mandato viene dato direttamente dal popolo.

Invece a livello nazionale il mandato dipende dalla capacità di sapersi aggregare, costruendo cordate magari antitetiche alla volontà’ degli elettori.

Praticamente al governo vanno più facilmente, i più spregiudicati ed i meno ortodossi verso la parola data agli elettori.

Certo le istituzioni centrali non ne ricavano prestigio.

 

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