La svolta green tra biogas e biochar
Un nuovo scenario energetico vede protagonista un materiale finora considerato rifiuto: letame, liquami e deiezioni animali dalle stalle non solo come problema ambientale, ma come risorsa energetica sostenibile.
Dalla digestione anaerobica alla pirolisi, dalla gassificazione all’idrotrattamento, la materia organica di origine zootecnica è al centro di innovative tecnologie che la trasformano in energia pulita, fertilizzanti e persino rimozione netta di CO₂.
Nei più recenti studi pubblicati su riviste specializzate emerge che processi termochimici – come pirolisi, gassificazione e carbonizzazione idrotermica – applicati alle deiezioni animali, abbinati a sistemi di cattura del carbonio, permettono risultati ambientali sorprendenti: una riduzione dei gas serra superiore al 90 % rispetto ai metodi tradizionali come compostaggio o stoccaggio in laghi aperti
Le emissioni evitabili includono metano, ammoniaca e protossido d’azoto.
In Italia già oggi operano migliaia di impianti agricoli capaci di generare elettricità e calore da queste fonti. Nel 2023 il biogas agricolo ha contribuito con circa il 5,5 % dell’energia elettrica da fonti rinnovabili nel Paese; l’Italia è il secondo produttore europeo e il quarto a livello mondiale per biogas agricolo.
Le politiche nazionali e gli investimenti del PNRR stanno favorendo nuovi impianti, stimati per produrre oltre 2,2 miliardi di metri cubi di biometano l’anno distribuiti su 18 regioni
In conclusione, l’ultimo filo conduttore dell’innovazione energetica su biomasse animali è chiaro: trasformare le feci e i reflui zootecnici da problema ambientale in risorsa rinnovabile, utilizzando tecnologie sempre più efficienti e pulite.
Dalla digestione anaerobica ai processi termochimici, fino alla produzione di biochar, l’obiettivo è duplice: produrre energia, migliorare la gestione dei rifiuti, diminuire l’impatto climatico e chiudere il ciclo ambientale all’interno delle aziende agricole
Una svolta che, se ben governata, può rappresentare un pilastro fondamentale per un’agricoltura sostenibile del XXI secolo.
Leggi anche:
www.facebook.com/adhocnewsitalia
SEGUICI SU GOOGLE