La storia insegna ma non ha scolari

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La storia insegna ma non ha scolari

In questi giorni fa molto discutere una notizia che, se non fosse per questo atroce conflitto israelo-palestinese che sta destabilizzando l’area medio-orientale e non solo, avrebbe sicuramente ricevuto maggiore risalto; mi riferisco al giro di scommesse illegali che ha visto coinvolti tre talenti del calcio italiano.

Eppure, noi italiani, episodi del genere li avevamo già vissuti nel 1980, quando finirono in manette numerosi calciatori. Episodi non uguali ma sicuramente simili, sintomatici, comunque, di un malessere che pervade uno dei settori industriali più rilevanti del nostro paese.

Ma andiamo in ordine

A Maggio, la procura di Torino apre un’indagine su un ampio giro di scommesse illegali su piattaforme online e dal quale viene fuori in nome di Nicolò Fagioli, calciatore della Juventus, che viene iscritto nel registro degli indagati. La stessa procura apre, ad Agosto, una indagine sui siti illegali di scommesse che si presume siano stati usati dal calciatore. Il passo successivo lo fanno i legali dell’atleta che avvisano la procura federale del coinvolgimento del loro assistito nel filone delle indagini torinesi. A Settembre la procura della FIGC apre un fascicolo su Fagioli. A Ottobre, altri due talentuosi giovani calciatori finiscono nel registro degli indagati: si tratta dell’ex milanista Sandro Tonali, attualmente impegnato con il Newcastle, squadra che milita nel massimo campionato inglese, e Nicolò Zaniolo, sotto contratto con l’Aston Villa, anch’essa squadra che milita nella massima serie inglese. Una volta beccati con le mani nella marmellata, tutti, inizialmente, si sono dichiarati ludopatici, quasi a voler giustificare questi episodi come il frutto di una dipendenza dal gioco d’azzardo.

Il problema, per questi atleti, nasce dal fatto che il Codice di Giustizia Sportiva afferma che i calciatori non possono scommettere sulle partite di calcio, in generale, né tantomeno sulla propria squadra; nel qual caso si potrebbe, addirittura, configurare il reato di illecito sportivo, che comporta una sanzione non inferiore all’inibizione o alla squalifica per un periodo minimo di 4 anni.

L’art. 126 del Codice della Giustizia Sportiva prevede, in caso di patteggiamento, cioè l’accordo tra difesa e Procura Federale, la riduzione del 50% della pena se l’accordo è trovato prima del deferimento.

Non solo, lo stesso articolo dà la possibilità di applicare ulteriore diminuzione della pena derivante dall’applicazione di circostanza attenuanti.

Fagioli ha già patteggiato; Tonali ha intenzione di fare altrettanto. Non si conosce, al momento, la posizione di Zaniolo.

Al di là degli aspetti giurisprudenziali, una riflessione è d’obbligo: questi ragazzi, evidentemente, non si rendono conto del grosso regalo che vita gli ha riservato. Non solo hanno ricevuto da madre natura le doti per eccellere nello sport che amano, ma riescono a raggiungono, attraverso la firma di contratti milionari, la fama ed il successo. Mandare tutto questo a carte quarantotto, onestamente, mi sembra da stupidi.

In ogni caso, l’indagine è ristretta, per il momento, solo a questi tre giocatori, ma evidentemente siamo solo agli inizi. Solo il tempo darò modo di conoscere se ci saranno ulteriori calciatori coinvolti.

Sono lontani quei giorni in cui tutto sembra perfetto.

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