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La Schlein chiede la patrimoniale europea per i ricchi

di Simone Margheri
10 Novembre 2025
In Politica
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Elly Schlein alla prova di forza: dire no a chi crede di contare più di quanto pesa
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La Schlein chiede la patrimoniale europea per i ricchi

Silvio aveva ragione ” sono sempre soliti comunisti “.

A 36 anni dalla caduta del Muro di Berlino, riaffiora l’antico sogno della redistribuzione forzata. Ma i numeri dicono altro: i “ricchi” italiani sono pochi, già tassati oltre misura e il patrimonio reale del Paese è nelle case, non nei conti correnti.

Il 9 novembre 1989 cadde il Muro di Berlino. Quel giorno non fu soltanto la fine di una divisione geografica, ma la resa di un’idea: quella secondo cui lo Stato, sottraendo ai ricchi, può rendere felici i poveri. Il socialismo reale si sgretolò non per mancanza di ideali, ma per eccesso di realtà

Eppure, a distanza di più di tre decenni, la sua ombra torna periodicamente nei programmi di governo. L’ultima reincarnazione si chiama patrimoniale: il sogno antico di redistribuire la ricchezza con un prelievo straordinario. Una misura che promette giustizia, ma spesso genera soltanto nuove disuguaglianze.

L’Italia non è un Paese di milionari

Secondo i dati del Ministero dell’Economia, i contribuenti che dichiarano oltre 100.000 euro annui sono circa 576.000, appena l’1,4% del totale. Di questi, la grande maggioranza si colloca tra 100 e 200 mila euro. In termini di gettito, questa minoranza sostiene quasi da sola la finanza pubblica: il 15% dei contribuenti paga il 76% di tutta l’IRPEF.

Una patrimoniale su questa fascia avrebbe quindi un impatto minimo sui conti dello Stato, ma un potenziale devastante sulla fiducia fiscale. Tassare ulteriormente chi già contribuisce in modo preponderante significherebbe scoraggiare investimenti, spingere i capitali all’estero e colpire la parte più produttiva della società.

Il grande fraintendimento è pensare che la ricchezza italiana sia liquida. In realtà, il patrimonio del Paese è immobiliare: le famiglie italiane possiedono beni per circa 5.167 miliardi di euro, e la ricchezza netta è pari a otto volte il reddito disponibile, una delle proporzioni più alte d’Europa

È un capitale solido ma fermo, frutto del risparmio di generazioni. Ecco perché ogni proposta di patrimoniale, anche “leggera”, finisce sempre per tradursi in una tassa sulla casa: l’unico bene non eludibile, e proprio per questo il più facile da colpire.

A osservare le strade italiane, un dubbio sorge spontaneo. I SUV abbondano, le località turistiche non conoscono bassa stagione, eppure la gran parte dei cittadini dichiara meno di 30.000 euro l’anno. Secondo Eurostat, con 694 automobili ogni 1.000 abitanti, l’Italia è il Paese europeo con la maggiore densità automobilistica. Il che suggerisce che parte della ricchezza reale non coincide con quella “ufficiale”.

Il tax gap — la differenza tra imposte dovute e incassate — vale ancora oltre 83 miliardi di euro l’anno. Prima di tassare di più, bisognerebbe semplicemente far pagare tutti

Ci sono momenti in cui lo Stato è costretto a chiedere sacrifici straordinari. È accaduto nel 2011 con il governo Monti, quando il rischio default impose un prelievo straordinario. Ma farlo per ideologia, come suggerisce talvolta una certa sinistra europea, è ben altra cosa. Proporre una patrimoniale in tempi ordinari significa scommettere sulla presunta efficienza dello Stato nel redistribuire ricchezza, una fiducia che la storia non giustifica.

Come ammoniva Winston Churchill:

“Il vizio del capitalismo è la diseguale distribuzione della ricchezza; la virtù del socialismo è la eguale distribuzione della miseria.”

La patrimoniale, più che una soluzione, è una scorciatoia retorica. Non risolve le disuguaglianze, non chiude i buchi di bilancio, non riduce l’evasione. Al contrario, rischia di minare la fiducia dei contribuenti e di spingere capitali, imprese e cervelli verso sistemi fiscali più stabili.

Il vero nodo non è chi tassare di più, ma come far crescere di più. Perché ogni muro costruito per “proteggere” un’idea, prima o poi, crolla sotto il peso della realtà.

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Tags: COMUNISTAElly SchleinPARTITO DEMOCRATICOPRIMO PIANOSILVIO BERLUSCONI
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