La politica delle manette

La politica delle manette. I giudici americani, mettono sotto inchiesta Donald Trump. Questo però vuole un importante interrogativo, visto che Trump è di fatto il capo dell’opposizione negli Stati Uniti.

I fatti

L’ex inquilino della Casa Bianca Donald Trump ha visto formalizzarsi un accusa di truffata da una corte federale. Con lui saranno processati anche i figli Donald Jr, Ivanka ed Eric.

La Trump Organization è finita sotto la lente di ingrandimento della procura newyorkese per delle presunte azioni illegali. Tali azioni, riguarderebbero un decennio nel corso del quale Trump venne eletto alla presidenza.

Gli inquirenti sostengono che gli accusati avrebbero volontariamente, alterato il valore di proprietà immobiliari della società in questione . Il tutto per rendere ufficialmente più solida la compagnia, e consentire di sovrastimare il valore delle azioni e del capitale sociale. Il tutto truffando gli investitori.

I legali della famiglia Trump, parlano di accuse totalmente prive di qualsiasi fondamento giuridico.

La versione di Trump

Da tempo Donald Trump sostiene di essere sotto attacco politico, sia da parte dei media che della giustizia. Il tycoon continua a stigmatizzare la politicizzazione dei processi contro di lui. Respingendo fermamente ogni accusa, e parlando di manovre politiche ai suoi danni, che stanno coinvolgendo anche i suoi familiari per fermare la sua corsa alle elezioni presidenziali del 2024. In molti sostengono anche che pesino fortemente le elezioni di medio termine, sul momento scelto per agire.

Giustizia e politica

Giustizia e politica sono poteri dello stato, che dovrebbero essere complementari e paralleli. Rispettarsi. Non incrociarsi.

La politica non deve emettere sentenze. Le sentenze politiche sono come la giustizia a furor di popolo. Scelte prese su criteri diversi da quelli che dovrebbero ispirare la giustizia, terza qualunque altra considerazione che non tragga la propria legittimità solo ed esclusivamente dalla legge.

La giustizia non deve essere invece ispirata da criteri politici. I giudici non si devono occupare di politica, nell’esercizio delle loro funzioni. Debbono forzare la loro natura umana ad essere terzi, per garantire quel ruolo al di sopra delle parti fondamentale in uno stato.

Dunque nessun processo va fermato per la politica. Ma nessun processo va fatto politicamente, o per questioni di opportunità politica.

E soprattutto è triste per qualunque democrazia che ci sia auguri, la messa fuorigioco del capo dell’opposizione non per una sentenza degli elettori, ma per una sentenza dei giudici.

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