La morte di Claretta Petacci: fu un omicidio

Un assassinio ingiustificabile

claretta petacci

Claretta Petacci: fu omicidio. Perché la faccio tanto semplice? Facile, perché lo è.

Perché doveva morire? Quale reato aveva commesso? Essere l’amante di Mussolini era un reato punibile con la morte? C’era un fine militare nell’ammazzare una donna che non si era neanche mai occupata di politica?

Addirittura Mughini arrivò ad affermare che Mussolini era stato giustiziato, Claretta assassinata. Sandro Pertini stesso si rifiutava sempre di assumere la responsabilità morale di un episodio che aveva disprezzato, dicendo che non sarebbe mai stato il mandante dell’omicidio della Petacci.

Claretta era già innamorata quando conobbe Benito Mussolini, non ebbe mai un ruolo politico. Anche perché non aveva il minimo interesse ad averlo.

Claretta Petacci era veramente innamorata del Duce

Da giovane ragazza sognatrice, era innamorata del capo dell’Italia fascista. Successivamente si innamorò dell’uomo, al quale rimase a fianco per quasi quindici anni. Era follemente infatuata di questo uomo che incantava generazioni di italiani e gli rimase vicina anche nell’attimo estremo.

Qui non si tratta neanche di giudicare quella che Montanelli definiva un orribile macelleria italiana, perché fatta da noi. Differentemente da Parri che la definì invece una macelleria messicana: piazzale Loreto.

La vergogna del vilipendio e dell’esposizione dei cadaveri a testa in giù, con la gonna di Claretta che le era caduta sul capo, rimessa frettolosamente al suo posto da un pietoso sacerdote, rappresenta un ulteriore scempio a un qualcosa che chiaramente era già ingiusto.

Claretta Petacci non aveva fatto niente, Claretta non doveva morire e la famiglia Petacci pagò troppo. Perché non venne ucciso solo Claretta quel giorno a Dongo (CO), ma anche suo fratello Marcello. Anche lui esposto a piazzale Loreto. Anche lui privo di responsabilità.

Addirittura i gerarchi fascisti non lo vollero vicino perché lo ritenevano un ruffiano. Inizialmente i partigiani volevamo fucilarlo perché scambiato per il figlio di Mussolini. Taluni militari della resistenza protestarono, poiché non capivano ha ragione di fucilare un uomo solo perché era il figlio Mussolini. Comunque fu fucilato perché fratello dell’amante.

L’infelice battuta di Gene Gnocchi

Claretta è tornata alla ribalta con un infelice battuta di Gene Gnocchi di alcuni anni fa che l’aveva accostata ad un maiale femmina. Lì come al solito venne fuori il volto più ipocrita di questo paese, per cui non tutti si scandalizzarono, non tutti chiesero il rispetto delle donne.

Per il politicamente corretto una donna ammazzata in quel modo priva di colpi reali, rimane comunque poco consona.

“Ho perdonato dal profondo del cuore anche a Clara Petacci. Quella povera donna non meritava di essere ammazzata così come una bestia solo perché amava un uomo che si chiamava Benito Mussolini”. Queste parole furono pronunciate da Rachele Guidi vedova Mussolini. Trovate la frase al minuto 1.15 del video.

La persona che le riconobbe più giustizia di tutti, e sarebbe stato comprensibile se non si fosse sentita di farlo.

 

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