La fuga Del Re. Chi ne dubitava?

La fuga Del Re. Chi ne dubitava?

Va avanti per i fatti suoi come era prevedibile e, forse, previsto.

Mentre i centro destra si compiace

Il Partito Democratico, che regna sovrano a Firenze da quando era un pupo, rischia di perdere lo scettro. Nato nel 2007 dalla fusione dei due principali partiti del csx, democratici di sinistra, ovvero DS, e Margherita, che avevano ricevuto a loro volta l’eredità politica dal PCI PSI DC, oggi si trova in grande difficoltà.
Finalmente.

Tutti partiti di sinistra, che primeggia da decenni a Firenze e in tutta la Toscana, una delle pochissime regioni che sono ancora governate dalle solite amministrazioni, appunto, di sinistra , nel nostro martoriato Paese.

Già, ma tutto ciò che sta accadendo oggi, è colpa della bieca destra

Secondo l’opinione di coloro che non vogliono considerare e accettare una eventuale vittoria anche in Toscana. Come se la regione fosse di loro esclusiva proprietà.

E poi si dice che le donne sono più tranquille e amano la pace più degli uomini. Certo, ma quando nessuno si mette di traverso. Altrimenti tirano fuori le unghie e sono pronte al combattimento.

Troppe donne nel Pd Fiorentino . Si sono fatti almeno 4 nomi. E tutte con la stessa ossessione, la stessa mania.. Fare il Sindaco per il prossimo quinquennio. Si porebbe dire che il PD si è covato le serpi in seno. Ma, dal momento che noi liberali non abbiamo l’abitudine di denigrare, bensì di rispettare anche gli avversari, non lo diciamo.

Non conosco a fondo i meandri interni al Partito Democratico dato che mi trovo dalla parte opposta

Cioè all’opposizione, almeno virtualmente, per ora. Ma, dato che mi occupo di politica, qualcosina riesco a percepire, a intravedere. E, se c’è qualcosa che si poteva ipotizzare in modo lapalissiano è quello che sta succedendo oggi in Palazzo vecchio dove, da dieci anni ha fatto il bello e il cattivo tempo il violinista di Torre del Greco, Sindaco di Firenze dal 3 giugno 2014, quando ha ricevuto la campanella dal fiorentino da Rignano sull’Arno, e poi sindaco della città metropolitana dal 1 gennaio 2015. Con scadenza 2024 dopo due mandati.

In breve, a Firenze il Pd è nel caos

A pochi giorni dall’ufficializzazione dell’assessore al welfare Sara Funaro come candidata del centrosinistra, Cecilia Del Re, la sua principale antagonista che aveva chiesto insistentemente le primarie, ha deciso di lasciare il partito. Nominata a suo tempo dal sindaco, assessore all’Urbanistica, Coordinamento Progetti Recovery Plan, Piano gestione Unesco, Innovazione Tecnologica, Sistemi Informativi e Cmart City. E basta.

Con un CV da paura

Ma Nardella lo scorso marzo, non ha esitato a ritirare le deleghe e ad assumerle ad interim, pur ammettendo che la decisione è stata molto dura e dolorosa. sul piano umano e per l’amministrazione cittadina. Ma il rapporto di fiducia sarebbe venuto meno in seguito al fatto che l’Assessore non ha informato né lui stesso né la giunta , della sua posizione contraria al programma di mandato, a favore del passaggio della tramvia in Piazza Duomo e del conseguente superamento della pedonalizzazione. Tutte notizie riportate dai media, senza che il sindaco ne sapesse nulla. Notizia mai smentita in modo inequivocabile dal Del Re.

Una posizione che ha sorpreso e imbarazzato la Giunta e il Sindaco che non l’ha digerita affatto

Per tornare alla contingenza, attuale , dopo lo sgarro subito, Cecilia Del Re, Insieme ad altri iscritti del Pd, ritiene inevitabile non rinnovare la tessera del PD. Pur continuando a credere nei valori fondanti e fondativi del partito. Proprio per questo non è più possibile riconoscersi nella gestione di questo Pd fiorentino. Dunque si separa definitivamente per correre da sola alla guida di una lista civica. Non manca di esternare che anche la sua è una scelta sofferta, resa inevitabile al termine di un percorso tutt’altro che trasparente e democratico, puntualmente contestato, senza che alcuna considerazione. Mentre il PD avrebbe scelto “la chiusura invece della partecipazione, la prepotenza invece dell’ascolto e del dialogo, la paura al posto del coraggio”.

Naturalmente la prima a chiederle un ripensamento è proprio Sara Funaro che definisce un errore lasciare “una grande comunità” , Comunità nella quale hanno imparato insieme e le ricorda che “Le porte sono aperte e lo resteranno”. La invita dunque a riaprire il dialogo e confronto: “Sono pronta a farmi carico di garantire lo spazio politico necessario anche per chi ha idee diverse”.

Idee diverse??

Di unità, pur nel rispetto delle differenze, parlano anche Emiliano Fossi e Andrea Ceccarelli, rispettivamente segretario regionale e cittadino del Pd, i quali esprimono il loro stupore e il loro sconcerto e insistono con la solfa : “le porte del Pd rimangono aperte, perchè non esistono fratture insanabili. Mentre il capogruppo del Partito Democratico a Palazzo Vecchio, Nicola Armentano, parla di “scelta non condivisibile e non corretta”. Mentre il centro destra mangia il pop corn sul divano osservando, in attesa di eventi positivi.

Ma Del Re non desiste, e lascia il Pd in dissenso con la scelta di non svolgere le primarie e di candidare Sara Funaro a sindaco del capoluogo toscano.

Per un semplice motivo: voleva essere lei la candidata

Se ha ragione o torto non saprei, non conoscendo le dinamiche di quel partito.
E, comunque, le bizze in politica le fanno tutti, maschi e femmine, intra e extramoenia .

Il palese scacco matto di Matteo, all’ex amico Dario, si appalesa in un pomeriggio post natalizio all’ombra di quel Palazzo Vecchio un tempo fortino granitico della sinistra, ma i cui toni di rosso da un pezzo sembrano alquanto sbiaditi.

Finalmente

La decisione è dunque irrevocabile. Del Re lascia e lancia una sua lista civica con i suoi tre fedelissimi consiglieri (Piccioli, Di Puccio e Calistri) abbandonano il gruppo dem, insieme a 12 eletti di quartiere, ma secondo il Pd sarebbero 5, e creano il gruppo “Firenze Democratica.
La sinistra si avvia, verso la campagna elettorale, sgretolata se non frantumata , irritata e irritabile, mentre il centrodestra gongola, giustamente e finalmente, intravedendo la possibilità di farcela, questa volta, tenendo in serbo vivacemente la candidatura di Eike Schmidt , da gennaio nominato direttore a Capodimonte, ma che, ripete, scioglierà la riserva dopo le feste.

Ovviamente nulla è certo, e niente è in ordine, e il centrodestra, con qualche perplessità, sta preparando il piano B, tenendo in caldo alcuni nomi.

Avanza dunque e comunque una sorta di “disfacimento della sinistra”che fa ben sperare in una soluzione dignitosa per una dinamica verso destra. . Vincere a Firenze , Prato e Livorno chissà, e almeno in alcuni dei 33 comuni over 15000, che andranno al voto a giugno in election day con le europee. Auspicando una consistente coesione fra i partiti in coalizione con quello del Presidente del Consiglio. Alla quale rivolgiamo auguri di pronta guarigione.

Leggi anche: A Natale, tante sorprese per il voto al MES

www.facebook.com/adhocnewsitalia

SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT

Exit mobile version